Ciclismo

Giro, Pogacar beffato sul traguardo della Grande Partenza da Narvaez

Grande spettacolo nella prima tappa del Giro d'Italia 2024 con un arrivo in volata a sorpresa. Dopo una serie di attacchi esplosivi, il campione sloveno è beffato sul traguardo dall'ecuadoregno

Fonte: Twitter (@giroditalia)
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Se il buongiorno si vede dal mattino, questo sarà un Giro pieno di sorprese. La prima tappa del Giro d’Italia 2024 vede una prova di forza da parte di Tadej Pogacar ma anche un vincitore a sorpresa, il campione dell’Ecuador Jhonathan Narvaez. Il ciclista della Ineos Grenadier tiene la ruota del campione sloveno sull’ultima salita e lo beffa in volata, portandosi a casa la prima maglia rosa. Delusione per il leader della Uae Tour Emirates, che aveva messo tre attacchi perentori per vincere la prima tappa ma comunque una prova di uno stato di forma importante.

Grande folla, subito fuga

Giornata quasi perfetta per la Grande Partenza del Giro d’Italia e, nello scenario affascinante della Reggia di Venaria Reale, la corsa rosa prende il via in una cornice straordinaria di pubblico. L’abbraccio degli appassionati piemontesi continua durante il percorso della prima tappa, ma fin dalla partenza si susseguono i tentativi di fuga. Il gruppo, alla fine, lascia andare un gruppetto di sei ciclisti, tra i quali ci sono gli azzurri Pietrobon e Fiorelli, con la Uae Team Emirates che regola il passo del peloton. Visto il fatto che Pogacar è strafavorito, difficile che altre squadre gli diano una mano a controllare le fughe. Dopo una quarantina di chilometri, anche qualche esponente della Ineos Grenadiers si fa vedere in testa, attenti a mantenere la fuga a non più di un minuto e 30.

La prima salita di giornata, Berzano di San Pietro, vede i primi scatti tra i fuggitivi, con Pietrobon che parte a 400 metri ma viene beffato da Fiorelli, che riesce ad arrivare prima di Barré e dell’eritreo Ghebreigzhabhier. Sulla discesa i fuggitivi si ricompattano e guadagnano un po’ di terreno nei confronti del gruppo, a circa 2’30”. Fiorelli si aggiudica anche il primo traguardo volante, davanti al francese Calmejane mentre nel gruppo la Alpecin si porta in testa per garantire a Groves qualche punto. L’australiano chiaramente sta puntando alla maglia ciclamino, nonostante finora non sia sembrato in gran condizione.

La fuga sembra collaborare senza problemi fino a quando non si arriva sulla salita di superga, dove è Calmejane a dare il primo strappo, seguito prima da Pietrobon, poi da Ghebreigzabhier, che staccano il resto dei fuggitivi. L’eritreo assesta un buon attacco, prendendosi i 9 punti per la classifica scalatori e la vetta virtuale della classifica: alle sue spalle Fiorelli rientra su Pietrobon e Calmejane e li batte in volata. Sulla discesa l’eritreo guadagna qualche secondo, prima di venire ripreso dal francese: i due di testa riescono a staccare progressivamente i due azzurri, guadagnando fino a 30 secondi di vantaggio.

Tante salite, Calmejean avanti

A 40 chilometri dall’arrivo, il duo di testa ha un vantaggio di circa un minuto da Pietrobon e Fiorelli, con il gruppo alle loro spalle che cerca di alzare il ritmo prima dell’ultima salita di giornata, il Colle Maddalena. Il secondo traguardo volante vede movimenti in cima al peloton, con la Alpecin che tira la volata a Groves ma l’australiano viene battuto sia dall’azzurro Jonathan Milan che da Danny Van Poppel. Prima del Colle Maddalena c’è una salita senza Gpm e Ghebreigzabhier ne approfitta per prendere qualche metro a Calmejane: alle loro spalle, invece, la Uae alza progressivamente il ritmo, riprendendo prima Fiorelli, poi Pietrobon ancora prima della salita più difficile di giornata. A 30 chilometri dall’arrivo il duo di testa si ricompatta ma deve iniziare a guardarsi le spalle: il gruppo, infatti, è a solo 1’50” di ritardo.

Prima di arrivare ai piedi del Colle Maddalena, caduta nelle retrovie che coinvolge cinque o sei ciclisti, incluso l’idolo del pubblico Domenico Pozzovivo, che ha un diavolo per capello e si getta subito all’inseguimento del peloton. Il ritmo forsennato imposto dalla squadra di Pogacar inizia a fare una pesante selezione, con parecchi papabili per la vittoria di tappa che devono cedere ancora prima delle rampe più dure della salita. Il gruppo guadagna secondi su secondi e, a pochi chilometri dal Gpm riprende l’eritreo, con parecchi uomini classifica, da Arensman a Woods fino a Bardet a perdere contatto.

Pogacar beffato in volata

La strategia della Uae è abbastanza rischiosa, visto che a fianco di Pogacar è rimasto solo Rafal Majka ma con solo 40 ciclisti nel gruppo di testa, il campione sloveno potrebbe farcela. Calmejane riesce a resistere alla rimonta del gruppo e portare a casa i 18 punti del Gpm di seconda categoria, nonché la prima maglia azzurra del Giro 2024. Il francese conserva una ventina di secondi di vantaggio sulla discesa ma difficile che riesca ad arrivare da solo al traguardo. Il primo ad attaccare sulla discesa è il tedesco Schachmann, seguito da un quartetto guidato dall’azzurro Damiano Caruso, che riprende Calmejane a 10 chilometri dall’arrivo: Pogacar è a 10 secondi ma ha perso l’appoggio di Majka, leggermente attardato.

La prima tappa si deciderà quindi sull’ultima salita, non particolarmente lunga ma piuttosto dura: l’azzurro Nicola Conci non si fida e mette un attacco importante prima che inizi la salita, guadagnando una ventina di secondi dal gruppetto guidato da Caruso e Pellizzari, che guida la carica. Alle loro spalle, però, Tadej Pogacar non ha voglia di scherzare: molla il gruppo e sale a velocità assurda, prima riprendendo Caruso, poi staccando tutti sullo strappo di San Vito. Conci non ne ha più e, alla fine, viene ripreso dal campione sloveno, che però ha sulla ruota Narvaez e Filippo Ganna. Il campione dell’Ecuador è l’unico a reggere al terzo attacco di Pogacar: a poco più di un chilometro, risale anche Schachmann, la vittoria se la giocheranno loro tre. Se il tedesco è il primo a partire, il ciclista sudamericano è quello che trova la spallata vincente e la prima maglia rosa.

La classifica di tappa

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La tappa di domani

La seconda tappa del Giro 2024 vedrà il primo arrivo in salita della corsa rosa, con l’arrivo al Santuario di Oropa. La salita è stata usata sei volte in passato ma molti ricordano ancora quando, nel 1999, Marco Pantani ebbe un problema meccanico e riuscì a rimontare ben 45 secondi per vincere la tappa. La prima metà della tappa è abbastanza semplice ma le cose cambieranno parecchio dal traguardo volante di Valdengo.

Giro Italia 2024 tappa 2 altimetria

Gli ultimi 60 chilometri vedranno salite sempre più dure per un totale non indifferente di 2.300 metri di dislivello. I due Gpm di terza categoria di Oasi Zegna e Nelva porteranno allo sprint a Biella fino alla salita finale. Anche se il gruppo dovesse arrivare compatto, gli 11,8 chilometri con una pendenza massima del 13% sicuramente faranno una selezione pesante.

Le sorprese non mancheranno di sicuro.

Giro Italia 2024 tappa 2 planimetria

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