Cronaca giudiziaria

"Il tempo è galantuomo". Dagospia condannata a risarcire Matteo Renzi

Il sito Dagospia è stato condannato a versare 80 mila euro a Matteo Renzi per una serie di articoli pubblicati tra il 2015 e il 2019

"Il tempo è galantuomo". Dagospia condannata a risarcire Matteo Renzi

Il sito di costume e attualità "Dagospia" è stato condannato a risarcire Matteo Renzi per una serie di articoli pubblicati negli ultimi anni. La querela, una delle tante, è partita dal leader di Italia viva ed è stata seguita da Francesco Bonifazi, deputato del partito di Renzi e anche avvocato, che ha dato la notizia attraverso i suoi social.

"Con il nostro studio BL abbiamo seguito le azioni civili di risarcimento proposte da Matteo Renzi. Oggi è arrivata una buona notizia della quale siamo contenti e per la quale ringrazio tutte le colleghe e i colleghi dello studio e in particolare modo il Prof. Pellegrini e gli avvocati Cesaroni e Seghi", ha spiegato il deputato del partito Italia Viva, anticipando con questa premessa il vero cuore della notizia. "Dagospia è stata condannata a risarcire Renzi per una serie di articoli tra il 2015 e il 2019 per un totale di 80mila euro cui dovranno aggiungersi le spese legali. Come diciamo sempre noi: il tempo è galantuomo. Un successo professionale, una soddisfazione personale", ha concluso Francesco Bonifazi.

Quella contro Dagospia non è certo l'unica querela avanzata da Matteo Renzi negli ultimi anni, anzi. Il senatore di Italia viva scherza spesso sulla quantità di esposti legali che avanza, quasi uno al giorno. E ne ha parlato anche nella e-news arrivata quest'oggi a tutti gli iscritti al suo sito, nella quale fa notare di non aver mai ricevuto nessuna querela per quanto scritto nel suo libro "Il Mostro", arrivato alla terza edizione.

"Siamo anche stavolta in cima alle classifiche e la cosa mi stupisce molto perché si tratta di una semplice nuova edizione. Eppure continua a interessare. Pienone a Roma, pienone a Milano, oggi siamo a Torino, domani a Genova", ha detto Renzi, aggiungendo: "Il libro continua a essere diffuso, ma nessuno di quelli che lo leggono mi querela. Come mai? Se ho detto bugie oppure ho diffamato qualcuno, perché non mi querelano?".

Una domanda retorica quella di Matteo Renzi, che è sicuro di non aver scritto falsità nel suo libro e che, proprio per questo motivo, si sente ragionevolmente sicuro, tanto da prendersi anche la libertà di qualche provocazione.

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