Cercasi nuove strutture per l’accoglienza dei migranti. È questo uno degli argomenti che tiene banco in questo momento nei piani alti del governo unitamente al boom degli arrivi. Già perché i migranti continuano ad arrivare in modo incessante e con numeri importanti mettendo in difficoltà la macchina del sistema di accoglienza. E le navi quarantena a quanto pare non possono fornire un servizio a lungo termine per questa emergenza. Introdotte nella primavera del 2020 per far fronte all’impennata degli sbarchi che aveva assunto il carattere della straordinarietà, queste imbarcazioni avevano la funzione di sopperire alla mancanza di apposite strutture dedicate all’accoglienza di numeri importanti nell’ambito di un contesto sanitario delicato a causa della pandemia da coronavirus. Col passare dei mesi però è stata necessaria l’introduzione di altre navi. “Solo per il periodo estivo” si diceva, ed invece le grandi imbarcazioni hanno continuato a transitare nelle acque delle coste siciliane perché l’emergenza non è mai finita.
Adesso, con il sopraggiungere della calda stagione, i flussi migratori hanno iniziato ad essere nuovamente imponenti ma da parte delle navi quarantena, a quanto pare, non ci sarebbe la stessa disponibilità che c’è stata fino ad oggi. Le società di navigazione che hanno fatto pervenire la loro domanda al nuovo bando di gara, hanno dato la disponibilità di navi molto più piccole rispetto alle precedenti perché adesso quelle grandi verranno utilizzate per investire nuovamente nel turismo. Al momento in Sicilia le navi a disposizione per la quarantena sono quattro ma a luglio non ci saranno più. Ed allora è corsa contro il tempo per cercare mezzi o strutture alternative prima che gli eventi possano trovare il sistema accoglienza impreparato.
Tra oggi e domani la cabina di regia convocata dal presidente del consiglio Mario Draghi dovrebbe discutere anche su questo argomento. A quanto pare si starebbe pensando a dei Covid-hotel tra le caserme, gli edifici della Protezione civile e della Croce rossa. Il sistema dovrebbe essere a rotazione, ovvero dovrebbe coinvolgere di volta in volta le strutture collocate in territori diversi per non pesare nelle stesse zone. Intanto a Lampedusa la situazione appare ancora molto travagliata.
Dopo lo sbarco di più di 2mila migranti tra il 9 e il 10 maggio scorsi, non è stato ancora possibile svuotare l’hotspot a causa del forte vento che ha impedito alle navi quarantena di attraccare. Circa 400 migranti sono riusciti ad imbarcarsi, gli altri andrebbero suddivisi a bordo dei altre due navi quarantena che al momento rimangono in rada in attesa che il vento si calmi. E l’isola nel frattempo soffre.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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