Cronaca locale

"La situazione è fuori controllo". Ancora un incendio nell'ex hotel di Milano

Tra cumuli di spazztura, occupanti abusivi e malvivenza, l'ex hotel Jolly di Milano è uno degli emblemi del degrado ignorati dalla giunta Sala: "L'unica soluzione è espropriare"

"La situazione è fuori controllo". Ancora un incendio nell'ex hotel di Milano

A Palazzo Marino cercano di vedere quello che succede ogni giorno nella periferia di Milano, considerando tale solo la frazione di città inclusa all'interno della cerchia dei bastioni. È il problema di avere ad amministrare la città la sinistra radical chic guidata da Beppe Sala. Qualcosa ora sembra stia cambiando, non per volontà della giunta comunale ma del governo centrale di Roma, come dimostra il blitz delle forze dell'ordine in stazione Centrale. Ma per quanto concerne le criticità che da tempo attanagliano le aree più defilate di Milano, dove a farla da padroni sono spesso gli stranieri senza permesso e i centri sociali, la strada da percorrere è ancora lunga. Di palazzi occupati a Milano ce ne sono innumerevoli e in tutti gli abusivi, molti dei quali clandestini, vivono con la certezza dell'immobilismo di Palazzo Marino. Ma in situazioni come quelle, l'incidente è dietro l'angolo, così come la tragedia, ancora una volta sfiorata in via Cavezzali, periferia nord-orientale di Milano, non distante da viale Padova.

Ancora una volta, l'ex hotel Jolly ha preso fuoco. Si tratta del secondo episodio di questo tipo nell'arco di pochi giorni. Erano i primi di gennaio quando le fiamme hanno interessato il palazzo, dove tra i pochi residenti regolari prolificano quelli abusivi. Stavolta le fiamme sono divampate dal terzo piano del palazzo e un inquilino, preso dal panico, si è gettato dalla finestra. Una tettoia ha attutito il volo ma l'uomo, per quanto non sia ritenuto in pericolo di vita, è ricoverato in gravi condizioni. "È evidente che la situazione sia totalmente fuori controllo tra degrado, cumuli di rifiuti abbandonati, risse, spaccio, abusivismo e disturbo della quiete pubblica", denuncia oggi Edoardo Solazzo, Consigliere di Municipio 2. "La situazione è tale che l’unica soluzione è l’esproprio", hanno, invece, dichiarato Luca Lepore, capogruppo Lega in Municipio 2.

Il cortile dello stabile è una distesa infinita di spazzatura varia, come testimoniano le immagini, e la tensione in zona è da sempre altissima. Sono numerose le denunce fatte dai residenti, stanchi di vivere in una zona dimenticata dalle amministrazioni comunali. Il rischio è quello dell'assuefazione al degrado, che una città come Milano non si può e non si deve permettere. "È da tempo che segnalo questa grave situazione, anche con un esposto sottoscritto da centinaia di cittadini, ma il Comune di Milano sembra fare orecchie da mercante senza intervenire, interessandosi unicamente della nuova moschea che verrà realizzata nella vicina via Esterle", prosegue Solazzo.

Sono numerosi i casi come quello di via Cavezzali, zone franche che non vengono tenute in considerazione da Palazzo Marino, dove quotidianamente si rischiano incidenti, aggressioni e tragedie. "È intollerabile che ci siano parti della città totalmente abbandonate a sé stesse, creando dei veri e propri "buchi neri" dove i residenti sono costretti a vivere tra insicurezza e degrado".

Il Comune svia dalle proprie responsabilitò che, come spiega Lepore, obbligherebbero l'amministrazione "a verifica gli abusi edilizi e se ci sono, cioè penalmente rilevante ai sensi dell’art. 44 DPR 380/01, può comportare l’avvio di altre azioni e conseguenze sul piano penale come il sequestro preventivo dell’immobile". Ma dalle parti di Palazzo Marino è silenzio totale in tal senso. Numerosi negli anni gli interventi delle forze dell'ordine, ai quali però non hanno fatto seguito quelli burocratici. "Mancando i requisiti igienico-sanitari riferiti all'abitabilità a causa degli abbandoni di rifiuti nei locali, l’amministrazione comunale avrebbe il dovere di intervenire e trasformare una volta per tutte l’edificio.

Se istintivamente ci sarebbe da confidare nell’abbattimento, con più razionalità credo che la soluzione migliore sia l’esproprio", ha aggiunto Lepore.

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