Il gup Pietro Balduzzi ha accolto la richiesta di patteggiamento a un anno e 8 mesi, pena sospesa, per Shmuel Peleg, nonno paterno del piccolo Eitan, l’unico sopravvissuto della tragedia del Mottarone del 23 maggio 2021, quando morirono 14 persone tra le quali anche i suoi genitori, i bisnonni materni e il fratellino di due anni. Il Giudice per le Udienze Preliminari ha accolto anche la richiesta di patteggiamento di Gabriel Alon Abutbul, presunto complice del nonno, a un anno e 6 mesi, sempre con pena sospesa. Entrambi erano accusati del rapimento del bambino.
Cosa era successo
Il nonno paterno aveva sequestrato il nipotino, che ha ora 7 anni, l'11 settembre del 2021, quando lo portò via dall’abitazione nel Pavese dell’allora tutrice, la zia Aya, sorella della mamma. L’uomo aveva rapito Eitan per portarlo nel suo Paese d'origine. L’autista accompagnò il nonno e il piccolo nel viaggio fino in Svizzera dove poi si imbarcarono sul volo diretto in Israele. Entrambi gli indagati hanno anche risarcito la vittima: il nonno ha versato 53mila euro, mentre non viene resa nota la cifra dell'altro accordo che ha permesso la revoca di costituzione di parte civile da parte dei legali del minore.
In questo modo si è quindi chiusa la vicenda giudiziaria iniziata l'11 settembre 2021 quando Shmuel Peleg, poi colpito da mandato di arresto internazionale, portò via il nipote senza il consenso della zia materna Aya, ai tempi tutrice del bimbo. Dopo tre mesi in Israele e una battaglia giudiziaria che ha coinvolto due Paesi, adesso sul caso possono finalmente spegnersi i riflettori. Il gup di Pavia Pietro Balduzzi avrebbe detto nelle motivazioni che il nonno Shmuel Peleg "non esercitò violenza" su Eitan quando lo portò via e che il bimbo era "felice" di andare nella sua terra d'origine.
La richiesta della difesa
Secondo quanto riferito dai legali della difesa , gli avvocati Sara Carsaniga e Mauro Pontini, il giudice ha letto le motivazioni nell'aula dell'udienza preliminare a porte chiuse, dopo aver accolto i patteggiamenti chiesti dal nonno e dall'autista che lo aiutò nel sequestro. Dopo che martedì era stata formalizzata in aula l'istanza del patteggiamento, con il via libera della Procura, della difesa di Peleg, a una pena sospesa di un anno e 8 mesi, questa mattina la difesa di Abutbul ha chiesto un patteggiamento a 1 anno e 6 mesi. Peleg ha già risarcito il nipote versando poco più di 50mila euro che serviranno per gli studi e le cure del bambino.
Il commento della difesa
"È la soluzione giusta per il bene del bambino: l'unica che si poteva percorrere anche nell'interesse delle famiglie. Ci auguriamo che sia la svolta per questa dolorosa vicenda, e si possa finalmente voltare pagina", il commento rilasciato a caldo dagli avvocati della difesa. "Leggendo la motivazione della sua decisione il giudice ha evidenziato il clima di conflittualità presente tra le due famiglie. Ma è anche emerso che il bambino era felice di andare con il nonno in Israele. Non c'è stata nei suoi confronti nessuna violenza o costrizione", hanno aggiunto i legali del nonno.
In ultimo, gli avvocati hanno fatto sapere: "Analizzeremo con molta attenzione la motivazione della decisione del gup. In attesa che emerga finalmente la verità dall'inchiesta sulla caduta della funivia del Mottarone, una tragedia nella quale hanno perso la vita 13 persone e l'unico sopravvissuto è rimasto senza i suoi genitori e il fratellino, ci auguriamo che su questa vicenda cali il silenzio. Lo si deve prima di tutto a Eitan. È una questione privata, diventata sin troppo pubblica. E non si può neppure ridurla a una contrapposizione, quasi tra tifosi, tra Italia e Israele".
Le parole dell'accusa
La Procura aveva sollecitato una sentenza di non luogo a procedere per il reato di appropriazione indebita del passaporto del minore. Per questo motivo, il patteggiamento si riferiva quindi agli altri due reati contestati di sequestro di persona e sottrazione internazionale di minore.
Il legale di Eitan, l'avvocato Fabrizio Ventimiglia, aveva affermato qualche giorno fa che "tutte le parti, avvocati, tutor, e magistrati, hanno lavorato al fine di tutelare al massimo il bambino, privilegiando l'interesse del piccolo alla prosecuzione del proprio percorso riabilitativo lontano dal clamore mediatico che questa vicenda ha inevitabilmente suscitato, per poter riprendere al più presto una vita quanto più possibile serena e normale".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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