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Congedo parentale, arriva una nuova mensilità

Previsto un altro mese per chi conclude la maternità o la paternità con lo stesso trattamento di quello pagato all’80%

 Congedo parentale, arriva una nuova mensilità

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Novità per coloro che possono usufruire del congedo parentale. Dopo il trattamento indennizzato all’80% introdotto nel 2023 per i neo-genitori, per quest’anno sarà possibile usufruire ancora della misura. L’obiettivo è quello di cercare di supportare la natalità in Italia dove le nascite scendono sempre di più. Sono infatti meno di 400mila i bambini nati all’anno, complice anche il calo del potere d’acquisto che ha colpito anche i lavoratori con figli. Ecco tutti gli aggiornamenti.

Il congedo

L’estensione dei congedi è una misura che ha annunciato anche il presidente francese Macron il quale ha parlato dell’arrivo di un'agevolazione di sei mesi sia per la madre che per il padre. In Italia la misura è stata inserita nella legge di Bilancio 2024 (legge 213/2023, articolo 1, comma 179). Nel Belpaese il congedo parentale dura dieci mesi complessivi per entrambi i genitori e consiste nell’astensione facoltativa dal lavoro. Per ogni bambino, durante i suoi primi dodici anni di vita, ogni genitore può astenersi dall’attività lavorativa per un periodo che non superi quindi i dieci mesi complessivi. Questo limite sale a 11 mesi nell’ipotesi in cui il padre eserciti il proprio diritto ad astenersi dal lavoro per un lasso di tempo continuativo o suddiviso che non sia inferiore a tre mesi. Il congedo parentale dev’essere dato al genitore richiedente anche nel caso in cui l’altro non sia in diritto di averlo.

Le mensilità

I genitori che lavorano e che terminano il periodo di maternità o paternità dopo il 31 dicembre 2023 possono comunque avere due mesi di congedo retribuito nella misura del’80% per il 2024. Questa agevolazione è valida fino a sei anni di vita del bambino, i mesi successivi di congedo, invece, sono utilizzabili al 30% fino a dodici anni di vita del figlio e ammontano a sette mesi fra entrambi i genitori. Superati i nove mesi il congedo non può più essere indennizzato, di conseguenza non si otterrà la retribuzione ma si potrà comunque richiedere. Per quanto riguarda il 2025 il secondo mese di congedo parentale godrà di un’indennità del 60% della retribuzione, e non quindi dell’80%.

A chi si applica

La misura riguarda solo i neo genitori e quindi, come anticipato, i lavoratori che finiscono il periodo di congedo di maternità o, in alternativa, di paternità, dopo il 31 dicembre 2023. In merito alla paternità si tratta dell’astensione dal lavoro da parte del padre lavoratore che può essere alternativamente fruita all'agevolazione nei confronti della madre, per il lasso di tempo del congedo di maternità stesso oppure per il periodo residuo di cui avrebbe goduto la lavoratrice ma non ha potuto a causa della morte o di grave infermità della madre, decretando quindi l’abbandono. È previsto tra queste ultime casistiche anche l’affidamento esclusivo del bambino al padre. Inoltre l’indennità all’80% è dedicata solo ai dipendenti e vengono quindi esclusi i lavoratori autonomi, iscritti alla gestione separata Inps, e altri. Stando ai dati disponibili i congedi parentali nel 2022 sono stati usati da 348.864 lavoratori, di cui il 78% donne. I giorni di astensione riguardano le madri, ovvero 54 in media mentre sono mediamente 23 i lavoratori padri.

La domanda

Al fine di richiedere la misura i dipendenti devono dimostrare di avere un rapporto di lavoro in corso. La richiesta va inviata all’Inps, oppure tramite intermediari o enti di patronato, prima dell’inizio del periodo in questione, nel caso in cui venisse presentata dopo si otterrà il pagamento solo per i giorni dopo l’invio della domanda.

Sarà il datore di lavoro ad anticipare l’indennità, l’Inps provvede con il pagamento diretto solo per gli operai agricoli e per i lavoratori dello spettacolo a tempo determinato.

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