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Shrek, ecco perché è un film rivoluzionario

Shrek è uno dei primi film d'animazione pensati soprattutto per un pubblico adulto, che potesse in qualche modo identificarsi con un orco che non voleva fastidi e che stava bene nella propria solitudine. E la scelta di raccontare questa storia è stato uno degli atti più rivoluzionari nel cinema d'animazione di inizio Duemila

Shrek, ecco perché è un film rivoluzionario

Shrek è il primo capitolo di una tetralogia che è stata capace di rivoluzionare il mondo dell'animazione e delle trasposizioni legate alle fiabe, con un'ironia che lo rende un film adatto più agli adulti che agli spettatori più giovani. Diretto da Andrew Adamson e Vicky Jenson, Shrek va in onda questa sera alle 21.20 su Italia 1.

Shrek, la trama

Basterebbe poco all'orco Shrek per vivere una vita felice. Tutto quello che la creatura verde chiede al mondo è di poter vivere in santa pace nella sua palude, senza che gli umani giungano a dargli la caccia con dei forconi o che altre creature magiche comincino a bussare alla sua porta, a reclamare attenzioni che lui non è disposto a dare a nessuno. Felice della sua solitudine - almeno a suo dire - Shrek vede ogni suo sogno andare in pezzi quando la palude viene invasa dai personaggi delle fiabe che Lord Farquaad ha cacciato dalle sue terre. Assediato da creature intrise di magia, Shrek vede la sua quotidianità andare in frantumi dall'arrivo dell'asino Ciuchino (doppiato da Eddie Murphy), un asinello dalla lingua lunga che non riesce a stare in silenzio nemmeno per un istante. A quel punto Shrek si rende conto che se vuole mettere un freno al caos della sua palude deve parlare con Lord Farquaad e trovare una soluzione. Peccato che il Lord, che non ha né la morale né l'aspetto di un eroe, "incastri" l'orco in una missione tutt'altro che scontata: Shrek accetta infatti di partire per una torre remota custodita da un drago, dove è tenuta prigioniera la principessa Fiona (Cameron Diaz), dama che Lord Farquaad vuole sposare. Shrek non dovrà solo salvare la fanciulla, ma anche riportarla indietro sana e salva. Con l'aiuto di Ciuchino e di una galleria eccentrica di personaggi, Shrek e Fiona cercheranno di ritrovare la propria via verso casa. Ma mentre l'orco comincia a provare qualcosa di inatteso, la principessa continua a tenere celato un segreto che potrebbe cambiare ogni cosa.

Shrek, il rivoluzionario

Come ogni struttura narrativa degna di questo nome, anche quella delle fiabe risponde a canoni precisi e ad elementi che devono essere riproposti quasi pedissequamente per incontrare il favore del pubblico e "meritarsi" l'epiteto di fiaba. Una costruzione diegetica che deve necessariamente passare anche attraverso l'eroe della storia, che il più delle volte deve essere un principe dall'aspetto aitante, il cuore puro e una gamma piuttosto ampia di valori gentile e caritatevoli. Personaggi, dunque, che possano in qualche modo rappresentare la nostalgica perfezione dei tempi d'oro che ogni C'era una volta richiama nella mente e nell'animo del pubblico. Se si pensa ai principi dei lungometraggi Disney fino ai primi anni Duemila non sorprende vedere come questo prototipo andasse per la maggiore. Ne La sirenetta, Eric è un principe di un regno simil-scandinavo, dallo sguardo limpido e il cuore pieno di meraviglia e gentilezza, che solo un incantesimo riesce a rendere vanesio e distratto. In Cenerentola, il principe è un bellimbusto che sogna il grande amore, così come il principe di Biancaneve. Persino ne La bella e la bestia, dove all'inizio il principe Adam deve passare come il villain della storia, il suo aspetto è quello di un nobile che è al di sopra dei comuni mortali. Tutti stereotipi, questi, che Shrek ha fatto a pezzi con una manciata di scene. Come si legge sul New York Post, Shrek era stato pensato per essere la storia "dell'uomo più brutto del mondo".

E proprio in questo si può ricercare il primo tratto rivoluzionario di un film come Shrek. Per la prima volta, al centro della narrazione non c'è un uomo dagli addominali scolpiti e l'aspetto che spingererebbe qualsiasi donna a innamorarsi di lui. C'è invece un orco che è sgradevole da vedere e che, soprattutto all'inizio, rappresenta anche una sorta di misantropo che non vuole avere niente a che fare con il mondo e che agisce non per salvare gli altri, ma per salvaguardare la propria solitudine. Da questo punto di vista Shrek è forse uno dei primi personaggi che agisce per puro egoismo. Certo, si tratta comunque di un lungometraggio d'animazione che puntava ad abbracciare un bacino d'utenza alquanto ampio, per cui poi il personaggio mostra anche le caratteristiche più positive del suo carattere. Ma di fatto Shrek è un personaggio scomodo, a tratti negativo, che si distanziava anni luce da quelli propinati da casa Disney. Ed è proprio nei confronti della Disney che Shrek mostra il suo lato più rivoluzionario. Discostandosi dai classici "film per famiglie", il nuovo lungometraggio d'animazione non lesinava né sulle battute ambigue né su dialoghi che sarebbero stati pressoché incomprensibili per i più piccoli, ma avrebbero fatto divertire moltissimo i più grandi. Non c'era più il "family friendly" della Disney, ma il pubblico si trovava davanti al primo vero film d'animazione pensato per gli adulti, che prendevano di mira proprio i topos della fiaba classica: la principessa canta agli uccellini per ucciderli, Robin Hood non è un uomo gentile che sfama i poveri, ma un vanaglorioso che vive della propria luce riflessa. La principessa viene messa nella torre per mere questioni economiche e il vero amore che trionfa non porta al lieto fine che lo spettatore si aspetta, ma a quello che sarebbe più lecito attendersi nella vita reale.

La rivoluzione di Shrek è proprio qui, in questa volontà di raccontare la fiaba svestita dai suoi abiti più splendidi per renderla molto più vicina alla realtà.

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