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Cassano, prendere o lasciare Allegri si scordi di cambiarlo

Antonio è autentico: simpatico e indisponente al tempo stesso. Al Milan troverà il modo di offendere anche Berlusconi...

Cassano, prendere o lasciare Allegri si scordi di cambiarlo

Per Cassano verrebbe voglia di usare il mo­do di dire con cui si definiscono alcuni grandi artisti: genio e sregolatezza. Ma non è così. È più giusto dire: grande talento e maleducazione. Persino chi guarda distrattamente il calcio si ac­corge con quanta bellezza, finezza, invenzione lui gioca la palla. Però, l’uomo è anche un gran­de maleducato, proprio nel senso che è stato educato male all’osservanza di un principio ele­mentare della convivenza: il rispetto delle rego­le. Nel suo comportamento Cassano è sincero, è come se fosse sinceramente convinto che, dal momento che si può giocare a dama con i pezzi degli scacchi, s i pos­s a anche giocare a scacchi con le regole della dama. Per lui l’arbitrio è un mo­do d’essere consueto, e la sua regola è l a trasgressio­ne. H a u n atteggiamento di­sarmante, non finge, è au­tentico: tant’è vero che ri­sulta simpatico e indispo­nente a l tempo stesso, e f a così credere di essere an­cora il monellaccio della Bari Vecchia che con qual­che punizione e castigo si possa mettere i n riga. Una bella illusio­ne in cui ca­dono tutti: e infatti i gran­di club lo han­n o voluto e l o hanno molla­to. La vita per il piccolo e l’adolescen­te Cassano è stata avara, ed è ovvio che l’ultima sua preoccu­pazione sia stata quella di darsi una buona educa­zione. Oggi il calcio è gene­roso con lui, m a la particolare realtà di quel mondo finisce per rendere difficile imparare qualcosa di buono se non si possiede una solida b a­se. Nel calcio l a vita scorre alla rovescia: in genere, col passare del tempo, una persona, se è brava, cresce professionalmen­te, aumenta i suoi guada­gni, diventa socialmente più importante. Questa normalità non appartiene al mondo del calcio: a vent’anni s i può già essere stelle del firmamento, poi, nell’età adulta, ecco i l tramonto. Non si guada­gnano più soldi, non si è più famosi, nessuno si ri­corda più d i te. Una vita co­sì insegna qualcosa d i im­portante a chi h a dentro d i s é molta educazione, mol­ta fede nei valori fonda­mentali dell’esistenza. Per gli altri la luce si spe­gne. Mi auguro che al Milan non pensino di cambiare la testa a Cassano, come hanno provato a Roma, a Madrid, a Genova. Metto la mano sul fuoco che nel giro di un paio di anni, Cassano troverà il modo di offendere anche Berlusconi. Consiglio non richiesto: il presidente non si offenda neppure per u n istante. Come rispo­sta a l maleducato, raccon­ti qualche barzelletta che abbia l a forma d i u n apolo­go, d i una parabola. Cassa­n o non capirà niente e , do­p o u n po’, s i vergognerà d i se stesso, perché l’uomo h a una sua istintiva intelli­genza. Dal presidente all’alle­natore. Allegri non si illu­d a di metterlo in riga: tut­to quello che può preten­dere è il modo in cui lui debba giocare. E si aspetti qualche cassanata quan­d o l o richiamerà i n panchi­na. Certo è seccante farsi mandare a quel paese da­vanti a migliaia di perso­ne, ma Allegri non faccia l’indifferente o, peggio, l’offeso. Dia invece a Cas­sano davanti a tutti u n bel­l o scappellotto, m a con u n autentico, divertito sorri­so sulle labbra. L a stessa cosa dovrebbe­ro fare i compagni di Cas­sano, a cui lui certamente romperà presto l e scatole: può giovare anche una bel­l a pedatina nel sedere, pe­rò senza cattiveria, con il sorriso, con diverti­mento. L a cassanate van­no sdrammatiz­zate, e il suo au­tore va preso sul serio solo quando si smarca in area per l’ultimo passag­gio della palla. Lui ha ancora l’anima del ragazzi­no impunito che tira calci nella Bari Vecchia. È inutile cambiar­lo, una fatica sprecata pen­sare di correggerlo, e se per caso cambiasse com­portamento, potrebbe non giocare più bene co­me prima. Assomiglia a u n mio studente, trasgres­sivo e irriverente, a cui si devono mollare le redini sul collo, lasciarlo libero, perché se anche si riu­scisse a correggerlo, alla fine non sareb­b e più lui, e sicu­ramente sca­drebbe sul piano del­la resa scientifi­ca e cul­turale. Comun­que, se l’anima è quella del ragazzino, l’età di Cas­sano è or­mai quella di u n adulto. Si mo­stra dispiaciuto d i aver perso un bel po’ di soldi per qual­che parolaccia di trop­po: ed è un buon segno. Ha una moglie a cui tiene molto: ed è un altro buon segno. Crede nella fami­glia: e d è u n ottimo segno. Insomma, sono segni che manifestano un sincero ravvedimento dopo l a cas­sanata, che non v a presa ­si ricordi - mai sul serio. Paradossalmente anche l a sua sincerità non v a pre­sa sul serio, nel senso che è u n atteggiamento auten­tico ma anche assoluta­mente provvisorio. Credo che s e Cassano riuscisse a esprimere bene ciò che sente dentro di sé dopo le sue bravate, non chiede­rebbenéperdono nécom­prensione, ma vorrebbe che, a cominciare dal pre­sidente fino a i tifosi, s i fos­se indulgenti con lui.

In­dulgenza: richiesta tutto sommato accettabile s e i n cambio ci farà divertire con il pallone.

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