Cronaca giudiziaria

Abuso d'ufficio: condannato anche in Appello il sindaco Pd di Reggio Calabria

Giuseppe Falcomatà è stato condannato a un anno di reclusione (pena sospesa) per presunti illeciti nell'affidamento del Grand Hotel Miramare

Abuso d'ufficio: condannato anche in Appello il sindaco Pd di Reggio Calabria

La Corte d'appello di Reggio Calabria ha condannato (pena sospesa) a un anno di reclusione il sindaco del Pd, Giuseppe Falcomatà. Il primo cittadino, che non esercita più le sue funzioni per effetto della legge Severino a seguito della condanna in primo grado, è stato condannato per abuso d'ufficio per presunti illeciti nelle procedure di affidamento del Grand Hotel Miramare. La pena per Falcomatà è stata ridimensionata, passando dai 16 mesi del primo grado ai 12 mesi dell'appello.

Nel novembre 2021, Falcomatà era stato sollevato dall'accusa di falso. Per effetto della seconda condanna da parte della Corte d'appello, la sospensione derivante dalla legge Severino avrà effetto per un altro anno. La Corte d'appello di Reggio Calabria, presieduta dal giudice Lucia Monica Monaco, ha inflitto sei mesi anche a 7 ex assessori coinvolti nell'inchiesta, che in primo grado erano stati condannati a un anno.

Il commento dell'avvocato

L'avvocato Gian Domenico Caiazza, difensore di Giuseppe Falcomatà, in chiusura di dibattimento ha affermato che "a prescindere dalla pretesa dei motivi di illegittimità dell'atto, che contestiamo, consideriamo l'atto perfettamente legittimo. Quel che è certo tiamo parlando di una delibera, comunque la si voglia giudicare, che non ha mai avuto esecuzione. Non sono mai stati licenziati gli atti esecutivi, cioè, la stipula del contratto di comodato d'uso, il verbale di consegna, la verifica dello stato dei luoghi".

L'avvocato ha quindi aggiunto: "Non sono mai stati licenziati gli atti esecutivi, cioè, la stipula del contratto di comodato d'uso, il verbale di consegna, la verifica dello stato dei luoghi. La fase, necessaria, successiva non è mai avvenuta.

La Onlus e non l'imprenditore Zagarella non hanno mai preso possesso del bene, non è mai stato organizzato nulla di nulla, è stato anche emanato il bando di affidamento previsto nella stessa delibera, vinto da altri".

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