Il video della corsa folle, poi lo schianto. "Difesa chiederà perizia psichiatrica"

La telecamera di un'autofficina ha immortalato la vettura dell'automobilista tedesca che viaggiava ad almeno 70 chilometri orari. Il testimone: "Aveva litigato animatamente con una persona". L'ipotesi della perizia psichiatrica

Un frame del video ripreso dalla telecamera di un'autofficina
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C’è un video, ora al vaglio dei carabinieri del Nucleo investigativo di Belluno, che immortala la folle corsa dell’automobilista tedesca, Angelika Hutter, che giovedì sera ha travolto e ucciso tre persone, tra cui un bimbo di due anni, a Santo Stefano di Cadore, nel Bellunese. La donna, che da due giorni si trova reclusa nel carcere di Venezia con l’accusa di omicidio stradale, lunedì mattina comparirà davanti al gip per l’interrogatorio di convalida del fermo. Gli inquirenti non escludono l’ipotesi di un gesto deliberato, forse dettato da rabbia incontrollata per un litigio ingaggiato dalla 32enne con uno sconosciuto prima del tragico epilogo. "Non ho dubbi che la difesa chiederà la perizia psichiatrica invocando qualche disturbo di personalità" dichiara all'Adnkronos Alfredo Antoniozzi, vice capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera.

Il video

Il video è stato estrapolato dalla telecamera privata di un’autofficina distante appena qualche metro dal punto esatto in cui è avvenuto l’impatto mortale. Nel filmato, della durata di pochi minuti, si vede l’Audi A3 nera della donna sfrecciare lungo il rettilineo di via Udine. Una manciata di secondi dopo si sente un sibilo e poi un boato pazzesco.

La testimonianza

Il gestore dell’officina meccanica, Silvano Da Rin, assieme al comandante della stazione dei Carabinieri di Santo Stefano di Cadore, Mirko Proietti, è stato tra i primi ad arrivare sul luogo dell’incidente. "La signora era morta - ha raccontato al Corriere delle Alpi con la voce rotta dal pianto - Io stavo rientrando nel mio garage, ho sentito quel botto e sono andato a vedere. Ricordo che il nonno del bimbo era disperato, aveva le mani tra i capelli". Da un prima stima, sembra che l’auto viaggiasse ad almeno 70 chilometri orari, laddove il limite di velocità imposto era di 50. Ad avvalorare questa ipotesi è la mancanza di qualsiasi segno di frenata o sbandata sull’asfalto prima del punto di impatto.

"Quella donna aveva appena litigato con una persona"

Secondo il racconto di un altro testimone, poco prima di mettersi alla guida dell’utilitaria, Angelika Hutter avrebbe litigato "abbastanza animatamente" - scrive l’Ansa - con una persona. Per questo motivo gli investigatori non escludono che l’investimento della famigliola originaria di Favaro Veneto (Venezia) possa essere stato deliberato, forse dettato da una rabbia incontrollata. Nell'impatto sono morti il piccolo Mattia Antoniello, di soli due anni, il papà Marco, di 47 anni, e la nonna del bimbo, Maria Grazia Zuin, di 64.

L'automobilista era stata già denunciata

Pochi giorni fa, Angelika Hutter era stata denunciata dalla polizia di Bolzano perché trovata in possesso di oggetti atti ad offendere. A quanto risulta dagli accertamenti investigativi, in quella circostanza, la donna aveva litigato con il personale di un negozio di elettrodomestici del noto centro commerciale "Twenty". Nel corso della perquisizione personale, gli agenti avevano trovato nello zainetto della donna un martello. L’auto, invece, era ridotta a una sorta di discarica con coperte, bottiglie d’acqua e cibo sparsi sui sedili.

"Difesa chiederà perizia psichiatrica"

La donna è risultata negativa agli esami tossicologici: non era né sotto l'effetto di stupefacenti né aveva consumato alcolici. "Ci attendiamo la perizia psichiatrica su Angelika Hutter, la signora che ha ucciso tre persone, tra cui un bambino, travolgendoli con l'auto a Cadore. Anche di questo la magistratura un giorno dovrà discutere" dice all’Adnkronos Alfredo Antoniozzi, vice capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera, promotore della proposta di legge di modifica degli articoli del codice penale che disciplinano l'infermità e la seminfermità mentale. "Io non amo le scommesse ma non ho dubbi che la difesa la chiederà - spiega -invocando qualche disturbo di personalità. Del resto, l'ha chiesta anche Fabrizio Corona e l'ha ottenuta e questo Paese ha perso credibilità in campo giudiziario anche per questi fatti".

Poi Antoniozzi conclude: "Da quando la Cassazione a sezioni unite nel 2005 ha conferito dignità ad alcuni disturbi dì personalità si è aperta una voragine in cui si sono inseriti avvocati, periti, soprattutto imputati e criminali bravi a farla franca. Vedremo se accadrà la stessa cosa ora".

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