L'uomo in meno

Il Milan perde ancora e Pioli ora è sotto accusa

Pioli sembra aver perso la bussola del suo Milan. Il tecnico rossonero contro l'Inter ha pagato le scelte di formazione e di modulo azzardate che non hanno affatto pagato

"Sconfitta che fa male". Il Milan perde ancora e Pioli ora è sotto accusa
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Il 2023 del Milan è veramente da incubo. I rossoneri sono sprofondati dal secondo posto in classifica al sesto e i numeri della crisi parlano chiaro: il Diavolo non vince da più di un mese. Era il 4 gennaio, infatti, quando i rossoneri (tonici e pimpanti) vinsero per 2-1 in casa della Salernitana. Da quel momento in poi, però, sembra essersi spenta la luce e dopo il 2-2 subito in rimonta dalla Roma di Mourinho la squadra sembra aver mollato in tutto e per tutto. Dopo la sfida contro i giallorossi sono arrivate le sconfitte contro il Torino negli ottavi di Coppa Italia, il pareggio faticoso di Lecce e quattro sconfitte consecutive, Inter in Supercoppa Italiana, Lazio, Sassuolo e ancora contro i cugini.

Il primo responsabile della debacle del Diavolo è ovviamente il suo allenatore Stefano Pioli che è passato dall'essere l'eroe dei tifosi a colpevole. Aver scelto di stravolgere completamente il suo credo affidandosi ad un 3-5-2 mai provato e speculare all'Inter è il chiaro segnale di come il tecnico del Milan sia in evidente difficoltà e questa cosa gli vale la palma dell'uomo in meno di giornata. 30 gol subiti in Serie A, 15 nelle prime 15 giornate, altrettanti 15 in sole sei partite: sintomo di come ci sia più di qualcosa che non sta funzionando.

Gli errori di Pioli

Pioli ha deciso di stravolgere il suo Milan con la difesa a tre guidata dal macchinoso Kjaer con ai suoi lati i giovani Kalulu e Gabbia che hanno fatto molta fatica contro gli attaccanti nerazzurri. A centrocampo poi, out per infortunio Bennacer, Pioli ha deciso di puntare su Tonali con ai suoi lati Krunic e Junior Messias nell'inedito ruolo di mezz'ala che ha purtroppo per i rossoneri disatteso le aspettative. Sugli esterni, invece, Calabria e soprattutto Theo Hernandez non hanno mai spinto e messo in difficoltà la difesa nerazzurra con Origi e Giroud isolati e di fatto annullati da Skriniar-Acerbi-Bastoni e con Leao in panchina a guardare. Se in tutto questo ci si aggiunge la panchina per tutti e 90 i minuti di De Ketelaere (grande investimento estivo dei rossoneri) la frittata è completata. Ora servirà una pronta reazione e la doppietta Torino in campionato (venerdì 10 febbraio) e Tottenham in Champions League martedì 14 febbraio saranno due gare fondamentali per il prosieguo della stagione rossonera.

La disamina tecnico-tattica

Al termine del match Pioli ha analizzato così l'amara sconfitta nel derby contro l'Inter ai microfoni di Dazn: "Chiaro che volevamo essere più compatti e abbiamo aspettato di più gli avversari. Abbiamo concesso qualcosa e difeso male. Dovevamo palleggiare di più: male perché ne avevamo la possibilità ed eravamo spesso in superiorità numerica. Non siamo saliti col baricentro nel primo tempo. Abbiamo fatto una partita difficile. Purtroppo ci siamo fatti trovare impreparati sulla palla inattiva. Nel secondo tempo abbiamo fatto meglio offensivamente".

Il tecnico del Milan ha poi continuato motivando la scelta di lasciare fuori Rafael Leao: "Rafa ha un grandissimo potenziale. La scelta di giocare con due attaccanti più vicini era per mettere in difficoltà la difesa dell'Inter. Leao deve stare attivo tutta la partita ed è un giocatore su cui puntiamo tanto. Le scelte che ho fatto sono le migliori per ciò che ho visto durante la settimana: Leao non ha le caratteristiche di due punte vicine in verticale".

Stefano Pioli, però, ha anche cercato di vedere il bicchiere mezzo pieno: "Dobbiamo ripartire da stasera, anche se è una sconfitta che ci fa male non fa bene per il morale". Infine, il tecnico rossonero non si è affatto pentito delle scelte fatte: "Credo che da allenatore ho chiara la situazione: se avessimo giocato il nostro calcio saremmo andati in difficoltà. Ora non abbiamo quelle distanze e solidità che avevamo prima. Dobbiamo fare meglio tante cose ma abbiamo trovato più densità e solidità ma non si può rinunciare a essere più offensivi e aggressivi.

Proveremo a essere più spregiudicati".

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