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Due piazze nobili precipitate all'inferno: Benevento e Spal

Dopo essere state di recente in serie A, in questa stagione le due squadre sono passate da favorite, almeno sulla carta, a fanalino di coda. Sfortunata la guida dei due ex calciatori campioni del mondo del 2006, Fabio Cannavaro e Daniele De Rossi

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Due squadre, due piazze nobili, sono retrocesse in serie C. Parliamo di Benevento e Spal, che ripartiranno dalla terza serie, dalla quale non è mai facile uscire in tempi brevi, anche se glielo auguriamo perché lo meritano le due tifoserie, appassionate e calorose.

Il campionato cadetto volge al termine ma già ha espresso con qualche giornata di anticipo alcune sentenze, sia per quanto riguarda l'alta classifica, con le promozioni dirette in Serie A di Frosinone e Genoa, sia con due retrocessioni di compagini gloriose che hanno fatto la storia del calcio italiano. Stiamo parlando di Benevento e Spal, che dopo essere state di recente in serie A, con la retrocessione in Serie B hanno trovato non poche difficoltà, passando da favorite, almeno sulla carta, a fanalino di coda.

Due squadre guidate all'inizio della stagione da campioni del mondo, quali Fabio Cannavaro per i sanniti, rimasto alla guida delle Streghe da settembre a febbraio, e Daniele De Rossi per gli estensi. Purtroppo il blasone di questi tecnici non ha sortito gli effetti desiderati ed entrambi sono poi stati sollevati dai rispettivi incarichi, anche se chi è subentrato non ha saputo fare di meglio visto come è terminata la stagione.

C'è da aggiungere che, ad inizio campionato, entrambe le dirigenze hanno deciso di esonerare i rispettivi tecnici, Fabio Caserta per i campani, e Roberto Venturato per gli estensi, nonostante le due squadre non fossero partite malissimo. Chi è subentrato in seguito non è riuscito a fare meglio ed anzi, si è bruciato. Purtroppo due società così prestigiose tornano mestamente in quella serie C che avevano lasciato insieme nel 2016.

Fabio Cannavaro ad un certo punto, dopo una sconfitta a Como, aveva rassegnato le dimissioni, che i vertici societari accettarono subito. L'ex difensore di Napoli, Parma e Juve non è mai riuscito a dare un’anima alla squadra, pagando una certa inesperienza riguardo al campionato cadetto. Lo stesso discorso vale anche per Daniele De Rossi, debuttante assoluto su una panchina. Entrambi erano stati scelti per creare entusiasmo, visto i nomi prestigiosi, mentre forse sarebbe stato più utile ingaggiare dei tecnici di categoria. Ma le colpe delle retrocessioni, ovviamente, non sono imputabili solo ai cambi in panchina. Colpisce soprattutto una cosa: entrambe le società avevano fatto un buon mercato, al punto che i pronostici di inizio campionato assegnavano a entrambe un ruolo da protagoniste per la promozione, o comunque i piani alti della classifica.

Un'altra riflessione che ci sentiamo di fare è che quando conquisti la serie A, come hanno fatto entrambe, poi le tifoserie si "abituano male" e dopo fanno fatica ad accettare un campionato di B che, anche se ad alti livelli, non basta più. Questo è ciò che è accaduto a Benevento, con la squadra lasciata sola dai tifosi, abbonati compresi. Alcune settimane fa c'è stata persino l'aggressione ad un giocatore giallorosso, Roko Juereskin, sintomo di una situazione alquanto incandescente.

Per ciò che riguarda la Spal invece, l'avvento di Joe Tacopina avrebbe dovuto dare nuovo entusiasmo ai ferraresi e prospettive interessanti, invece alla fine si è verificato un vero e proprio tracollo, per giustificare il quale dobbiamo sicuramente metterci anche una certa sottovalutazione della situazione. Persino nella gara che ha decretato la retrocessione, la partita interna con il Parma, c'è stata una feroce contestazione della curva estense verso il patron che, dalla tribuna ha risposto per le rime (sembra con tanto di "dito medio"), suscitando ulteriormente le ire dei tifosi già delusi ed arrabbiati.

Ora, con la retrocessione, si stanno addensando nubi nere sul futuro di questi due club prestigiosi. Il presidente del Benevento, Oreste Vigorito, ha messo un punto interrogativo sul suo futuro alla guida del club, di cui ha scritto la storia con le uniche due partecipazioni alla serie A. Ma anche a Ferrara piove sul bagnato, perché se il patron Tacopina volesse farsi da parte, con la retrocessione in C non rientrerebbe sicuramente dell’investimento fatto, in quanto oggi il club estense vale chiaramente molto meno di quando è stato rilevato. Il numero uno della società biancazzurra si sta prendendo una pausa di riflessione, per poi decidere se continuare o meno.

La speranza è che per queste due gloriose società si prepari un pronto riscatto, anche se per entrambe non sarà facile riemergere dalla terza serie.

Dovranno mettercela tutta per riscattarsi, perché lo meritano i loro splendidi tifosi, ora sicuramente amareggiati, ma pronti a supportare le loro squadre anche in Serie C.

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