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The great wall, ecco perché il film con Matt Damon è stato un flop

Perché The great wall è stato accolto così male da critica e pubblico? I problemi dietro il film con Matt Damon e Pedro Pascal

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Diretto dal regista "wuxia" - corrente precisa del cinema asiatico - Zhang Yimou e uscito nel 2016, The great wall è il film che va in onda questa sera alle 21.20 su Italia 1. Nel film sono presenti due riferimenti a Interstellar e The Martian e, in particolare, ai personaggi interpretati da Matt Damon, protagonista di questa pellicola.

The great wall, la trama

William Garin (Matt Damon) e Pero Tovar (il lanciatissimo Pedro Pascal) sono due membri di un gruppo di mercenari che sta attraversando la Cina nella speranza di entrare in possesso della cosiddetta "polvere nera", una sorta di antenata della polvere da sparo. Le cose, però, non vanno affatto come previsto. Quando la Grande Muraglia comincia ad apparire all'orizzonte, infatti, la squadra viene attaccata da un mostro che stermina la maggior parte dei mercenari e William e Pero sono gli unici ad aver salva la vita. Dopo essere riusciti in qualche modo a mettere in fuga l'oscura creatura, i due vengono arrestati da dei soldati: ed è così che capiscono che la Cina ha un gruppo di militari addestrati proprio per combattere dei mostri alieni che sono stati battezzati Tao Tei. Quando un'ondata di mostri attacca la Grande Muraglia, William e Tovar vengono messi in libertà da Ballard (Willem Dafoe) che, come loro, aveva cercato fortuna a Oriente. Grazie alle loro capacità in battaglia i due vengono accolti tra le schiere dei soldati cinesi. Sarà possibile avere la meglio sui mostri alieni?

Che cosa non ha funzionato nel film?

The great wall, sulla carta, avrebbe dovuto essere un grande progetto, capace di entrare nei titoli iconici della Hollywood da blockbuster. Ha rappresentato non solo il primo film di Zhang Yimou quasi interamente in lingua inglese, ma è stato anche uno dei film più costosi per la cinematografia cinese. Come si legge sul sito dell'Internet Movie Data Base, infatti, il budget per la realizzazione della pellicola si aggira intorno ai centotrentacinque milioni di dollari: costi che sono lievitati anche a causa del bisogno di avere sul set numerosi traduttori che potessero fare da tramite tra le varie unità che componevano il set. Tra le altre spese c'è stata anche quella legata agli effetti speciali e al bisogno di ricreare digitalmente la Grande Muraglia, visto che la produzione non ha avuto il permesso di girare in loco. Un investimento davvero corposo che, però, non è stato ripagato: la pellicola, secondo i numeri del box office, ha guadagnato a livello internazionale circa trecentotrentacinque milioni di dollari. A questa cifra - che sembra esorbitante - va sottratto sia il budget di produzione, sia i costi della campagna di marketing. Cifre che attestano l'incasso totale a meno di cento milioni di dollari.

Ma The Great Wall non è stato solo un flop quanto a incassi: è stato accolto con molta durezza anche da parte della critica, che non ha lesinato nel mettere in mostra i difetti del film. La prima polemica che si alzata intorno al film è quella di whitewashing e della scelta di aver utilizzato il cliché dell'uomo bianco che giunge a salvare un popolo di diversa etnia: critiche che hanno toccato anche film come Avatar o l'insospettabile The help, e che sia Zhang Yimou che Matt Damon hanno rispedito al mittente. In effetti, sono altri i problemi del film. E, tra questi, c'è anche la mancanza di originalità, nel proporre comunque uno schema narrativo già visto e rivisto sul grande schermo.

The great wall pecca soprattutto di non avere personalità, di non avere quella scintilla creativa che possa spingere il pubblico almeno a divertirsi durante la visione. Il "blockbuster mancato" è una pellicola che non ha nulla di interessante, che non funziona come strumento di intrattenimento e che sembra realizzato un po' troppo alla rinfusa, come se i pezzi che lo compongono fossero stati messi insieme senza far troppo caso al quadro definitivo. Ed è proprio la mancanza di questa coerenza interna ad aver sancito forse in maniera definitiva l'insuccesso dell'operazione. È quello che ha detto lo stesso Matt Damon durante un'intervista riportata da Movieplayer. L'attore ha dichiarato non solo di aver visto arrivare il disastro con mesi di anticipo, ma ha anche aggiunto che The great wall "non è coerente. Non funziona proprio come film." Un pessimo risultato ottenuto anche a causa delle pressioni che i produttori di Hollywood hanno messo addosso al regista Zhang Yimou, che ha dovuto in qualche modo sacrificare la sua visione per permettere al film di uscire. Matt Damon ha poi continuato asserendo: "Sono arrivato a considerarlo la definizione di attore professionista: sapere che sei in una situazione senza speranza e dirti: 'okay, mancano ancora quattro mesi, sei all'alba dell'assedio di Hamburger Hill.

Morirò qui, ma lo farò comunque."

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