Scena del crimine

Necrofilia, mutilazioni, cannibalismo. La vera storia di Psyco

Dissotterrava i cadaveri dal cimitero e con i resti costruiva oggetti d'arredo. La storia di Ed Gein, il "macellaio di Planfied" che ispirò il personaggio di Noman Bates nel film "Psyco"

Necrofilia, mutilazioni, cannibalismo. La vera storia di Psyco

Dissotterrava i cadaveri e, dopo averli scarnificati, costruiva accessori e complementi d'arredo con i resti dei corpi mutilati. Ed Gein – all'anagrafe Edward Theodore Gein - è stato uno degli assassini più spietati e cruenti nella storia degli Stati Uniti d'America pur discostandosi dalla definizione comune di serial killer. Noto come "il macellaio di Planfield", nel 1968 fu condannato per l'omicidio della commessa di una drogheria, facendo mea culpa di altri delitti rimasti tutt'oggi irrisolti.

Scampato alla sedia elettrica per infermità mentale, Gein trascorse gli anni di reclusione in un ospedale psichiatrico poiché ritenuto completamente incapace di intendere e volere: fu dichiarato "pazzo". La sua storia ha ispirato alcuni film leggendari e horror story come "Psyco", "Deranged" e "Il silenzio degli innocenti".

Chi era Ed Gein

Ed Gein nacque a La Crosse, nel Winsconsin, il 27 agosto del 1906. I suoi genitori, Augusta e George Gein, non ebbero un matrimonio felice. Pare, infatti, che il padre di Ed e Henry (il primogenito della coppia) fosse un uomo particolarmente violento nonché consumatore abituale di alcol. Tuttavia Augusta, una fervente e ossequiosissima luterana, non divorziò mai dal marito.

Quando George Gein si ritrovò senza più un'occupazione - svolgeva lavori saltuari come conciatore, carpentiere e commesso assicurativo - costrinse la famiglia a trasferirsi in una fattoria di 155 acri alla periferia di Planfied, nella contea di Wuashara.

Ed e il fratello maggiore crebbero senza amici e spesso venivano derisi dai compagni di scuola. Ogni pomeriggio Augusta leggeva ai figli i versi dell'Antico Testamento nel tentativo di preservarli dall' innata "immoralità del mondo". Inculcò loro l'idea che le donne fossero "tutte prostitute" - fatta eccezione per se stessa - e "strumenti nelle mani del diavolo" da cui stare alla larga.

Durante l'adolescenza, i due ragazzi svilupparono un atteggiamento di totale devozione e asservimento nei confronti della madre. In particolar modo Ed che, a differenza del fratello, non mise mai in discussione la rigidissima materna.

L'incendio sospetto

Quando George Gein morì, nell'estate del 1940, Ed e Henry cominciarono a svolgere alcuni lavoretti saltuari per guadagnarsi da vivere. Ed, che godeva di buona considerazione da parte della comunità locale, faceva spesso da babysitter per i figli dei vicini.

Il 16 maggio del 1944 Henry morì per via di un incendio divampato all'interno della fattoria. Ed raccontò alla polizia di aver "perso di vista" il fratello tra le fiamme, ma poi fu in grado di indicare il luogo esatto in cui giaceva il cadavere. Sebbene il corpo senza vita di Henry presentasse dei lividi al volto e delle ferite sulla testa, gli inquirenti dedussero che fosse morto per asfissia nonostante i sospetti iniziali sul giovane Gein.

Dopo il decesso del fratello, Ed visse da solo con l'adorata madre che morì per via di un ictus nel dicembre del 1946. Fu da quel momento che cominciò la metamorfosi di Gein da uomo introverso e taciturno a "macellaio di Planfield".

L'arresto

Il 16 novembre del 1957, Bernice Worden, commessa in una drogheria di Planfied, scomparve in circostanze sospette. Fu il figlio della donna ad allertare le autorità, riscontrando tracce di sangue all'interno del negozio e trovando il registratore di cassa aperto. Il ragazzo riferì poi agli inquirenti che la sera precedente alla scomparsa Ed Gein era passato in negozio e che era ritornato al mattino successivo, per acquistare una tanica di liquido antigelo. Gli inquirenti, sulla scorta di alcune testimonianze e dopo aver rinvenuto l'ultima ricevuta fiscale battuta dalla vittima, ordinarono una perquisizione a casa di Gein.

Fu il vicesceriffo della contea di Waushara a rinvenire il corpo decapitato di Bernice Worden all'interno del capanno di Ed Gein. La vittima era stata uccisa con un colpo di carabina calibro 22, poi sospesa al soffitto per le caviglie e col ventre "squarciato come un cervo". La testa, con due chiodi conficcati nelle tempie, fu ritrovata in un'altra stanza della casa. Ma non si trattò dell'unico, macabro ritrovamento.

All'interno dell'abitazione, gli investigatori individuarono numerose suppellettili che Gein aveva costruito con frammenti ossei e la pelle delle vittime. Gli organi interni erano stati insacchettati e conservati in frigorifero mentre i genitali erano custoditi all'interno di una grossa scatola di scarpe. C'erano anche teschi, adibiti a mo' di centrotavola, e alcune maschere che il killer era solito indossare durante i suoi travestimenti da donna.

La condanna

Interrogato sui fatti, Ed Gein dichiarò che, tra il 1947 e il 1952, aveva fatto all'incirca 40 sopralluoghi notturni al cimitero di Planfield dissotterrando alcuni cadaverim anche se, nella maggior parte dei casi, era tornato a casa a mani vuote. In ogni caso aveva cercato donne che potessero avere qualche somiglianza con la defunta madre.

Le salme riesumate furono tutte scarnificate e mutilate. Le pelli vennero "conciate" e utilizzate per produrre accessori e pezzi d'arredamento. Gein confessò anche di aver ucciso con tre colpi d'arma da fuoco un'altra donna, Mary Hogan, scomparsa nel 1954. Infine affermò di aver commesso altri delitti in gioventù tra cui l'omicidio di una 16enne. Gli inquirenti lo accusarono anche di necrofilia ma egli negò di aver mai oltraggiato i cadaveri: "erano maleodoranti", fu la sua giustificazione.

Ed Gein venne condannato per i crimini commessi ma scampò alla sedia elettrica poiché una perizia psichiatrica ne attestò la totale infermità mentale. Scontò la pena nell'allora Central State Hospital for the Criminally Insane di Waupun (Winsconsin) – dove già aveva trascorso 11 anni in regime di sorveglianza speciale – e poi fu trasferito, dopo la sentenza definitiva per omicidio di primo grado, il 14 novembre del 1968, nell'ospedale psichiatrico di Madison.

Morì per via di un'insufficienza respiratoria il 26 luglio 1984. L'auto che aveva utilizzato per trasportare i cadaveri fu venduta all'asta e poi esposta in occasione di una mostra che fu aspramente criticata dalle autorità locali. La fattoria, invece, andò in fiamme quando "il macellaio di Planfield" era ancora in vita. Gli inquirenti ipotizzarono un incendio di natura dolosa. "Meglio così", sentenziò Ed Gein.

"Il macellaio di Planfield"

La vita di Ed Gein, e i crimini efferati di cui fu autore, ispirarono la trama di numerose pellicole cinematografiche. Tra i film più noti vi sono "Deranged" (1974), scritto da Alan Ormsby e diretto Jeff Gillen, "Alla luce della luna" del 2002 (poi ribattezzato per il mercato statunitense con il titolo di Ed Gein) e "The butcher of Planfied" (2007) diretto dal regista Michael Feifer. Serial killer, necrofilo e collezionista di cadaveri, il "macellaio di Planfied" ha ispirato alcuni personaggi iconici della filmografia horror e drammatica di Hollywood: dall'assassino serial Norman Bates (Psyco) a Buffalo Bill ("Il silenzio degli innocenti").

Quanto alla storia vera del serial killer di Planfield restano ancora molti dubbi e sospetti. In occasione del processo, i vicini di casa raccontarono che avesse servito loro carne di cervo durante una cena.

La risposta di Ed Gein raggelò il sangue dei presenti: "Non ho mai ucciso un cervo".

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