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Volo American Airlines 1, quel pilota automatico "impazzito" che fece schiantare l'aereo

A marzo 1962 un volo dell'American Airlines da New York a Los Angeles si schiantò in mare pochi minuti dopo il decollo, provocando il decesso delle 95 persone a bordo

Screen NationSquid via YouTube
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Volo American Airlines 1, quel pilota automatico "impazzito" che fece schiantare l'aereo

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Il 1° marzo 1962 dal New York International Airport partì il volo American Airlines 1, diretto a Los Angeles con 87 passeggeri e 8 membri dell’equipaggio a bordo. Pochi minuti dopo il decollo il velivolo si schiantò in mare, uccidendo sul colpo tutte le persone a bordo e diventando il peggior incidente aereo avvenuto su suolo statunitense prima dell’11 settembre.

La dinamica dell’incidente

Il Boeing 707-123B coinvolto nel disastro era stato consegnato alla compagnia aerea American Airlines quello stesso giorno e al momento della tragedia aveva accumulato 8.147 ore di volo. Tra gli 87 passeggeri presenti vi erano alcune celebrità, come l’ammiraglio Richard L. Conolly, i milionari W. Alton Jones e Arnold Kirkeby e la velista, medaglia d’oro alle Olimpiadi del 1952, Emelyn Whiton. Decollato alle 10.02 dall’aeroporto di New York, il Boeing effettuò una virata a sinistra, ma nel corso della manovra, mentre si trovava a 490 metri di altitudine, il velivolo iniziò un’inaspettata picchiata verso il basso.

Alle 10.08 l’aereo precipitò nel Pumpkin Patch Channel della Jamaica Bay, una laguna situata nella parte meridionale di Long Island, prendendo fuoco ed esplodendo all’istante, sotto gli occhi atterriti dei passeggeri di un volo per Albany, appena decollato. Gli abitanti della vicina Long Island affermarono di aver udito un boato tale da far tremare i vetri delle finestre e vibrare le case. Alcuni uomini che si trovavano nella base aerea Floyd Bennett Field, ubicata nelle vicinanze, dichiararono di aver visto una colonna d’acqua e fumo nero, salire verso l’alto.

Sul posto accorsero, dopo circa 30 minuti, 300 tra poliziotti e vigili del fuoco, in aggiunta a 125 detective che stavano partecipando a un corso vicino al luogo dello schianto. Sul posto arrivarono anche gli elicotteri della guardia costiera, ma ogni tentativo di trovare dei superstiti fu vano. Purtroppo, dopo la terribile esplosione, i soccorritori trovarono solo pochi corpi intatti.

Secondo quanto venne comunicato da un quotidiano dell'epoca, Leominster Daily Enterprise, l'allora presidente americano John F. Kennedy disse subito dopo l'incidente al direttore della Faa, Najeeb E. Halaby, di fare il possibile per evitare tragedie simili in futuro. "Non c'è stata alcuna chiamata d'emergenza da parte dell'equipaggio - riporta il quotidiano - non ci sono segni di un'esplosione in volo, e il decollo fu del tutto normale".

Le indagini

Le indagini furono affidate al Civil Aeronautics Board (Cab) e alla Federal Aviation Administration (Faa), i cui investigatori rilevarono la mancanza dal timone di bordo, di un bullone e della copiglia (organo di unione, che impedisce, ad esempio, a un bullone, di svitarsi). Dai resti delle salme non si riuscirono a effettuare analisi approfondite, per capire se l’equipaggio fosse incapace di compiere alcune procedure di sicurezza, al momento dell’incidente, tuttavia gli esami tossicologici esclusero che gas tossici, droghe e alcol potessero aver causato il disastro.

La scatola nera fu recuperata il 9 marzo e analizzata dagli esperti del Cab e della Faa, i quali a gennaio 1963 stilarono il rapporto conclusivo riguardo alle cause che provocarono l’incidente del volo American Airlines 1. Secondo gli inquirenti, “l’anomalia che più probabilmente” aveva provocato l’incidente in cui morirono 95 persone, era da attribuirsi a un corto circuito nei cavi del sistema del pilota automatico, danneggiati durante il processo di fabbricazione.

L’Faa scoprì che nello stabilimento della Bendix Corporation a Teterboro, nel New Jersey, gli operai utilizzavano delle pinzette per collegare i cavi, rischiando in tal modo di danneggiarli. L’accusa mossa alla Bendix Corporation fu però negata dall'azienda, che si difese affermando che prima di essere montate sui Boeing, le unità assemblate venivano ispezionate per ben 61 volte, senza contare i controlli effettuati in fase di installazione.

Gli inquirenti informarono tutte le compagnie aeree del rischio che su tutti i Boeing 707 potesse esserci un potenziale errore nell'assemblaggio dei cavi, nonostante la tragedia del volo American Airlines 1 venne attribuita ad una "svista di un meccanico".

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