Cronaca internazionale

Incriminato Hunter Biden: "Ha mentito per comprare un'arma"

Il Dipartimento di Giustizia ha incriminato il figlio del presidente Usa: Hunter Biden è accusato di aver mentito circa il suo uso di stupefacenti in relazione all'acquisto di una pistola nel 2018

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Hunter Biden, figlio secondogenito del presidente Usa, è stato incriminato con l'accusa di aver mentito circa la sua tossicodipendenza per acquistare un'arma, nel 2018, violando così le leggi federali in materia. Tre i capi di imputazione, due relativi all'aver fornito false dichiarazioni e la terza per possesso illegale d'arma da fuoco. Secondo l'accusa, "il 12 ottobre 2018 o intorno a tale data, nel distretto del Delaware, l'imputato, Robert Hunter Biden, in relazione all'acquisto di un'arma da fuoco, cioè un revolver Colt Cobra 38SPL con numero di serie RA 551363", ha consapevolmentem "rilasciato una dichiarazione scritta falsa e fittizia, destinata e suscettibile di ingannare il rivenditore in relazione a un fatto rilevante per la legalità della vendita dell'arma da fuoco". Trattasi delle prime accuse che il consigliere speciale David C. Weiss, nominato dal Procuratore generale Merrick B. Garland, muove contro il figlio del presidente Biden. In risposta a una domanda sul modulo che chiedeva se facesse uso di droghe, il figlio del presidente Usa avrebbe detto di non farne uso - un'affermazione che i procuratori hanno concluso essere falsa. L'incriminazione a carico di Hunter Biden arriva dopo che la giudice Maryellen Noreika, nominata da Donald Trump, aveva respinto il patteggiamento.

Prime accuse contro il figlio del presidente Usa

Per quanto concerne l'accusa mossa contro Hunter Biden, i suoi avvocati sono convinti che alla fine sarà respinta perché una serie di sentenze della Corte Suprema e delle corti d'appello hanno messo in dubbio la costituzionalità del governo federale che pone determinate condizioni per l'acquisto di armi da fuoco. Come nota il New York Times, i procuratori per il momento non hanno presentato accuse fiscali contro Biden - il pagamento tardivo delle tasse del 2017 e del 2018 - ma potrebbero ancora farlo. Il team di Weiss sta inoltre indagando sulle attività all'estero dell'avvocato e lobbista, tra cui la probabile violazione del Foreign Agents Registration Act, che richiede la dichiarazione delle attività di lobbying per altri Paesi. Nel mirino ci sono le attività di Hunter Biden in Ucraina, Cina, Messico e altri Paesi. Come scrive il Nyt, Biden è stato vicepresidente nel periodo in cui il figlio faceva parte del consiglio di amministrazione di Burisma, un'azienda energetica ucraina, e negli anni in cui Hunter svolgeva operazioni di investimento in Cina, iniziative che hanno fruttato a Hunter Biden milioni di dollari. Secondo i repubblicani, che hanno da poco avviato un'indagine di impeachment, Joe Biden era coinvolto negli affari del figlio secondogenito e avrebbe sfruttato la sua posizione per esercitare un'influenza diretta sugli affari di famiglia.

Le attività all'estero dell'avvocato e lobbista

Il procuratore generale Merrick Garland ha nominato il procuratore americano David Weiss consigliere speciale per supervisionare il caso relativo al figlio del presidente Usa. I repubblicani alla Camera stanno indagando sui traffici all'estero di Hunter Biden e sul ruolo del presidente - al tempo vicepresidente degli Stati Uniti - negli affari del figlio all'estero. Nelle scorse settimane, Devon Archer, ex socio in affari di Hunter, giudicato colpevole e condannato a un anno e un giorno di prigione per il suo ruolo in un piano volto a frodare una tribù di nativi americani per circa 60 milioni di dollari in obbligazioni, ha confermato che Joe Biden - all'epoca vicepresidente - partecipò a due cene con le persone in affari col figlio secondogenito nell’elegante ristorante Cafe Milano, a Washington Dc una nel 2014 con l’oligarca russa Yelena Baturina e alcuni uomini d’affari kazaki. In particolare, nel 2015, l'allora vicepresidente, in compagnia del figlio e di Archer, avrebbero incontrato al Cafe Milano l’uomo d’affari e banchiere Marc Holtzman.

Holtzman era intenzionato sostenere l'ex primo ministro kazako Karim Massimov - oggi in carcere nel suo Paese con l'accusa di tradimento - affinché diventasse il futuro segretario generale delle Nazioni Unite. Hunter Biden e Archer speravano che Holtzman - all'epoca alto funzionario della più grande banca del Kazakistan - li aiutasse a concludere un accordo energetico con il Kazakistan per conto di Burisma, con l'allora vicepresidente Usa a fare da "garante".

Uno dei tanti affari poco chiari della famiglia presidenziale all'estero.

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