Cinema

Il corvo, perché il pubblico è contrario al remake?

Il corvo è un film cult degli anni Novanta che vede come protagonista Brandon Lee e che potrebbe essere al centro di un remake che nessuno, forse, vuole davvero

Il corvo, perché il pubblico è contrario al remake?

Uscito in sala nel 1994 per la regia di Alex Proyas, Il corvo è il film che va in onda questa sera alle 21.04 sul canale 20 Mediaset. La pellicola è diventata tristemente nota per essere stata quella che è costata la vita al suo protagonista. Brandon Lee, infatti, perse la vita tre giorni prima della conclusione ufficiale delle riprese, quando venne raggiunto da un proiettile che avrebbe dovuto sparare a salve e che invece gli costò la vita.

Il corvo, la trama

Eric Dravn (Brandon Lee) aveva una vita perfetta: a un passo dal matrimonio con la sua amata Shelly Webster (Sofia Shinas), l'uomo vede crollare ogni cosa quando la Notte del Diavolo quattro criminali fanno irruzione in casa sua e abusano sessualmente di Shelly. Di ritorno a casa, Eric viene colpito ripetutamente da una lama per poi essere gettato nel vuoto. Muore prima di sapere che a Shelley tocca lo stesso, tragico destino. Un anno dopo, grazie alla profezia del corvo, animale simbolo che divide il mondo dei vivi da quello dei trapassati, Eric torna a vivere. A muovere i suoi passi è il desiderio di vendetta. Grazie all'anmica Sarah (Rochelle Davis), Eric si mette sulle tracce dei quattro criminali responsabili della strage, che sono guidati da Top Dollar (Michael Wincott). Col il volto ricoperto di bianco e gli abiti neri a fasciarlo, Eric farà di tutto per avere non solo giustizia, ma anche la possibilità di potersi ricongiungere con l'amata nel mondo dell'aldilà.

C'è davvero bisogno di un remake?

Ci sono film che, spesso per motivi imperscrutabili, finiscono col diventare delle pellicole cult, pietre miliari di un genere cinematografico o di un determinato periodo, di cui finiscono col diventare un simbolo. Il corvo, pellicola tratta dall'omonimo fumetto di James O'Barr rientra in questa categoria di lungometraggi. Probabilmente anche a causa della tragica morte del suo protagonista Brandon Lee, figlio di Bruce Lee, e della vicenda che ha portato all'incidente sul set che gli è costato la vita. Un incidente che sembra un tragico scherzo del destino - come si legge su Coming Soon, si scelse solo all'ultimo di inserire la scena in cui uno dei criminali spara ad Eric - e che ha fatto sì che Il corvo diventasse un simbolo del cinema più dark degli anni Novanta, quello che poi avrebbe aperto le porte alla generazione dei cosiddetti "emo" che avrebbero spopolato nei primi anni Duemila. Si trattava di una pellicola incentrata sì sul desiderio di vendetta - e che quindi poteva avere a che fare con il cinema più d'azione - ma era anche un lungo viaggio attraverso l'elaborazione del lutto, tanto di Eric quanto di Sarah. Una pellicola oscura e brutale che, tuttavia, serviva anche a ricordare che le ferite si possono cicatrizzare e che affrontare la perdita è il primo passo per rimettersi insieme. Il corvo è stato un manifesto di quegli anni e ne rappresenta in qualche modo l'anima: ecco perché l'idea di farne un reboot non è piaciuta a moltissimi spettatori.

Da una parte il pubblico è già molto stanco di vedere al cinema solo "rifacimenti" di storie che già popolano il passato della settima arte. I vari Live Action di casa Disney, i revival delle vecchie serie tv, i remake di film come Papillon o Altrimenti ci arrabbiamo sono operazioni che non hanno alcuno scopo, se non quello di provare a "fare cassa" e che soprattutto non aggiungono nulla di nuovo a quello che era già stato mostrato. E proprio per questo vengono in qualche modo percepiti come "imbrogli intellettuali" da parte del pubblico, che si sente raggirato, come se fosse costretto a pagare due volte il biglietto per uno spettacolo che già conosce ma che si presenta con una qualità inferiore. Tutti questi elementi, uniti alla "sacralità" che ruota intorno a determinati prodotti come Il corvo rendono l'idea di un reboot davvero spiacevole per gli spettatori che negli anni Novanta hanno visto il film originale. Soprattutto se si tiene conto che già in passato si era provato a restituire la magia oscura de Il corvo attraverso sequel che sono quanto meno dimenticabili. Ora il reboot della pellicola, che stando a quanto si legge sul sito di Sky TG24 è entrata nella sua fase di post-produzione dopo la fine delle riprese, punta a raccontare la stessa storia a una nuova generazione di spettatori. Il protagonista sarà interpretato da Bill Skarsgaard, che recentemente ha interpretato il villain in John Wick 4. Stando alle informazioni raccolte dalla testata Collider, il remake/reboot si propone di "reimmaginare" la storia, ma di fatto la trama è pressoché identica a quella del film del 1994. Ancora una volta, dunque, è lecito domandarsi che senso abbia creare una nuova versione di qualcosa che esiste già e che è sempre lì a disposizione per essere fruito dal pubblico.

Perché Hollywood ha così bisogno di remake? Perché, a prescindere dall'attuale sciopero degli sceneggiatori, non si rischia più con storie originali? È Hollywood che ha perso la sua spinta creativa o è il pubblico generalista che si è impigrito e preferisce vivere nella nostalgia? Per quanto possa essere sbagliato giudicare un film prima ancora della sua uscita, è evidente che il remake de Il corvo è un progetto che ha buone possibilità di non essere affatto accolto con calore da parte di critica e pubblico.

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