Cala la domanda e il mercato fa spallucce. Questo è il riassunto di quanto sta accadendo sui mercati del gas.
Incrociamo qui due diverse informazioni. La prima riguarda le bollette del gas che, durante l’ultimo anno, sono aumentate del 63,7% e la seconda, con un piglio di più ampio respiro, riguarda i consumi in calo. Questo dimostra ancora una volta che, sul mercato del gas, la legge della domanda e dell’offerta è annichilita da diverse interferenze, tra le quali la Russia che usa le forniture di gas come scudo politico contro le sanzioni e la speculazione.
Dopo una flessione del 12,9% a ottobre, a novembre il prezzo del gas ha ripreso la sua corsa verso l’alto, facendo segnare un aumento del 13,7%. Durante gli ultimi 12 mesi il costo è salito complessivamente del 63,7%. Ciò si traduce in un aumento della spesa media per la famiglia tipo di 1.740 euro in più, ai quali si devono aggiungere i 1.782 euro per i maggiori costi dell’energia elettrica, portando così il totale a 3.496 euro l’anno, ossia poco più di 290 euro al mese. Cifre medie che riguardano i mercati tutelati ma che, al di là di ogni dubbio, rendono bene l’idea della situazione nel suo insieme.
Il Financial Times (Paywall), forte dei dati forniti dalla società di analisi Icis, ha reso noto che a novembre l’’Europa ha tagliato del 24% i consumi di gas. Dato che assume una certa rilevanza perché se è vero che, almeno nella parte centro-meridionale del Continente, a ottobre il clima è stato clemente, altrettanto non si può dire del mese di novembre, durante il quale le temperature si sono rese vieppiù dispotiche.
In Italia i consumi hanno fatto registrare il –21%, in Germania il –23%. I due mercati più energivori hanno messo il freno a mano ai consumi e l’avere vestito i panni delle formiche non è necessariamente una buona notizia, poiché i grossi consumatori sono le imprese le cui attività si sono ridotte proprio a causa dell’alto prezzo delle energie.
Se alle due informazioni di cui disponiamo (ossia il calo dei consumi e l’aumento dei prezzi del gas) aggiungiamo anche una riduzione della produzione, ne esce un quadro sul quale occorre riflettere, soprattutto ora che l’inverno sta aprendo le porte a maggiori consumi e quindi a
ulteriori aggravi sull’economia delle famiglie e delle imprese, confermando peraltro le previsioni secondo le quali, durante gli ultimi mesi del 2022, il Pil italiano (ed europeo) è destinato a contrarsi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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