Cinema

V per vendetta, perché il film è ancora attuale, tra pandemia e propaganda

Sebbene sia uscito nell'ormai lontano 2005, V per vendetta è un film ancora molto attuale, che riesce a raccontare con precisione il fallimento della società sotto il peso delle fake news

V per vendetta, perché il film è ancora attuale, tra pandemia e fake news

V per vendetta è il film del 2005 diretto da James McTeigue che va in onda questa sera alle 21.04 sul canale 20 Mediaset. La pellicola, di genere distopico, è tratta dall'omonima graphic novel firmata da Alan Moore. Inoltre, come si legge su Coming Soon, la colonna sonora è stata affidata a un italiano, Dario Marianelli, che ha composto musiche in grado di coesistere con brani firmati da Beethoven e Pëtr Il'ič Čajkovskij.

V per vendetta, la trama

Londra è la città dove ha sede il cuore del partito che ha preso il potere sfruttando la paura della popolazione dopo una pandemia batteriologica che ha portato alla morte di centinaia di persone, bambini compresi. Il partito è guidato dal crudele Alto Cancelliere (John Hurt), che annienta con violenza qualsiasi tentativo di ribellione al suo mandato. In questa evidente dittatura un uomo mascherato che si fa chiamare V (Hugo Weaving) sembra essere l'unico in grado di fare qualcosa. Nascosto dietro la maschera del ribelle storico Guy Fawkes, V compie atti che il partito definisce terroristi, ma che hanno il solo scopo di risvegliare la coscienza addormentata dei londinesi. La storia di V, poi, si intreccia con quella di Evey Hammond (Natalie Portman) che una notte, mentre si sta recando a casa del suo datore di lavoro (Stephen Fry) viene salvata proprio dall'eroe mascherato, che quasi la elegge a sua musa. Mentre Evey, orfana di genitori, cerca di capire dove sia la verità l'ispettore Finch (Stephen Rea) comincia a indagare a fondo sul terrorista. Le indagini saranno ciò che gli faranno mettere in dubbio le affermazioni del partito che ha sempre servito.

L'attualità del film

Uno dei maggiori meriti del genere distopico è quello di utilizzare un futuro prossimo del tutto inventato con il quale però affrontare e fronteggiare la società e la cultura odierna. La distopia diventa allora uno strumento di denuncia, un'arma che gli scrittori mettono in campo per rappresentare i difetti della contemporaneità. In questo senso, allora, V per vendetta è un esempio perfetto di letteratura distopica e la sua potenza narrativa è tale che il suo messaggio è attuale a quasi vent'anni di distanza dall'uscita in sala della pellicola. Sono soprattutto due gli aspetti che il film sembra avere in comune con il periodo storico attuale: la pandemia e le fake news.

Per quanto riguarda il primo aspetto, non serve andare troppo in là con la memoria. Nel 2020 il coronavirus ha costretto tutti a guardare in faccia una realtà del tutto nuova: tra lockdown, contagi e morti e una paura diffusa, la sensazione era davvero quella di vivere in uno dei tanti film distopici che riempiono il catalogo della settima arte. Gli altoparlanti nei supermercati, le lunghe file per comprare il cibo, le forze dell'ordine che passavano in strada per controllare che l'ordine venisse conservato: sono tutti elementi che prima del Covid potevano esistere solo in prodotti di finzione. Ma è stata soprattutto la paura il sentimento principale: paura dell'altro, del contagio, di tutto quello che era fuori dall'ordinario. E poi c'è stata la corsa al vaccino, il bisogno di trovare un rimedio che potesse far tornare tutto alla normalità. Un percorso che è anche quello che è alla base di V per Vendetta: il partito nasce e viene eletto proprio sull'onda di una pandemia che ha devastato la città e grazie alla messa in commercio di un vaccino.

Quando la pandemia da Covid ha colto il mondo impreparato, alcune persone hanno ritenuto che la cosa più importante da fare fosse trovare il responsabile. Questo ha portato alla nascita di teorie complottiste e fake news con cui una certa fetta di popolazione si è "consolata". Ma questa mole di informazioni trovate sui social e senza alcuna fonte scientifica si è presto trasformata in una crepa. Le fake news hanno solo permesso agli avvoltoi di individuare con più facilità i punti deboli di una popolazione e di una società che sembra sul punto del collasso.

E questo è un altro elemento che il film racconta benissimo.

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