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Pensioni, donne e giovani potrebbero uscire prima: ecco le ipotesi

Importanti scivoli pensionistici sono allo studio per agevolare donne e giovani dall'uscita del mondo del lavoro: ecco le ipotesi sul tavolo del governo

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Se i punti fermi del governo in materia di pensioni e di riforma del sistema pensionistico sembrano essere la proroga di Quota 103 (uscita dal mondo lavorativo con 62 anni e 41 di contributi) e l'Ape sociale (lavoratori svantaggiati), ecco che spuntano nuove e allettanti ipotesi per le donne e per i giovani.

Le ipotesi per le donne

"Vedremo di dare ristoro alle donne che hanno età e anni di lavoro che non hanno potuto maturare (l'assegno previdenziale) per varie vicissitudini, di poter andare in pensione prima", ha dichiarato a Sky Tg24 il sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon, rispondendo a una domanda su Opzione donna. In pratica si tratterebbe di un accompagnamento alla pensione per le donne dai 61 anni d'età: in questo senso prende forma l'ipotesi Ape Donna, cioé un'Ape sociale agevolata al femminile che darebbe un'indennità di accompagnamento verso la pensione dai 61/62 anni rispetto ai 63 di adesso.

Questa potenziale riforma si rivolge alle donne che sono state licenziate, che presentano un'invalidità del 74%, che siano impegnate in lavori gravosi o caregiver: inoltre, alle date sopra menzionate si guadagnerebbe un anno per ogni figlio per un massimo di due anni. Questo significa che l'accesso alla pensione si potrebbe verificare anche a 58 anni d'età. Se andasse in porto, questa nuova soluzione metterebbe in archivio Opzione donna che ha già subìto forti restrizioni.

Le ipotesi per i giovani

Come detto, in arrivo anche potenziali novità per i giovani: si potrebbe utilizzare la previdenza integrativa così da consentire di andare in pensione già a 64 anni. In questo modo si raggiungerebbe la soglia minima anche per coloro i quali hanno iniziato a versare i contributi dal 1996. Come ricorda il Corriere, la previdenza integrativa per raggiungere l’importo è fissata a 2,8 volte il minimo (1.602 euro lordi), per poter accedere alla pensione tre anni prima, quindi a 64 invece di 67 anni. Lo stesso metodo sarebbe applicabile anche per raggiungere 1,5 volte la misura base che consente l'uscita dal mondo del lavoro a 67 anni ma se l’assegno ha cifre inferiori si dovranno attendere i 71 anni d'età. "Questa ipotesi mira anche a promuovere la previdenza integrativa e potrebbe essere estesa a tutti i lavoratori che possono optare per il contributivo", ha affermato Durigon.

Affinché tutto questo possa diventare realtà, o meno, si dovrà fare i conti con le risorse a disposizione: il Ministero dell'Economia rimane cauto perché la politica monetaria imposta dalla Bce ha rallentato la crescita come ha fatto sapere il Ministro dell'Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti.

Il rialzo dei tassi costano al nostro Paese "14-15 miliardi in meno" che sono le cifre con le quali bisognerà lavorare in Manovra.

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