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Cosa c'è di vero (e cosa no) nella storia della Regina Carlotta su Netflix

Come le precedenti due stagioni di Bridgerton, anche Queen Charlotte sta avendo molto successo tra il pubblico. Ma la serie di Shonda Rhimes ha raccontato la verità sulla regina inglese?

Cosa c'è di vero (e cosa no) nella storia della Regina Carlotta su Netflix
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Come è avvenuto con le precedenti due stagioni di Bridgerton, anche Queen Charlotte - che ha da poco debuttato su Netflix - ha spinto molti spettatori a domandarsi se quello che è apparso sul piccolo schermo corrispondesse a realtà o finzione. Ma proprio come è stato per la saga principale, Queen Charlotte è un prodotto pensato puramente per l'intrattenimento e non ha alcuna velleità di essere un prodotto storico accurato. Lo ha dichiarato la creatrice stessa dello show, Shonda Rhimes, quando in un'intervista in Volture ha detto: "Non ho mai avuto l'intenzione di fare un biopic dal titolo La vera vita della Regina Charlotte. Nessuno sa quali fossero le reali conversazioni che la regina ha avuto con George o come fosse la loro vita di coppia. Perciò ero semplicemente felice di poter riempire gli spazi vuoti di un personaggio che avevamo già creato." Con un'affermazione del genere è pressoché sciocco aspettarsi un'accuratezza storica nel guardare Queen Charlotte. E sebbene molti dettagli appartengano alla vera regina britannica, ci sono molti altri aspetti che sono stati modificati per necessità artistiche o anche solo per sfamare la creativa della creatrice della serie. Ecco allora una lista di fatti e invenzioni che hanno contribuito a creare lo show disponibile su Netflix. Attenzione, l'articolo potrebbe contenere spoiler per coloro che non hanno visto la serie nella sua interezza.

Queen Charlotte tra realtà e finzione

Quando si sono sposati davvero Carlotta e Giorgio?

La serie approdata su Netflix nel mese di maggio è stata ben attenta a non dare alcuna indicazione storica precisa. Le date, nel mondo di Bridgerton, sono sempre trattate con molta vaghezza, probabilmente per suggerire ancora una volta come l'intento non sia quello di raccontare una storia vera in ogni suo aspetto. Queen Charlotte si dipana su due piani temporali: il primo è quello del matrimonio tra Carlotta e Giorgio, l'altra è quella del "presente", che è ambientato dopo i fatti raccontati nella seconda stagione di Bridgerton. Questo secondo piano è quindi ambientato, come riporta anche Screenrant, intorno al 1815. Tuttavia, nella prima linea temporale, si vede una giovanissima Violet Bridgerton, il che fa presumere che la serie sia ambientata intorno al 1780, vent'anni più tardi rispetto alla Storia. Infatti Carlotta e Giorgio si sposarono nel 1761: una data troppo lontana per permettere a Shonda Rhimes di inserire anche personaggi di Bridgerton nella linea temporale della storia d'amore tra i due reali.

Il "grande esperimento" non è mai esistito

Per giustificare con maggior forza l'universo di Bridgerton nato con il personaggio di Simon della prima stagione - un nobile dalla pelle scura - Queen Charlotte spiega allo spettatore che l'inclusività già vista nelle prime due stagioni dello show è il frutto di un "grande esperimento". Come si vede negli episodi, infatti, la regina Augusta, madre di Giorgio, dà il via a un esperimento sociale, se così si può definire, che ha lo scopo di unire tutte le etnie e dare il via a un'Inghilterra ancora più forte. Un esperimento che passa sia attraverso la scelta di una futura regina afroamericana, sia attraverso la "promozione" di alcuni nobili che vengono titolati dal giorno alla sera. Naturalmente questo è solo un espediente narrativo e non ha alcun riscontro nella realtà. Non solo l'esperimento non è mai esistito, ma il regno di Giorgio III era ancora profondamente bigotto e razzista, tanto da permettere ancora la schiavitù fino al primo decennio del diciannovesimo secolo.

La regina Carlotta era davvero di colore?

Come era avvenuto anche per la prima stagione di Bridgerton, anche nel caso di Queen Charlotte ha sollevato interrogativi sulla vera etnia della regina. La regina Carlotta era davvero di colore? Secondo lo studioso Mario De Valdes y Cocom riportato dal The Washington Post la regina Carlotta discendeva dal ramo africano di una nobile famiglia portoghese. In effetti, guardando uno dei ritratti ufficiali della regina si può notare come i suoi lineamenti mostrino la discendenza moresca e non tipicamente caucasica.

Buckhingham Palace fu davvero il palazzo della regina Carlotta?

Nello show viene mostrato come Giorgio III regalò a Carlotta, come dono di nozze, Buckingham Palace, all'epoca conosciuto anche come Buckingham House. Le cose non differiscono molto nella realtà. Infatti il re acquistò la proprietà da Sir Charles Sheffield per un prezzo di ventun mila sterline nel 1761. La dimora venne destinata a residenza privata della famiglia, ma destinata soprattutto a Carlotta. Come si legge sul Royal Collection, proprio perché la casa era destinata a Carlotta e dunque scevra di qualsiasi funzione politica, il sito mantenne anche il nome di Queen's House, la casa della regina. Sebbene questo dettaglio sia vero, è invece fittizio il fatto che la coppia di sposi non vivesse sotto lo stesso tetto. Come si legge sul sito ufficiale della Royal Family, il re passava molto tempo a St. James Palace, il palazzo dove si svolgevano tutte le funzioni istituzionali, ma era Buckingham la "casa di famiglia".

Contadino Giorgio: verità o finzione?

Nel terzo episodio di Queen Charlotte, Carlotta scopre l'amore di Giorgio per la natura e il suo orto personale, tanto da chiamarlo Contadino George. Non si tratta di un'invenzione voluta da Shonda Rhimes. Profondamente interessato all'agricoltura - cosa che lo lega anche a re Carlo III - Giorgio si guadagnò davvero il soprannome che gli viene rivolto in Queen Charlotte. Tra i tanti epiteti che si sono tramandati nella storia, secondo Royal.uk, c'è anche quello di Contadino Giorgio, Farmer George in lingua originale.

La regina Carlotta scoprì Mozart?

In Queen Charlotte viene mostrato come Carlotta abbia incontrato il giovane Mozart quando il genio della musica era ancora "solo" un bambino prodigio. Nello show la regina afferma che quel bambino sarebbe presto diventato uno dei migliori compositori d'Europa. Si tratta, in questo caso, di un fatto realmente accaduto. Come si legge sul sito ufficiale della Royal Collection Trust, Mozart e Carlotta si incontrarono nel 1764, quando il futuro compositore aveva otto anni. Mozart scrisse per la regina sei sonate per clavicembalo (lo strumento suonato da Carlotta) da accompagnare con violini o fiati. Nella stessa fonte è riportato anche uno stralcio di una lettera che Mozart spedì alla regina e in cui professa tutta la sua ammirazione e l'orgoglio di aver potuto mettere la sua musica al servizio di Sua Maestà.

Giorgio III era davvero malato?

Come si legge sempre sul sito della Royal Family, Giorgio III ha vissuto molti anni combattendo contro una malattia che non solo minò la sua salute mentale, ma gli costò anche l'infelice soprannome di "re pazzo". Il sovrano ebbe alcuni degli episodi più violenti tra il 1788 e il 1801. Nel 1810 le sue condizioni peggiorarono al punto che fu costretto a ritirarsi del tutto dalla scena pubblica e il suo posto venne preso dal figlio maggiore, che sarebbe poi passato alla storia con il nome di Giorgio IV. Secondo alcuni storici le condizioni di salute del re erano dovuti a una condizione ereditaria chiamata porfiria, ma secondo altri la causa potrebbe ricercarsi anche in un avvelenamento dovuto all'arsenico. La salute del re, inoltre, sarebbe peggiorata anche dopo la morte della figlia per tubercolosi. Secondo ricerche più moderne, come riporta anche il Los Angeles Times, la malattia che colpì il re fu un disordine bipolare mai trattato nel modo giusto. Inoltre, come si vede anche in Bridgerton, con l'età il re divenne anche cieco e affetto da demenza senile.

Tra Giorgio e Carlotta fu amore a prima vista?

In Queen Charlotte viene mostrato al pubblico come Giorgio III cominci a provare attrazione per Carlotta quasi nell'istante esatto in cui la incontra, nel momento in cui lei sta cercando di fuggire alle nozze. Sebbene sia una storia molto romantica, non corrisponde alla verità. Prima di sposarsi con Carlotta, il re era innamorato di Lady Sarah Lennox, che però non era vista di buon occhio dalla regina madre, che vietò qualsiasi unione tra i due giovani. Secondo quanto si legge su English Monarchs, in realtà, re Giorgio III fu molto deluso da Carlotta la prima volta che la vide. La futura regina era esile, piccolina, con tratti somatici molto diversi da quelli delle nobildonne a cui l'uomo era abituato. Quindi tra i due non ci fu alcun amore a prima vista: al contrario, solo il tempo insegnò ad entrambi ad amarsi e rispettarsi.

I figli di Giorgio e Carlotta non ebbero eredi? Chi è la bambina che si vede nel finale?

Come si vede anche in Queen Charlotte, Carlotta e Giorgio diedero all'Inghilterra quindici figli, di cui tredici sopravvissero all'età adulta. Tuttavia, nonostante questa prole generosa, il regno di Giorgio III dovette davvero affrontare una crisi come si vede nello show di Shonda Rhimes, perché sembrava che nessuno dei figli reali fosse in grado di produrre un erede. Nel 1817 i due sovrani persero la principessa Charlotte, figlia del loro primogenito, e il trono rimase senza un erede legittimo e diretto. Le cose cambiarono quando il loro quarto figlio, Edoardo, insieme alla moglie Vittoria di Sassonia-Coburgo-Saalfeld, diedero alla luce la principessa Alexandrina Victoria of Kent, che sarebbe passata alla storia come la Regina Vittoria. Vittoria è stata la sovrana più longeva sul trono britannico fino all'arrivo di Elisabetta II, che ha superato i suoi 63 anni di regno. La Regina Vittoria è stata la prima erede di Carlotta e Giorgio, ma non è stata l'unica. Tuttavia, come si vede anche nella serie tv, la maggior parte degli eredi della coppia reale furono illeggittimi.

Il re fu torturato per essere curato?

Quando in Queen Charlotte viene fatta luce sulle condizioni di Giorgio e sul motivo per cui è stato costretto a stare lontano dalla moglie tanto a lungo, lo spettatore viene a conoscenza dei metodi che il medico Monro (interpretato da Guy Henry) utilizza per cercare di frenare l'avanzata della malattia. Metodi che agli occhi del pubblico moderno sono molto vicini alla tortura e all'umiliazione. Ma le cose sono andate veramente così? Secondo l'esperto Andrew Roberts, intervistato da LA Times, John Monro non solo è esistito veramente, ma anche i suoi metodi quasi medievali hanno resistito allo scorrere del tempo. Secondo lo storico, infatti, Monro utilizzò mezzi brutali per cercare di "curare" re Giorgio III, proprio come si vede nella serie di Shonda Rhimes. "Di fatto, è stato torturato," ha spiegato Roberts, autore anche di un saggio dedicato proprio alle condizioni del sovrano inglese. La tortura comprendeva l'utilizzo dei salassi - che venivano utilizzati pressappoco per qualsiasi malessere mentale o fisico -, incisioni sulla pelle, ma anche di una camicia di forza che il re era costretto a indossare per giorni. Si trattava di metodi che Monro probabilmente non utilizzava per crudeltà, ma solo perché all'epoca i pazienti affetti da malattie mentali venivano trattati in questo modo. Peccato che, sempre secondo Roberts, queste operazioni avevano l'effetto contrario: non solo il re non migliorava, ma molto spesso tendeva a peggiorare.

Alla fine, comunque, il sovrano cambiò medico e venne seguito da Francis Willis, che utilizzava metodi ben più moderni.

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