Dopo il Niger, adesso importanti tensioni stanno riguardando il Gabon. È qui che un gruppo di militari sta provando a mandare in porto un nuovo colpo di Stato in Africa. In particolare, alcuni uomini in divisa sono apparsi in Tv nelle prime ore del mattino e hanno annunciato ai cittadini la deposizione del presidente Ali Bongo Odimba. Quest'ultimo è al potere dal 2009, anno in cui ha preso il testimone dal defunto padre Omar Bongo. Difficile al momento capire se il golpe sia andato o meno a segno. Dal Paese africano stanno arrivando notizie frammentarie, complice anche la chiusura totale dei confini e l'imposizione di misure di emergenza.
L'annuncio dei militari in Tv
Il Gabon si è svegliato in questo mercoledì mattina guardando in televisione l'annuncio dei militari che hanno rivendicato la presa del potere. Una dinamica molto simile a quella di tanti altri colpi di Stato. Un gruppo di persone in divisa si è presentato infatti davanti le telecamere per leggere il comunicato con il quale è stato reso noto lo scioglimento delle istituzioni nazionali, parlamento e governo in primis. Inoltre, è stata annunciata la deposizione di Ali Bongo Odimba, fresco di rielezione.
[ GABON ]
— (Little) Think Tank (@L_ThinkTank) August 30, 2023
Alors que les résultats annoncent la réélection d'Ali Bongo à la tête du pays, des militaires sont intervenus à la télévision pour protester contre ces résultats. Ils annoncent l'annulation des résultats et la dissolution des institutions. pic.twitter.com/Y255fUsWNc
L'annuncio è stato letto su Gabon24, la principale rete televisiva che ha interrotto la programmazione per riproporre in successione il video dei militari golpisti. Oltre alla deposizione del capo dello Stato, i soldati hanno proclamato nulli i risultati delle elezioni tenute domenica scorsa e hanno decretato la chiusura dei confini nazionali "fino a nuovo ordine".
Già nel 2019 nel Paese si era vissuta una situazione simile, con un gruppo di militari che aveva letto un simile comunicato di destituzione di Ali Bongo. Tuttavia, in quell'occasione il tentativo di golpe era stato subito stroncato. Gran parte dell'esercito non aveva infatti appoggiato il colpo di Stato, muovendosi per il mantenimento dello status quo. La situazione oggi sembra diversa. Così come notato da diversi analisti politici africani, al momento della lettura del comunicato dei golpisti in Tv erano presenti rappresentanti di diverse forze militari.
A partire dalla Guardia Presidenziale, passando poi per comandanti dell'esercito regolare e della polizia. Segno di come questa volta l'azione golpista potrebbe essere aiutata dall'appoggio di buona parte del quadro militare. Non si hanno comunque immagini provenienti dalle strade di Libreville, capitale e unica grande città del Paese. Alcune fonti hanno parlato di scontri nella notte, mentre adesso la situazione sarebbe più calma. La Farnesina ha annunciato intorno alle 8.30 che l'ambasciata italiana in Gabon rimane operativa e che si sta monitorando la situazione nel Paese, invitando al contempo alla calma i nostri connazionali presenti.
#Gabon. #Farnesina monitora l’evoluzione della situazione nel Paese. Ambasciata a Libreville operativa. Invitiamo connazionali a prudenza. Per qualsiasi emergenza o segnalazione è possibile contattare la nostra Unità di Crisi al numero +39 06 36225.@ItalyinGA
— Farnesina (@ItalyMFA) August 30, 2023
Il "regno" della famiglia Bongo alimentato dal petrolio
Ex colonia francese, il Gabon è un Paese che ha nel petrolio la propria principale risorsa. Circostanza che ha favorito importanti livelli di crescita e di relativa stabilità. Negli anni però qualcosa è cambiato. Nonostante gli introiti derivanti dall'oro nero e una popolazione di poco più di due milioni di abitanti, i livelli di povertà e disoccupazione sono anch'essi aumentati. La ricchezza quindi ha raggiunto una sparuta élite, con buona parte della società costretta a fare i conti con i problemi derivanti dalla disuguaglianza economica.
Il Paese, attraversato dalla linea dell'Equatore, dal 1967 è governato dalla famiglia dell'attuale presidente. In quell'anno è andato infatti al potere Omar Bongo, appoggiato soprattutto dalla Francia. Dopo un primo ventennio di leader incontrastata, Bongo nei primi anni Novanta ha approvato una costituzione multipartitica che però nei fatti non ha scalfito il potere familiare. Dopo essere stato riconfermato in tutte le competizioni elettorali a cui ha partecipato, alla sua morte nel 2009 lo scettro della presidenza è passato al figlio Ali Bongo. Quest'ultimo ha vinto di misura le elezioni del 2009 e del 2016, mentre domenica scorsa ha ottenuto oltre il 60% dei consensi e la riconferma come capo di Stato per altri 7 anni.
Ali Bongo agli arresti domiciliari
Per i militari, il voto di domenica sarebbe stato viziato dai brogli. Da qui la scelta di procedere con il golpe. Durante il primo colpo di Stato del 2019, Bongo si trovava in Marocco per delle cure mediche. Oggi invece è a Libreville e, sempre secondo i soldati golpisti, adesso si trova agli arresti domiciliari.
"Il presidente Ali Bongo è agli arresti domiciliari, circondato dalla sua famiglia e dai suoi medici", ha dichiarato uno dei militari che nelle scorse ore ha letto il comunicato degli autori del golpe. Sono invece stati arrestati il figlio di Ali Bongo, Noureddin Bongo Valentin, così come Ian Ghislain Ngoulou, capo di gabinetto del presidente, Mohamed Ali Saliou, vice capo di gabinetto, Abdul Hosseini, consigliere presidenziale, e infine Jessye Ella Ekogha, consigliere speciale e portavoce presidenziale.
Militari e cittadini in strada a Libreville
Soltanto nelle prime ore del mattino dalla capitale del Gabon sono arrivate le prime immagini relative alla situazione in città. In primo luogo, è stata confermata la presenza dei soldati nelle strade principali di Libreville. Nei video si notano infatti diversi uomini in divisa a bordo di pick up o di mezzi blindati. Possibile la formazione di diversi posti di blocco, specialmente nelle aree nevralgiche della capitale e in quelle governative.
Libreville this morning #Gabon pic.twitter.com/7gY6SsazF6
— Omadi (@iamtenseven) August 30, 2023
Nelle immagini però a risaltare è anche la presenza di numerosi cittadini in piazza. Si tratta di gruppi che sventolano la bandiera del Gabon e cantano l'inno nazionale. Un segno di quello che, almeno per il momento, sembra essere il sostegno dato dalla popolazione al golpe. In tanti salutano e lanciano applausi in direzione dei militari che presenziano tra le strade di Libreville.
Le reazioni internazionali
Un nuovo golpe in Africa non può non avere anche degli strascichi internazionali. Molti governi stanno seguendo da vicino gli sviluppi della situazione in Gabon. A Toledo, dove oggi è in programma la riunione dei ministri degli Esteri Ue, l'alto rappresentante per la politica estera comunitaria Josep Borrell ha espresso la sua preoccupazione. "Sul Gabon - ha dichiarato - le informazioni sono ancora confuse, la notizia mi è arrivata questa mattina presto. Se confermato, è un altro colpo di Stato militare che aumenta l'instabilità nella regione. Non posso dire di più. Ma è una questione sul tavolo che discuteremo alla riunione dei ministri".
L'Italia, con il ministro degli Esteri Antonio Tajani, ha chiesto una risoluzione pacifica della vicenda. "L'Italia - si legge in una nota del titolare della Farnesina - continua a essere impegnata per una soluzione diplomatica della crisi in Niger e anche della più recente in Gabon, lavorando in stretto coordinamento con i partner".
Condanna senza appello è stata espressa dalla Francia. "La Francia condanna il colpo di stato militare in corso nel Gabon - ha dichiarato il portavoce del governo, Olivier Véran - Parigi ribadisce il suo auspicio che il risultato delle elezioni, una volta che sarà stato reso noto, venga rispettato".
Reazioni sono arrivate anche dalla Cina, Paese che negli ultimi anni ha sviluppato importanti contatti con il Gabon.
"Chiediamo a tutte le parti nel Gabon di partire dagli interessi fondamentali del Paese e del popolo - ha dichiarato in una conferenza stampa il portavoce del ministero degli Esteri Wang Wenbin - chiediamo di risolvere le differenze attraverso il dialogo e di ripristinare l'ordine normale il più presto possibile". Pechino inoltre ha chiesto ai militari golpisti "di garantire la sicurezza personale del presidente eletto Ali Bongo".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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