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L'ecatombe di Überlingen: quello schianto tra aerei seguito da un omicidio

Il 1° luglio 2002 due aerei si scontrarono in volo a Überlingen, nella zona del Lago di Costanza in Germania. Le vittime furono 71, di cui 45 bambini

Quello schianto a Überlingen seguito da un omicidio: 71 vittime, di cui 45 bimbi
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Il 1 luglio 2002, nei pressi della città tedesca di Überlingen, il volo di linea Bashkirian Airlines 2937 e il volo cargo Dhl 611 si scontrarono, provocando la morte delle 71 persone a bordo dei due aerei. Il disastro è passato alla storia come la collisione di Überlingen.

La dinamica della collisione

Il primo velivolo coinvolto nella tragico scontro nei cieli tedeschi, quel primo luglio 2002, era un Tupolev Tu-154M, della compagnia russa Bashkirian Airlines, con a bordo 60 passeggeri e 9 membri dell’equipaggio, in volo da Mosca a Barcellona. La maggior parte dei passeggeri, ben 45, erano bambini della regione russa della Baschiria, per le cui abilità artistiche l’Unesco aveva organizzato un viaggio in Costa Daurada, Spagna.

L’altro aereo era un cargo jet Boeing 757-200 Dhl, in volo da Bergamo a Bruxelles, con a bordo il comandante, il britannico Paul Phillips e il primo ufficiale, il canadese Brant Campioni. Alle 21.35 circa i due aerei stavano sorvolando lo spazio aereo tedesco, sebbene il controllo aereo della zona fosse affidato alla società privata svizzera Skyguide. Quella sera l’unico controllore in servizio era Peter Nielsen, il quale stava lavorando su due postazioni contemporaneamente e non si accorse subito che due velivoli stavano rischiando una collisione.

Quando Nielsen si rese conto dell’imminente pericolo, contattò immediatamente il volo Bashkirian, e ordinò al comandante di scendere di 1000 piedi, per evitare lo scontro con un altro velivolo, che volava sulla stessa rotta: il volo Dhl 611. Il Tupolev russo scese alla quota ordinata da Nielsen, ma in quel momento il sistema di controllo anticollisione (Tcas), diede ai piloti il comando di salire di quota. Contemporaneamente, l’avionica del volo Dhl ordinò all’equipaggio di scendere. Il comandante del volo Dhl scese di quota, come da istruzioni del Tcas e cercò di comunicarlo a Nielsen, invano. Il controllore, in quel preciso istante stava infatti comunicando con i piloti del volo russo, per cui non seppe mai che anche il volo Dhl stava scendendo, posizionandosi esattamente alla stessa quota del volo Bashkirian.

Alle 21.35, i due aerei entrarono in collisione alla quota di 34.890 piedi. Lo stabilizzatore verticale del Boeing Dhl (la superficie fissa, posta sulla parte terminale della fusoliera di un aereo) tagliò di netto la fusoliera del Tupolev, facendolo esplodere con una violenza tale, che i resti si sparsero su un’area molto vasta. Il Boeing precipitò per più di sette chilometri, prima di schiantarsi in un’area boschiva, nei pressi del villaggio di Taisersdorf. L’impatto fu così violento, che i due motori vennero ritrovati a centinaia di metri dal luogo dello schianto.

Le cause dell’incidente

Disastro di Uberlingen

Le concause che provocarono la collisione fatale tra il volo Bashkirian e il volo Dhl furono molteplici. La sera del 1° luglio 2002 Nielsen si trovava da solo nella torre di controllo, poiché l’altro operatore stava riposando, cosa che andava contro il regolamento. È infatti obbligatorio che siano presenti almeno due controllori, affinché non si verifichino problemi. Un altro fattore determinante fu costituito dai lavori di manutenzione all’impianto radar, a causa dei quali, venne disabilitato il sistema ottico di allarme pre-collisione, che se fosse stato attivo, avrebbe avvisato l'operatore di un impatto imminente, del quale Nielsen non fu avvisato.

Inoltre, non si conosce la motivazione, Nielsen rifiutò di contattare un tecnico, che viene chiamato quando si effettuano lavori di manutenzione di quel tipo. In seguito, venne scoperto dagli inquirenti, che un sistema di pre-collisione a breve termine era suonato 32 secondi prima dell’impatto tra i due velivoli, ma non era stato udito da nessuno, perché fu appurato che si trattava di un cicalino acustico difficile da riconoscere. A complicare ulteriormente la situazione di quella notte, la linea telefonica principale della SkyGuide non funzionava a causa dei lavori, mentre la linea secondaria era attiva, ma presentava dei problemi. Questo impedì agli operatori del vicino aeroporto di Karlsruhe di telefonare a Nielsen per avvisarlo dell’imminente tragedia.

Gli inquirenti svizzeri, nel loro rapporto conclusivo sull’incidente, scrissero che il velivolo russo si trovava 33 metri più in basso rispetto alle indicazioni ricevute da Nielsen e che se entrambi gli aerei avessero seguito le istruzioni del Tcas, invece che quelle di Nielsen, la collisone si sarebbe potuta evitare. Dal canto suo la Federazione Russa sottolineò nel proprio rapporto conclusivo, che il Tupolev non avrebbe potuto seguire le istruzioni del Tcas, in quanto si trovava già a 35.500 piedi. Nielsen aveva fornito al volo russo informazioni sbagliate riguardo alla posizione del volo Dhl, l’unico dei due velivoli che, se fosse riuscito a mettersi in contatto con l’operatore per comunicare la propria posizione, avrebbe potuto scongiurare lo scontro. A seguito della tragedia Nielsen si licenziò, distrutto dal senso di colpa.

L’omicidio di Pieter Nielsen e le conseguenze giudiziarie

La tragedia di Überlingen non si esaurì con la morte delle 71 vittime, di cui 45 bambini, impazienti di godersi quella che per molti, era la prima vacanza da soli. Due anni dopo, il 24 febbraio 2004, il controllore del traffico aereo Pieter Nielsen, fu assassinato davanti alla sua abitazione. Ad sparargli, l'architetto Vitaly Kaloyev, il quale, quella maledetta notte del 1° luglio 2002, aveva perso la moglie e i due figli, che viaggiavano a bordo del Tupolev della Bashkirian. A causa della grave perdita della sua famiglia, l'uomo soffriva di un importante esaurimento nervoso, che lo aveva portato a compiere il folle gesto nei confronti dell'uomo che aveva contribuito a portargli via i familiari.

Il 26 ottobre 2005 Kaloyev fu condannato a otto anni di reclusione, ma nel 2007 la Corte Suprema della Svizzera ordinò la sua scarcerazione, tenendo conto che l'uomo aveva agito per la disperazione di aver perso tutta la famiglia nell'incidente aereo. Nel 2004 gli inquirenti stabilirono che Peter Nielsen non era responsabile dell'accaduto, ma lo era la Skyguide, accusata di omicidio colposo e 8 suoi dipendenti, per i quali la Procura elvetica chiese dagli 8 ai 15 mesi di detenzione, per omicidio per negligenza. Inoltre il tribunale di Costanza, in Germania, stabilì che anche il governo tedesco era da considerarsi responsabile civilmente, essendo la tragedia accaduta nello spazio aereo tedesco.

Nel 2009 i parenti delle vittime della collisione chiesero un risarcimento danni pari a 600 milioni di dollari alle due aziende che si occupavano del controllo della sicurezza sugli aerei.

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