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Venezuela, che fine hanno fatto i passeggeri del volo Transaven?

A gennaio 2008 un aereo della compagnia venezuelana Transaven scompare nei cieli sopra l'arcipelago di Los Roques, in Venezuela, con a bordo 14 persone. L'aereo verrà ritrovato anni dopo, sui fondali del Mar dei Caraibi, ma dei suoi occupanti non si saprà più nulla

Venezuela, che fine hanno fatto i passeggeri del volo Transaven?
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È il 4 gennaio 2008. Da Caracas decolla un turboelica della compagnia Transaven, diretto a Los Roques, arcipelago venezuelano situato nel Mar dei Caraibi. A bordo del velivolo ci sono 14 persone, compreso l’equipaggio. Ma dopo 25 minuti l’aereo scomparirà nell’Oceano Atlantico, portando con sé i suoi passeggeri, tra i quali 8 italiani, che non saranno mai ritrovati.

La misteriosa scomparsa del volo Transaven e dei suoi passeggeri

Il bimotore turboelica Let 410 della compagnia Transaven diretto nel noto arcipelago di Los Roques, uno dei gioielli dei Caraibi, decolla da Caracas alle 9.10 del 4 gennaio 2008. A bordo dell’aereo ci sono 8 italiani tra i passeggeri: Stefano Fragione e Fabiola Napoli hanno scelto Gran Roque, l’isola maggiore della paradisiaca Los Roques, come meta per la loro luna di miele. Sull'aereo ci sono anche una famiglia di Ponzano Veneto, Paolo Durante, la moglie Bruna Guernieri e le loro figlie Sofia ed Emma. E poi le bolognesi Annalisa Montanari e Rita Calanni, oltre a tre cittadini venezuelani e un turista svizzero.

Transaven

Alle 9.23 il pilota Esteban Lahoud Bessil Acosta si mette in contatto con la torre di controllo di Maiquetia per comunicare la posizione del velivolo. Ma alle 9.38 Acosta contatterà i controllori di volo di Los Roques, lanciando un mayday: il jet ha dei problemi ai motori e bisogna tentare un ammaraggio. Il bimotore si trova a circa 30 chilometri da Los Roques, a 2.500 metri di altezza. Da quel momento in poi si interromperà ogni comunicazione e l’aereo scomparirà dai radar.

Le ricerche e le indagini

Circa mezz’ora dopo il mayday del Transaven, un altro bimotore uguale a quello scomparso viene inviato sul luogo del presunto ammaraggio del velivolo diretto a Los Roques, ma noterà solo quella che sembra una chiazza d’olio o combustibile sulla superficie dell’acqua. Anche i soccorsi inviati sul posto non troveranno alcuna traccia del velivolo né dei suoi occupanti. Qualche giorno dopo la scomparsa del bimotore, un elicottero avvista degli oggetti in mare nei pressi del presunto luogo dell’ammaraggio, ma non hanno nulla a che fare con il velivolo scomparso.

Transaven Los Roques

Passano i giorni e si iniziano ormai a perdere le speranze di ritrovare i passeggeri del volo Transaven, che le autorità danno ormai per dispersi. Accadono poi alcune vicende decisamente bizzarre: come riporta il sito del giornalista Fabrizio Colarieti, la compagnia telefonica Movistar rende noto che 8 ore dopo l’ultimo contatto radio del bimotore, è partita una chiamata dal cellulare di uno dei passeggeri del volo. Ma non è tutto: 24 ore dopo la scomparsa del Transaven, i genitori di Annalisa Montanari chiamano il cellulare della figlia. Per due volte il telefono appare spento e si attiva la segreteria telefonica, ma al terzo tentativo il cellulare suona. Anche la madre del pilota riferisce un altro fatto inquietante, ovvero di aver ricevuto una chiamata dal telefono del figlio, a 24 ore dalla tragedia.

Poi, il 12 gennaio, a 12 chilometri dalle coste venezuelane, la prima, amara scoperta. Le autorità di soccorso trovano il corpo senza vita del co-pilota, Osmel Alfredo Avila Otamend, riconosciuto grazie alle impronte dentarie e a un orologio. Ma quello di Otamend sarà purtroppo l’unico corpo che l’oceano restituirà ai familiari, perché degli altri passeggeri e dei rottami dell’aereo, non vi è traccia. Da allora i passeggeri non saranno mai più ritrovati e la domanda che assilla i familiari è la stessa da anni: "Dove sono finiti i nostri cari?". Secondo gli inquirenti, che per anni si sono occupati non solo del caso del Transaven, ma anche degli altri aerei scomparsi in quell'area, la teoria più attendibile è che il bimotore sia stato dirottato dai narcos colombiani, i quali lo avrebbero utilizzato per trasportare una partita di cocaina.

Il ritrovamento del relitto e gli altri aerei svaniti a Los Roques

Resti Los Roques

Dopo anni di ricerche da parte del governo venezuelano, coordinate con quello italiano, e indagini private, intraprese da parte dei familiari delle vittime dell’incidente di Los Roques, il 20 giugno 2013 viene finalmente rinvenuto il relitto del bimotore della Transaven, a 970 metri di profondità. L’aereo, recuperato dalla nave oceanografica americana Sea Scout, si trovava a 9 chilometri da Los Roques, ma i suoi passeggeri risultano ancora svaniti nel nulla.

La misteriosa vicenda del volo Transaven non è un caso isolato: sono circa settanta gli aeromobili spariti nella tratta venezuelana per il paradiso caraibico di Los Roques, ultimo tra tutti il volo sul quale viaggiava Vittorio Missoni con la moglie Maurizia e una coppia di amici, i cui resti sono stati ritrovati 10 mesi dopo. Tornando indietro nel tempo, altri italiani sono rimasti vittime della "maledizione" del Triangolo delle Bermuda venezuelano. Nel 1997 un Cessna con a bordo i coniugi Mario Parolo e Teresa de Bellis, scompare mentre sta sorvolando la tratta per Los Roques e nel 2004 perdono la vita sempre nell'arcipelago venezuelano Antonio Buzzi, il genero Franco Rosetta e le figlie, Barbara e Betty Buzzi. E ancora nel 2006 svanisce nel nulla un altro Cessna, sul quale viaggiavano Vincenzo Efrain Rotunno, Franco Efrain Rotunno e Gabriel Venturi Ariza.

Il mistero degli incidenti di Los Roques continua.

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