Cronaca giudiziaria

Pestano l'amante della moglie, ma il giudice li assolve: ecco perché

Il 49enne picchiato dal marito e dal figlio della donna. Gli aggressori a processo per lesioni e violazione di domicilio sono stati assolti

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Aveva scoperto la moglie a letto con un altro uomo. E ancora in preda all'ira, con l'aiuto del figlio, aveva poi raggiunto e preso a calci e pugni l'amante. Un'aggressione costata cara ai due aggressori, finiti a processo con le accuse di lesioni e violazione di domicilio. Nelle scorse ore però, padre e figlio stati assolti: pur confermando l'aggressione, la difesa ha dimostrato come le ferite della vittima fossero tutto sommato di lieve entità e quindi procedibili solo su querela di parte. Protagonista della vicenda di stampo boccaccesco che arriva da Rimini sono due uomini di 48 e 27 anni, rispettivamente ex-marito e figlio della donna coinvolta nell'episodio. Stando alla stampa locale, tutto iniziò nel 2016, quando l'allora quarantunenne temeva il tradimento della consorte ed aveva chiesto aiuto al figlio per togliersi ogni dubbio. Una sera, all'improvviso, i due sarebbero quindi comparsi nell'appartamento intestato alla donna, situato nella frazione di Spadarolo.

Ed avrebbero colto i due amanti sul fatto, in atteggiamenti intimi: la donna era a letto con un uomo di 49 anni. Padre e figlio non riuscirono a nascondere l'ira per la scoperta, prendendo a male parole l'amante e minacciandolo a più riprese. Presagendo la mala parata, quest'ultimo ha tentato di fuggire al più presto, abbandonando i vestiti sul posto ed uscendo in strada completamente nudo (nonostante il freddo e la pioggia). La sua fuga sarebbe però durata poche decine di metri: gli altri due uomini si sarebbero lanciati di corsa all'inseguimento e alla fine sono riusciti ad agguantarlo, picchiandolo a sangue. Padre e figlio avrebbero deciso di mollare la presa solo quando le urla del malcapitato stavano iniziando ad attirare l'attenzione dei residenti, allontanandosi rapidamente nelle vie limitrofe. L'aggredito fu quindi soccorso da un passante, lo stesso che avvertì il 118.

Una volta trasportato presso l'ospedale locale per ricevere le cure del caso, gli stessi medici del nosocomio romagnolo allertarono la polizia, dopo esser stati messi al corrente di quel che era accaduto. E i poliziotti riuscirono nel giro di poco tempo a rintracciare e ad identificare i due aggressori. Tutti e due sono quindi finiti sul banco degli imputati, per un iter giudiziario terminato a sette anni di distanza dall'accaduto. Che ha tuttavia visto un ridimensionamento dei capi d'imputazione: l'accusa di violazione di domicilio è caduta subito, visto che in quanto familiari della donna sia il marito che il figlio avevano libero accesso alla casa.

E l'accusa di lesioni è stata sì confermata, ma ridimensionata: l'amante della donna aveva riportato alla fine alcune ferite lacero-contuse giudicate guaribili in trenta giorni. E alla luce di quanto emerso, il tribunale monocratico di Rimini ha optato per l'assoluzione dei due imputati.

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