Cinema

Scene di sesso nei film: sul set arriva il consulente di intimità

Negli Stati Uniti e in altri paesi la figura professionale dell'intimacy coordinator opera da anni e serve a vigilare sulla correttezza degli approcci intimi tra attori

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Il MeToo sta rivoluzionando il sistema cinematografico. Sebbene la figura dell'intimacy coordinator - consulente di intimità - esista da diversi anni (dal 2017), sempre più produzioni nazionali ed internazionali stanno assumendo questa figura professionale per vigilare sulla correttezza degli approcci tra attori nelle scene di sesso. Già, perché un bacio, un abbraccio o un rapporto sessuale riprodotti sul set in favore di telecamera possono creare problemi e disagi agli interpreti, ma anche al pubblico. Ecco perché, anche in Italia, partirà a breve un corso per diventare consulente di intimità.

L'approccio, assicurano da Hollywood, è quello degli action movie, dove i coordinatori delle scene di azione più pericolose si accertano che le sequenze siano sicure ma al tempo stesse credibili. L'intimacy coordinator si occupa, dunque, di rendere credibili le scene intime nei film per cinema e tv, ma anche di vigilare su possibili molestie tra attori e personale sul set e persino imbarazzi tra i protagonisti. Perché una scena di sesso può riservare insidie.

Perché nasce la figura dell'intimacy coordinator

"Ogni contesto è diverso: un attore agli esordi ha un approccio totalmente differente da un collega con trent’anni di esperienza. Possono sembrare dettagli, ma è il senso del lavoro", ha spiegato Luisa Lazzaro, membro della Commissione scientifica del corso organizzato dalla Fondazione Anica Academy del cinema, dell'audiovisivo e del digitale - ETS, insieme a Sky Italia che è partner e sponsor dell'iniziativa, proseguendo: "Negli anni si è prestata poca attenzione sul set a questi aspetti e l'intimacy coordinator ha proprio lo scopo di offrire una modalità che eviti sorprese, disagi, malesseri".

Da Bridgerton a Sex Education, le scene di sesso negli Stati Uniti e altri paesi sono "vigilate" da tempo e gli attori ormai hanno imparato a muoversi tra baci e scene spinte seguiti dagli occhi attenti dell'intimacy coordinator. Un po' quello che è successo in Italia sui set di produzioni internazionali come "M. il figlio del secolo" di Antonio Scurati e "Supersex" sulla vita di Rocco Siffredi. Da qui l'esigenza di formare figure professionali italiane.

"La priorità dell'industria cinematografica deve essere proteggere e rispettare la sensibilità e la libertà degli interpreti e dell’intero set, rendendo quindi migliore e più sicuro il lavoro di tutti", ha spiegato Nils Hartmann di EVP Sky Studios Italia e Germania a Repubblica, parlando del corso che sembra inserirsi nel filone del politically correct, che sta travolgendo il cinema.

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