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La Fiorentina rimonta due volte e passa il turno ai rigori: super Parma, ma la Viola non molla

Clamoroso al Franchi: passa la Fiorentina ai rigori. Dopo una doppia rimonta complicata contro un Parma sorprendente, la Viola si sveglia dal blackout allo scadere: i vicecampioni volano ai quarti col brivido

Sottil firma l'assist a Nzola e s'incarica del rigore della rimonta viola (via Acf Fiorentina)
Sottil firma l'assist a Nzola e s'incarica del rigore della rimonta viola (via Acf Fiorentina)
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Clamoroso al Franchi, al secondo atto degli ottavi di Coppa Italia: la Fiorentina passa ai quarti contro il Parma, ma solo dopo 120 minuti ed un'estenuante lotteria dei rigori. La Viola di casa abdica il primo tempo, in un blackout del tutto inatteso, e i gialloblù coraggiosi di Pecchia ammutoliscono lo stadio intero, portandosi in vantaggio al 21’ con Bernabé e, nemmeno due giri d’orologio più tardi, con Bonny. Il doppio vantaggio ospite dura tantissimo, perché la Fiorentina riesce ad accorciare soltanto al minuto 83, con una girata provvidenziale di Nzola, e proprio allo scadere con un rigore battuto e trasformato, con freddezza, da Sottil. I supplementari scorrono senza occasioni né sconvolgimenti di sorta ed è la lotteria dei rigori, tutti trasformati ottimamente, a regalare alla Fiorentina il passaggio di turno ai quarti (col brivido). Il Parma esce a testa alta e dimostra d’aver sperimentato il mantra pecchiano del superarsi: chapeau!

Vogliamo sognare”, così Vincenzo Italiano alla vigilia del match contro il Parma, per pensare in grande al futuro della sua Fiorentina, che, tra le altre, potrebbe ritrovarsi ai quarti contro l’Inter che l’aveva beffata lo scorso anno strappandole il trofeo. I ducali di Pecchia, d’altra parte, a braccetto col Venezia in testa alla Serie B, col chiaro obiettivo del grande salto ed una media di 1,93 reti a partita ci credono, e non vogliono lasciar nulla di intentato.

Il tutto per tutto

Vincenzo Italiano, in un torneo che stuzzica forse più di altri la sua voglia e necessità di riscatto, schiera una Fiorentina con nuovi innesti e forze fresche per dimostrare il proprio valore intrinseco: di fronte a Christensen tra i pali, ecco allora Kayode, Milenković, Mina e Parisi; in mediana, la scelta è stavolta su Maxime Lopez e Mandragora, mentre davanti, a sostenere Nzola unica punta, Sottil, Barák e Brekalo.

Fabio Pecchia schiera, a Firenze, un Parma coraggioso, per “andare oltre i limiti”, per superarsi e stupire ancora: di fronte a Corvi, il quattro di difesa è quello composto da Hainaut, Circati, Coulibaly e capitan Osorio; Sohm e Cyprien a coprire la mediana appena dietro al trio offensivo composto da Bernabé, Mihăilă e Benedyczak, recuperato dal problema muscolare – il francese Bonny, a chiudere, prima punta.

Parma
L'undici titolare della capolista cadetta di Pecchia (via Parma Calcio)

Bernabé, re di Parma

Che si trattasse d’una partita già in previsione vivace e motivata lo confermano i primi attimi di gioco: il Parma si fa avanti senza timore, prima con Benedyczak, che s’innesta a più riprese dalla fascia gettando in notevole affanno Parisi, e poco dopo con Bernabé: l’ex City a quota 3 gol in 11 presenze quest’anno, trequartista in fase di possesso, si fa notare da subito anche col suo speculare in viola, Barák, in quello che pare subito il confronto più interessante della gara. Il pressing della Fiorentina è, come di consueto, forsennato ma stavolta meno asfissiante e lascia molti più spazi: difatti, il primo tiro assoluto (nonché in porta) è proprio dei ducali, con uno spunto un po’ debole del suo numero 7 classe 2000. L’occasione più plateale è però viola, poco dopo, con una costruzione forse troppo macchinosa, ma sempre col protagonismo assoluto di Barák: il ceco ex Verona s’imbuca in area, destreggiandosi tra le maglie gialloblù e riuscendo ad appoggiare a Nzola che, praticamente a porta vuota, colpisce soprendentemente il piede di Coulibaly. Gol sbagliato e gol subito, con un’enormità di sospiri: la Fiorentina è tutta altissima e il Parma è veloce e, al 15’, Mihăilă si trova tutto solo, inseguito da Milenković, a tu per tu con Christensen – il 28 gialloblù si allunga troppo il pallone, consentendo all’estremo difensore danese di metterci una pezza.

Fiorentina Parma
Scontro da braccio di ferro fisico e mentale tra Fiorentina e Parma (via Parma Calcio)

Il Parma ci mette sei minuti circa, da lì, a far sprofondare la Fiorentina in un tunnel assoluto: prima, una serie di rimpalli ed un’azione rocambolesca a partire dal primo tiro di Cyprien, poi ribattuto sul palo da Bonny ed incrociato da Bernabé sfondano – con la bella conclusione mancina dello spagnolo – la porta di Christensen per il vantaggio sorprendente degli ospiti; nemmeno un minuto dopo, un brutto errore di Mina (totalmente fuori fase) in disimpegno innesca il gol freddissimo di Bonny. È due volte Parma alla mezz’ora: il Franchi è incredulo.

La Fiorentina deve prontamente alzare la testa, e l’occasione parrebbe arrivare quando, sul tentativo di Brekalo, un evidente tocco di mano di Circati impegna il Var per qualche minuto in un’accurata ricerca per determinare se l’infrazione sia avvenuta dentro o fuori dall’area: al 33’, è (correttamente) negato il rigore. La Viola inizia a rialzarsi, ma il Parma al 39’ rischia di colpo grosso: prima, con uno schema da corner dove Christensen se la ritrova addosso, con la deviazione di Kayode che s’immola per la causa, ma di fatto fa un miracolo da due passi; poi, ancora con Bernabé che tenta di piazzarla sul secondo palo. Il primo parziale di gioco finisce con 3’ ulteriori di recupero concessi, per la fortuna d’una Fiorentina ingiustificatamente assente: 0-2 per il Parma, che invece ha gioco e visione da togliersi il cappello.

Una linea Sottil

Dopo i fischi che i tifosi viola non risparmiano ad un primo tempo catatonico, cambi inevitabili per Italiano, che ne fa ben quattro in un unico slot: capitan Biraghi si rimette la fascia e subentra a Parisi; poi Ranieri per l’unico ammonito Mina, Infantino per Brekalo e Arthur per Mandragora.

La Fiorentina riparte con altro piglio, ma ancora poco mordente: Biraghi comincia ad allungarsi sulla fascia con la sua specialità, i cross in mezzo, e il possesso palla diventa a senso unico. Ed è sempre Barák – che pochi minuti prima aveva avuto un’occasione insidiosissima – a servire splendidamente Nzola, al 50’, che nel controllo orientato all’interno viene fermato con decisione da Hainaut; il terzino gialloblù rimane a terra per lo scontro, e chiede subito il cambio. Del Prato gli subentra e, con lui, Pecchia decide di mandare a riposo anche Bonny in favore del congolese Charpentier e, una decina di minuti dopo, fa uscire anche il polacco Benedyczak per Dennis Man, ex Steaua Bucarest. Il Parma è veloce, concreto, coraggioso: i due esterni romeni conducono una cavalcata che, di nuovo, mette in crisi le certezze d’una Viola fuori fuoco. Italiano aggiunge una pedina: Beltrán al posto di Barák, quinto ed ultimo cambio a disposizione per la panchina casalinga, al minuto 66’. Pecchia non si tira indietro, e chiude i propri slot di cambi con Hernani, al posto dell’indiscusso mvp del primo tempo Bernabé, e Begić per Mihăilă.

Il Parma si difende con una sicurezza sorprendente, ma la Fiorentina pare non aver mordente e in porta ci arriva, a conti fatti, pochissimo (di 17 tiri solo 3 nello specchio), nonostante dal 60’ riesca a dominare il controllo del gioco e del pallone, col possesso sopra al 70%. La qualità dei parmigiani – con una rosa giovane ma profonda – si vede dal controllo assoluto in fase di non possesso, ma soprattutto dalle ripartenze ancora insistite guidate, adesso, dai subentrati, Man in testa. Sembra (quasi) tutto ormai perso, quando, a meno di dieci al 90’, Sottil trova in area Nzola: l’angolano ha spazio, controlla e si gira sfondando la porta di Corvi.

Questo match non ha intenzione di finire: meno di cinque minuti dopo la girata miracolosa del suo numero 18, Marinelli è richiamato all’on-field rieview dal Var per un (altro) tocco di mano in area: stavolta, i dubbi sono pochi e l’arbitro indica il dischetto. È quasi improbabile, ma del pallone del pareggio, a due minuti dalla conclusione, s’incarica Sottil: il tiro è rasoterra, freddo, come freddo è l’esterno viola – Corvi intuisce e tocca, ma non riesce a spingere a sufficienza per evitare il pareggio. La Viola la riapre proprio allo scadere: 2-2. Saranno i supplementari a decidere questa secondo tornata d’ottavi.

Il braccio di ferro infinito

Si riparte da lì, dalla rimonta comunque poco convincente d’una Viola che certo ha il merito di crederci sempre fino alla fine. L’assedio è in qualche modo totale, ma, ancora una volta, senza eccessivo clamore, se non un buon colpo di testa di Beltrán raccolto da Corvi: resiste il Parma, che ha solo un guizzo, al 98’, con l’indomito Man, che riesce a chiudere una cavalcata imperiosa con un tiro incrociato sul secondo palo, sul quale sono Christensen prima ed Arthur poi, dopo una corsa infinita a recuperare posizione, a fare il miracolo. Il nervosismo, più emotivo diffuso che di fisicità in campo, è palpabile per un match praticamente infinito: le interruzioni brevi portano Marinelli a decretare appena due minuti di recupero. Il verdetto ai rigori.

La lotteria dei rigori

La Fiesole di fronte agli occhi, l’ansia ormai alle spalle: capitan Biraghi, primo rigorista designato ad aprire la lotteria dei rigori, sceglie l’angolo e tira di potenza senza fronzoli spiazzando Corvi; come lui, anche Kouame, il più fresco della rosa di Italiano. I primi due turni gialloblù se li prendono Hernani, che spiazza Christensen, e Man: per il romeno è palo pieno. Non se lo fa ripetere due volte Milenković, che arriva di fronte a Corvi con buona rincorsa e spinge un missile sotto la traversa. Il portiere viola pare imitare Emiliano Martínez perché parla molto coi suoi avversari: quando Camara spara alto sopra la sua traversa, l’esultanza del danese, che si porta le dita alla testa, ricordano quelle dell’estremo difensore argentino. Sui piedi del suo argentino, Lucas Beltrán, la palla che significa vittoria: risponde all’appello. La Fiorentina passa un turno durissimo, nella maniera più faticosa possibile, con un gran bel brivido.

Il tabellino del match

FIORENTINA (4-2-3-1) – Christensen; Kayode, Milenković, Mina (46’ Ranieri), Parisi (46’ Biraghi); Maxime Lopez, Mandragora (46’ Arthur); Sottil (105’ Kouame), Barák (66’ Beltrán), Brekalo (46’ Infantino); Nzola. Allenatore: Vincenzo Italiano

PARMA (4-2-3-1) – Corvi; Hainaut (53’ Del Prato), Circati, Osorio, Coulibaly; Sohm, Cyprien (90’ Camara); Mihăilă (70’ Begić), Bernabé (70’ Hernani), Benedyczak (62’ Man); Bonny (53’ Charpentier). Allenatore: Fabio Pecchia

Marcatori: 21’ Bernabé (P), 23’ Bonny (P), 83’ Nzola (F), 89’ rig. Sottil (F)

Ammoniti: 38’ Mina (F), 92’ Nzola (F), 120’ Infantino (F)

Espulsi: n/a

Arbitro: Livio Marinelli (Tivoli)

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