Cronaca internazionale

Assalto a Capitol Hill: tre latitanti finiti in manette in Florida

Jonathan Pollock, la sorella Olivia e Joseph Hutchinson sono stati dall'Fbi. Dovranno rispondere di diverse accuse, tra cui aggressione a pubblico ufficiale e condotta disordinata in Campidoglio, di fronte a un tribunale federale

Assalto a Capitol Hill: tre latitanti arrestati in Florida

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Nel terzo anniversario dell’assalto a Capitol Hill del 6 gennaio 2021, tre sediziosi latitanti sono finiti in manette. L’Fbi ha comunicato di aver arrestato Jonathan Pollock, la sorella Olivia e Joseph Hutchinson in un ranch nel sud degli Stati Uniti, in Florida. Il trio di sospettati comparirà davanti a un tribunale federale lunedì 8 gennaio nella città di Ocala e dovrà rispondere di diverse accuse, tra cui aggressione e resistenza a pubblico ufficiale e condotta disordinata in Campidoglio.

Il Federal bureau of investigation aveva offerto una ricompensa di 30mila dollari a chiunque potesse fornire informazioni che avrebbero portato alla cattura di Jonathan Pollock, saldatore 24enne giudicato “armato e pericoloso”. Secondo una precedente dichiarazione del dipartimento di Giustizia, l’uomo avrebbe aggredito diversi agenti di polizia, facendone cadere uno da una scalinata, gambizzandone un altro e colpendone un terzo al collo. Hutchinson ne avrebbe assaliti altri a pugni e Olivia Pollock avrebbe dato una gomitata a un membro delle forze dell’ordine e avrebbe tentato di sottrarre il manganello ad un altro.

Ad oggi, quasi 1.300 persone sono finite sotto accusa in relazione alla rivolta di Capitol Hill, che i procuratori hanno definito come un’insurrezione volta a mantenere l’ex presidente Donald Trump alla Casa Bianca. La maggior parte dei sospettati è stata ritenuta responsabile di danni alla proprietà e di essere entrata illegalmente nel Campidoglio, ma circa 350 sono stati accusati di aver aggredito le forze dell’ordine e di aver opposto resistenza all’arresto. Altri, tra cui i membri di gruppi di estrema destra Proud boys e Oath keepers, sono stati condannati per il reato ben più grave di cospirazione sediziosa. La sentenza più pesante emessa fino ad ora è quella a carico di Enrique Tarrio, ex leader dei Proud Boys condannato a 22 anni di carcere perché ritenuto “il leader assoluto” dietro la rivolta, nonostante non abbia partecipato direttamente ai fatti. Altri due membri di spicco del gruppo, Zachary Rehl e Joe Biggs, dovranno scontare rispettivamente 15 e 17 anni dietro le sbarre.

La vicenda di Capitol Hill pesa anche sull’uomo sostenuto dai rivoltosi, l’ex presidente Donald Trump impegnato nella corsa alle primarie del Partito repubblicano. Il Maine e il Colorado hanno sentenziato la sua incandidabilità ritendendolo il responsabile politico della rivolta.

La questione verrà passata al vaglio delle autorità in altri 35 Stati, ma gli avvocati del tycoon hanno già promesso battaglia alla Corte Suprema.

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