Calcio

"Serietà e tanta passione, questa è l'idea giusta per dare realtà ai sogni"

Intervista a Walter Zenga, nuovo testimonial di WCAPES: "Questo tipo di investimento aiuterà anche il calcio femminile"

"Serietà e tanta passione, questa è l'idea giusta per dare realtà ai sogni"

Walter Zenga è uno dei simboli assoluti del calcio: 473 partite in dodici anni all'Inter vincendo uno scudetto, una Supercoppa italiana e due coppe Uefa. Tre volte portiere dell'anno, poi come allenatore un campionato in Romania e uno in Serbia. Soprattutto Zenga, anche oggi come opinionista tv, non è uno che si nasconde dietro le parole: se prende una strada lo fa con la stessa decisione con cui stava in porta. Ecco allora perché, alla domanda su come mai abbia scelto di diventare testimonial di WCAPES, non ha mezzi termini: "Io sono abituato così: parlo con le persone, scambio idee, e se vedo che le cose mi convincono mi ci butto. D'altronde sono nel mondo del calcio da anni e credo proprio di saper valutare le cose migliori".

E allora: da cosa parte questa avventura?

"Da quello che conta veramente: la passione. D'altronde ho aperto una scuola calcio là dove sono cresciuto per riconoscenza. Io sono fatto così".

Cosa può dare WCAPES al calcio?

"Innanzitutto un progetto serio, senza la promessa di farti diventare miliardario, che sarebbe facile. Di sicuro qui nessuno vuole illudere la gente. E se non ci fosse serietà, calciatori come me, Roberto Carlos e Frey, non ci metterebbero la faccia".

C'è anche Cristiana Girelli.

"E questo, lo sottolineo, è importantissimo: questo tipo di investimento aiuterà anche il calcio femminile".

Che aiuto potete dare?

"Il bacino dei talenti giovani è elevatissimo, basta andare in giro per i campetti. Per me non c'è un'età precisa dove attingere, ma da 14 anni in su, se hai occhio, capisci subito chi può sfondare".

Come?

"Quando allenavo e vedevo uno bravo, chiamavo il mio assistente per segnalarglielo e lui magari si era già mosso. È un qualcosa che si ha dentro: passione, fiuto, intuito. Vicario a Venezia l'ho fatto giocare io, ora lo vuole la Juve. Sul mio profilo instagram c'è la foto di quando avevo 15 anni: ero un po' folle, ma anche il più piccolo. Poi però qualcosa ho fatto, mi sembra...".

A proposito di illusioni: troppi soldi nel calcio?

"Nel 1978 la prima volta che sono andato in panchina era l'ultima partita Sandro Mazzola: già allora sentivo dire che i giocatori guadagnano troppo. Non è questo il punto: la vera ricchezza è avere talento e farlo fruttare, il resto viene da sè. Vedo troppa frenesia di diventare ricchi, dentro e fuori dal campo. Il denaro è benessere, ma è troppo facile pensare di mettere oggi un euro per avere domani un miliardo assicurato".

E dunque?

"E dunque ben venga WCAPES. Bisogna avere visione e gente che lavora dietro con serietà per dare una possibilità a chi ha talento.

Con passione, che è tutto: senza quella e l'impegno non si fa strada".

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