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Le spese veterinarie nel 730? Sì, ma ecco quali

Ci sono spese veterinarie che possono essere portate in detrazione nel Modello 730 secondo alcuni calcoli e alcuni principi facili da ricostruire. Il legislatore riconosce la forte passione degli italiani per gli animali d’affezione, ecco cosa sapere

Le spese veterinarie nel 730? Sì, ma ecco quali
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In Italia sono censiti 62 milioni di animali d’affezione, ossia animali il cui possesso è legale e non destinati al commercio. È vero che la metà circa (30 milioni) sono pesci, è anche vero che ci sono 16 milioni tra cani e gatti e circa 13 milioni di volatili. Gli animali si ammalano, possono avere bisogno di farmaci, terapie e interventi chirurgici che in genere sono costosi. Ecco allora che il legislatore permette di detrarre fiscalmente le spese veterinarie nel Modello 730 anche se ci sono alcuni vincoli e limiti da rispettare.

Di quali animali si tratta

È possibile dedurre le spese veterinarie sostenute per la cura degli animali d’affezione, quindi per scopo di compagnia o per la pratica degli sport, categorie queste che includono un’ampia gamma di specie animali, è più facile elencare per quali animali non è possibile detrarre le spese, ovvero:

  • gli animali per la riproduzione, l’allevamento e il consumo alimentare
  • gli animali per le attività agricole e quelli destinati al commercio
  • gli animali non detenuti legalmente o usati per attività illegali.

Fatto questo primo distinguo, è opportuno evidenziare che non tutte le spese possono essere portate in detrazione.

Quali spese veterinarie possono essere dedotte

Non tutte le spese sostenute possono essere detratte, ci sono dei limiti semplici e, a loro modo, ragionevoli. Posson essere portate in detrazione queste spese:

  • le visite e le prestazioni effettuate da un veterinario
  • l’acquisto di farmaci prescritti da un veterinario
  • analisi e interventi chirurgici svolti da un veterinario

Occorre fare attenzione e non aggirare, anche in buona fede, questi paletti. Per esempio, un alimento particolare che deve essere usato per nutrire un cane con particolari allergie non dà diritto a detrazioni, anche se è stato prescritto dal veterinario poiché, benché essenziale, non può essere considerato al pari di un medicinale.

Allo stesso modo, i farmaci prescritti dal veterinario devono essere riconosciuti come tali dal ministero della Salute. Per esempio, non si può considerare un farmaco da banco come detraibile.

Va anche sottolineato che le spese per gli interventi chirurgici non devono essere necessariamente dedotte dal cosidetto proprietario, ma possono essere portate in detrazione da chi le ha sostenute materialmente giacché può trattarsi di un soggetto diverso.

Quali importi possono essere detratti

Le spese riconosciute possono essere detratte in ragione del 19% al massimo per 550 euro per anno fiscale, rispettando però la franchigia di 129,11 euro. Sono soglie e limiti che si applicano al contribuente e non al numero di animali posseduti.

Per spiegare meglio questo passaggio proponiamo tre diversi scenari. Il primo è quello nel quale, durante un anno fiscale, non si è raggiunta la cifra della franchigia (129,11 euro) e, in questo caso, non si ha diritto a detrarre alcunché. La detrazione è calcolata sulla parte che supera l’importo di 129,11 euro. Altrimenti, ipotizzando una spesa di 300 euro, il 19% va applicato sull’importo eccedente la franchigia quindi su 170,89 euro (300-129,11) e si ottiene così una detrazione di 32 euro. L’ultimo scenario è quello nel quale sono state sostenute spese per oltre 550 euro e, in questo caso, si può applicare soltanto la detrazione massima concessa, ossia 80 euro.

Le spese veterinarie vanno riportate nei righi del Modello 730 da E8 a E10 (Altre spese).

Chi fa ricorso al 730 precompilato dovrebbe trovarle già computate.

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