10 anni di sinistra, persi 3mila posti letto

Negli ultimi due mandati del Partito Democratico nel Lazio il numero dei posti letto in Pronto soccorso è diminuito di 3mila unità. L'attesa media per il 50% dei cittadini è di 12 ore

10 anni di sinistra, persi 3mila posti letto

La sanità della Regione Lazio è al collasso. Ogni giorno sono circa tremila i pazienti "senza letto". Aspettano per ore e ore di essere ricoverati nelle sale d'attesa dei Pronto soccorso.

Non è un caso se negli ultimi 10 anni la Regione Lazio, amministrata per lo stesso tempo sempre dalla sinistra, abbia perso nelle corsie degli ospedali proprio 3mila posti letto. A riconoscerlo è la stessa Regione che ha effettuato una ricognizione dei posti letti attivi per acuti all'1 Gennaio 2013. Quell'anno erano presenti "17.310 letti, pari a 3,12 posti letto per mille residenti".

L’ultima rilevazione Istat nel Lazio, invece, indica un dato raccapricciante: "14.228 posti letto per acuti, pari a 2,48 ogni mille abitanti". Una media che è inferiore sia a quella nazionale (2,55) che ad altre Regioni. Il Lazio, come riporta il quotidiano il Tempo, è sotto i 2,8 dell’Umbria, i 2,75 della Lombardia, i 2,74 del Veneto e i 2,67 dell’Emilia-Romagna. Spesso, però, nelle corsie la situazione è ancora peggio. Infatti, molti posti letto attribuiti vengono considerati non "agibili". Di conseguenza, nonostante non risulti sulla carta, sono indisponibili. Un esempio concreto è l'ospedale Umberto I, il più grande. Solo nei reparti di Medicina ci sono 88 letti in meno causa inagibilità. Come ha quantificato la stessa azienda nel Piano contro il sovraffollamento del Pronto soccorso, quelli organizzativamente "occupabili, infatti, sono 338 posti letto agibili a fronte di 426 posti letto attribuiti".

Scrive sempre il policlinico che nel 2022 "sono state stimate indicativamente 4/5 dichiarazioni mensili di sovraffollamento per una media annuale di circa 50 dichiarazioni di allerta". Per limitazioni strutturali, spiegano, non è attualmente possibile prevedere ulteriori postazioni aggiuntive in Pronto soccorso. Allo stesso tempo, però, l'Umberto I ha annunciato che è prevista "l'attivazione della funzione di OBI entro febbraio 2023".

La situazione non migliora in Provincia. Anche all’ospedale di Tivoli un terzo dei 232 posti attribuiti non è concretamente disponibile. Solamente 164 posti sono quelli “realmente disponibili”, ben 78 in meno. "I posti letto di medicina - scrive la stessa Asl Roma 5 - organizzativamente disponibili corrispondono, per problematiche strutturali del presidio, non superabili in tempi brevi, alla metà dei posti di letto riconosciuti dalla rete ospedaliera regionale". Proprio questo è uno dei principali motivi per cui si genera il cosiddetto effetto-imbuto nei Ps. "La permanenza prolungata - ammette la Regione Lazio nell'ultimo rapporto sugli accessi nei Ps - in Pronto Soccorso in attesa del posto letto di ricovero è la principale causa del sovraffollamento". Un anno fa sono aumentati di oltre un quinto (+21,6%) e sono passati da 1.278.646 a 1.556.599 (+277.953) nei 50 Ps. L’attesa registrata è stata di non circa 12 ore per il 43,7% delle persone in attesa di ricovero. In 3 casi su 10 hanno stazionato nelle astanterie dei Ps laziali per oltre un giorno.

Nel nuovo Piano la Regione ha chiesto esplicitamente che le persone in

attesa di ricovero per oltre 12 ore dall'arrivo in Ps vengano ammesse ad un'area dedicata "preferibilmente collocata al di fuori dell’area di emergenza, con la presa in carico da parte del personale dei reparti".

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