Cronaca giudiziaria

Gli anarchici rivendicano l'allarme bomba sull'alta velocità: l'attacco alle forze dell'ordine

Gli anarchici hanno attaccato in un comunicato surreale anche le forze dell'ordine e il ministro Piantedosi. Gli inquirenti sono al lavoro per accertare le veridicità della nota

Gli anarchici rivendicano l'allarme bomba sull'alta velocità: l'attacco alle forze dell'ordine

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Il falso allarme bomba sulla linea ad alta velocità Firenze - Bologna, che ha causato non pochi disagi a pendolari e passeggeri in generale la scorsa settimana, è stato rivendicato dagli anarchici. E si tratterebbe nella loro visione di un'azione di protesta contro "uno stato emergenziale repressivo". Questo è quanto si apprende da un comunicato dai tratti surreali apparso su alcuni blog legati al mondo dell'anarchia. Una nota nel quale gli anarchici hanno poi spiegato che l'incursione sulla linea ferroviaria non è legata nello specifico allo sgombero del centro sociale "Corsica 81" di Firenze, attaccando peraltro anche le forze dell'ordine e il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi.

"Il sabotaggio della linea alta velocità è la conseguenza non tanto delle azioni repressive dello Stato di martedì 8 a Carrara e Firenze, bensì una normale risposta ad uno stato emergenziale repressivo - si legge nel testo firmato da "Un anonimo"- non importa se feriti o morti non ci sono, non importa se quelli che incutono terrore sono seduti in comodi uffici delle procure e delle questure che stanno cercando un nemico con cui distrarre l’opinione pubblica. Probabilmente anche il cambiamento climatico, per il ministro Piantedosi, è colpa degli anarchici". La "pista anarchica" era stata battuta sin dall'inizio dagli inquirenti: il fascicolo aperto dalla Dda di Firenze sull'allarme poi rivelatosi falso è per attentato alla sicurezza dei trasporti, aggravato dalla finalità terroristica e di eversione. Si ipotizzano anche i reati di furto e danneggiamento e la procura ha già disposto da tempo il sequestro della colonnina che si trova nella galleria "Firenzuola" (fra le località di Idice e San Pellegrino) da cui è partita la segnalazione telefonica.

Gli incursori avevano prima disattivato le telecamere di videosorveglianza, ma non tutte: una di queste sarebbe infatti rimasta in funzione ed avrebbe "inchiodato" un militante anarchico che frequenta il centro sociale fiorentino sgomberato di recente. Nel messaggio, gli anarchici hanno confermato inoltre come nella galleria non fosse stato innescato alcun ordigno, quel giorno. E hanno anticipato nuove potenziali "incursioni", dicendosi sicuri di riuscire a sfuggire alle telecamere in futuro. "L’anarchia non vuol dire bombe e di bombe non ce n’erano, ma di fatto l’atto dimostra come sia impossibile per lo Stato essere onnipresente - conclude la nota - delocalizzando la lotta, agendo nella boscaglia e conoscendo i sentieri: è cosi che usciremo dalle inquadrature delle telecamere in città". Gli investigatori stanno innanzitutto indagando per accertare la veridicità del comunicato.

E a breve dovrebbero esserci sviluppi.

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