Coronavirus

Bertolaso spiega cosa sta succedendo: "Perché c'è il picco dei contagi"

Record di contagi per la Lombardia, dove solo a Milano ne sono stati registrati quasi 5mila

Bertolaso spiega cosa sta succedendo: "Perché c'è il picco dei contagi"

Guido Bertolaso, responsabile della campagna di vaccinazione Covid in Lombardia, a fronte dei dati della sua Regione precisa però che non ci si deve far travolgere dai numeri. Ricordiamo che la Lombardia ha segnato un nuovo record di contagi con 28.795 positivi, dei quali quasi 5mila solo nella città di Milano. “I dati vanno analizzati sulla base di quello che conosciamo oggi del virus. Stiamo attenti anche a come comunichiamo. Chi vive in prima linea, negli ospedali, ha una fotografia del virus molto diversa rispetto a un anno fa” ha spiegato Bertolaso intervistato dal Corriere.

Bertolaso: "I vaccini funzionano"

Ha quindi precisato che la variante Omicron è più contagiosa e che proprio questo è il motivo del numero così alto di casi positivi. Sappiamo anche che è meno letale e che tra i soggetti vaccinati con tre dosi la sintomatologia è molto diversa da quella della variante Delta. Il responsabile della campagna vaccinale lombarda ha precisato che il parametro dei positivi è quindi ingannevole e che, nonostante il record, fortunatamente cambia poco. “I vaccini funzionano, rendono gestibile il contagio e anche la malattia tra coloro che hanno completato le tre dosi. La chiave sta qui. Accelerare sempre di più sulla campagna vaccinale. In Lombardia siamo quasi al 60% di terze dosi, dobbiamo accelerare ancora” ha aggiunto.

Il sistema quindi starebbe reggendo bene la botta, nonostante i numeri non siano da sottovalutare e risultino però, come ha spiegato il consulente di Regione Lombardia, in qualche modo viziati da un lavoro straordinario che si sta facendo sulla ricerca del virus. Ha infatti spiegato che “dal 20 al 27 dicembre, la Lombardia ha fatto 270mila tamponi molecolari e 830mila antigenici. Un milione di test. Nel resto d’Italia sono 4 milioni. Quindi il rapporto è di un milione contro quattro. Significa che qui c’è più attività diagnostica, più controllo e più indagine del virus. Ricordiamoci che la Lombardia seppure per poco è ancora in zona bianca, la pressione sugli ospedali è più bassa rispetto ad altre aree d’Italia”. Il fatto che la situazione sia ben diversa rispetto a un anno fa lo si capisce dalle strutture ospedaliere, dove i reparti sono aperti, si fanno gli ambulatori e gli interventi chirurgici. Tutte realtà che un anno fa erano bloccate.

I dati emersi dallo studio

Sul fatto che la Omicron sia meno letale Bertolaso ha riportato i dati emersi da un recente studio effettuato con l’Università Bicocca: “Su 540 casi testati solo 14 hanno richiesto il ricovero ospedaliero. La curva di incidenza è massima tra i non vaccinati o tra chi non ha completato la terza dose. E tra i bambini fino a 10 anni che poi sono quelli che portano il virus a casa. Dobbiamo aumentare i vaccini tra bambini e adolescenti. Oggi è vaccinato solo il 10% dei bambini, ma rispetto al dato nazionale siamo al 30%”. La task force della Lombardia ha fissato delle priorità avendo bene in chiaro chi sono i fragili che rischiano maggiormente e possono essere colpiti in modo più serio. Bertolaso ha spiegato che adesso il virus si conosce e si sa anche come si muove la nuova variante. La priorità ovviamente viene data a tutti coloro che non hanno ancora terminato l’intero iter vaccinale e a chi è sintomatico. Come ha precisato, un soggetto che ha già ricevuto la terza dose di vaccino ed entra in contatto con un positivo, ha comunque poche probabilità di sviluppare la malattia e, qualora questo avvenisse, sarebbe in forma lieve.

Il consulente della Lombardia sembra avere la stessa idea di molti governatori e sindaci quando asserisce che “i vaccinati con tre dosi non devono essere testati se non hanno sintomi. Il contact tracing deve avere la precedenza per i non vaccinati, i più fragili o chi non ha completato il ciclo. Se eliminiamo dalle code chi non ha l’urgenza di essere testato, perché ha tre dosi, perché non ha sintomi o solo per il green pass, allora riduciamo la pressione anche sui tamponi. Al netto che sono stati aumentati i centri e le linee vaccinali”. Anche perché, come ha ribadito, chi ha ricevuto le tre dosi è meno pericoloso sia per se stesso che per gli altri.

La previsione

Anche per quanto riguarda la quarantena Bertolaso ha le idee chiare: “Chi ha tre dosi di vaccino, a mio parere, può evitare la quarantena se non ha sintomi. Deve aumentare l’autocontrollo della temperatura e le precauzioni sanitarie, ma se non ci sono sintomi anche in caso di contatto stretto non ha senso isolarlo dal mondo”. Si è detto fiducioso sul fatto che oggi il Comitato tecnico scientifico affronterà dei cambiamenti, magari graduali, ma comunque necessari.

Ed ecco cosa si aspetta Bertolaso per il futuro prossimo a Milano e in Lombardia: “Se aumentiamo le vaccinazioni, unica arma per ridurre gli effetti del virus, considerati anche i casi immunizzati e asintomatici, in due mesi saremo completamente fuori da Omicron”.

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