Cronaca nera

Uccide il padre mentre dorme e tenta il suicidio. Aveva bisogno di soldi

Un ventitreenne è stato arrestato a Livorno con l'accusa di omicidio aggravato: avrebbe accoltellato a morte il padre, insieme al quale viveva, per poi tentare il suicidio

Uccide il padre mentre dorme e tenta il suicidio. Aveva bisogno di soldi

Aveva tentato di togliersi la vita tagliandosi i polsi dopo aver ucciso il padre. A pochi giorni dall'accaduto, continuano ad emergere indizi sulla tragedia che ha sconvolto Livorno e che è costata la vita al cinquantasettenne Fabrizio Banti, accoltellato a morte dal figlio di 23 anni che ha poi tentato il suicidio. Le indagini stanno proseguendo con l'obiettivo di fare chiarezza, ma i contorni di una brutta storia sembrerebbero già stati delineati anche grazie alle testimonianze dei vicini di casa. I due uomini vivevano insieme in un appartamento lasciato in eredità dai genitori di Fabrizio, in difficoltà economiche.

Fabrizio aveva perso il lavoro e percepiva il reddito di cittadinanza, il figlio, invece, non lavorava nè studiava. La loro unica entrata, in termini economici, era rappresentata quindi dal sussidio erogato dall'Inps. "Fabrizio aveva ottenuto il reddito di cittadinanza, lo incontravo sempre in fila in banca. Mi dispiace molto, con me è stato una brava persona - ha raccontato un amico della vittima, Gianluca Isozio, al quotidiano Il Telegrafo - l’ho incontrato tanti anni fa al nightclub dove lavorava come barista, lo chiamavano "il barone". Mi aiutò molto ad inserirmi nel locale, negli anni 2009-2010 gestiva un'attività con la moglie. Sì, ricordo che avesse un figlio ma io non l’ho mai conosciuto. Quando mi hanno detto che era morto ho pensato che fosse per motivi di salute. Mai mi sarei immaginato quanto accaduto".

Facile quindi immaginare quanto fosse difficile far quadrare i conti, in una fase storica particolarmente delicata come quella attuale. Tanto più che il ragazzo chiedeva al genitore soldi che quest'ultimo (per ovvie ragioni) non sempre poteva dargli e questa situazione, stando a quanto dichiarato dai dirimpettai, rappresentava spesso un motivo di contrasto fra i due. Le liti sarebbero aumentate di frequenza ed intensità nelle ultime settimane, sino all'ultima discussione: sulla base delle ricostruzioni degli investigatori, il giovane avrebbe afferrato un coltello e si sarebbe scagliato contro il babbo mentre quest'ultimo dormiva, accoltellandolo.

Ancora in preda all'ira e allo choc, sarebbe poi uscito di casa per dirigersi verso un parco pubblico: durante il tragitto avrebbe chiamato lui stesso i carabinieri, informandoli del gesto appena compiuto e avvisandoli di essere intenzionato a togliersi la vita. E solo l'arrivo dei militari dell'Arma ha evitato il suicidio, mentre il pur tempestivo intervento dei sanitari non si è rivelato sufficiente per salvare l'aggredito.

Il ventitreenne è quindi stato arrestato dagli operatori e condotto presso il carcere locale: dovrà rispondere dell'accusa di omicidio aggravato.

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