La vita nel condominio può non essere facile e il rischio di avere vicini che fanno rumore è alto. L’elenco dei comportamenti da evitare è lungo ma, tra tutti, il chiasso risulta tra i più fastidiosi e, sotto questo aspetto, il regolamento condominiale è preciso e lascia spazio a pochi dubbi, inquadrando anche quei rumori che possono essere considerati molesti e che, di conseguenza, devono essere evitati.
Per risolvere il problema ci sono tre possibilità, l’ultima delle quali consiste nel rivolgersi a un giudice. Non è un’ipotesi da scartare a priori perché le persone incapaci di tenere un contegno tendono a non avere predisposizione per gli atteggiamenti civili.
Prima di tutto è però necessario stabilire quando si può parlare di rumore e quando questo è eventualmente tollerabile.
Il rumore e il regolamento del condomino
Il regolamento del condominio definisce degli orari durante i quali il rumore è tollerato e, di conseguenza, gli orari durante i quali non è permesso avere atteggiamenti rumorosi.
Seppure suscettibili di variazioni a seconda del regolamento, gli orari seguono i cicli del riposo e, di norma, sono:
- dalle 8.00 alle 13.00 e poi dalle 15.00 alle 21.00 i rumori sono tollerati
- dalle 13.00 alle 15.00 e poi dalle 21.00 fino alle 8.00 del mattino dopo i rumori non sono ammessi, così come non sono ammessi la domenica.
Va quindi specificato che si può parlare di rumore soltanto quando viene prodotto durante gli orari in cui è vietato. Le lamentele che riguardano atteggiamenti chiassosi durante le ore in cui questi sono permessi rischiano di cadere nel vuoto, a meno che il vicino non mostri una particolare sensibilità.
Laddove un condomino dovesse trovarsi nella condizione di produrre rumore prolungato durante gli orari destinati al riposo, per agire in modo corretto dovrebbe chiedere l’autorizzazione preventiva all’amministratore di condominio.
Cosa è da considerare rumore
Il rumore può essere prodotto in diversi modi ed è da considerare che non sempre il vicino interviene in modo diretto. A prescindere da ciò, sono da considerare molesti:
- i rumori prodotti dai tacchi
- lo spostamento di mobili
- l’ascolto di radio o tv a volume elevato
- le urla
- l’uso di utensili come, per esempio, martelli o trapani
- il pianto dei bambini
- l’abbaiare dei cani.
Cosa fare se un vicino fa rumore
Come detto, le strade percorribili sono tre. La prima è quella del dialogo, ossia parlare con il vicino molesto chiedendogli di cessare gli atteggiamenti fastidiosi. La seconda, da seguire quando la prima si è rivelata infruttuosa, è chiedere l’intervento dell’amministratore di condominio al quale spetterà il compito di scrivere al condomino comunicandogli nero su bianco le lamentele che lo riguardano.
La terza via è quella di ricorrere alla giustizia ordinaria. Il rumore eccessivo durante le ore adibite al riposo può avere conseguenze civili e penali per chi lo provoca.
Cosa dice la legge
Disciplinati dal Codice civile all’articolo 844, gli atteggiamenti molesti di un condomino possono sfociare in un’azione per la richiesta dei danni.
Il giudice si basa su elementi chiari, per questo motivo è opportuno fornire il maggiore numero di dettagli a carico del vicino che produce rumore, tra questi:
- l’orario e il luogo esatto in cui i rumori sono percepiti
- la persistenza dei rumori
- la perizia di un esperto
- la testimonianza di altri vicini.
Il giudice, raccolte le prove, intima al condomino di cessare ogni attività rumorosa e, se anche questo non fosse sufficiente, si potrebbe aprire la strada al riconoscimento di un effettivo danno fisico e psicologico a danno del vicinato.
Sul piano penale, laddove fosse dimostrato che i rumori sono tanto
molesti da rasentare il disturbo alla pubblica quiete, subentra l’articolo 659 dell’apposito codice che prevede multe fino a 309 euro e persino l’arresto fino a tre mesi. Ciò è però circoscritto a casi estremi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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