Cronache

Cloe Bianco, parla il preside: "Ha causato un impatto traumatico sui suoi alunni"

L'insegnante transgender si è tolta la vita dando alle fiamme il camper in cui viveva. Il preside della scuola dove insegnava: "Ha causato un impatto traumatico sugli alunni"

Cloe Bianco, parla il preside: "Ha causato un impatto traumatico sui suoi alunni"

Non si placano le polemiche sulla morte di Cloe Bianco, l'insegnante transgender ritrovata carbonizzata all'interno del camper in cui viveva nel bosco tra Auronzo di Cadore e Misurina, località montane del Veneto, lo scorso sabato 11 giugno. Sulla tragica vicenda è intervenuto il preside della scuola dove la donna insegnava e poi, successivamente al coming out, fu demansionata al ruolo di segretaria. "L'istituto non fece nulla per metterla in difficoltà", spiega Francesco Ariot, dirigente scolastico dell'istituto Scarpa-Mattei di San Donà del Piave in una intervista al Corriere del Veneto.

Le parole del preside

Il 27 novembre del 2015, Cloe Bianco si presentò in classe con abiti femminili e una parrucca bionda. Il padre di un alunno scrisse una lettera ad Elena Donazzan, all'epoca assessore all'Istruzione del Veneto, per riferire la circostanza. Il preside della scuola in cui insegnava, secondo quanto raccontano alcuni testimoni dell'epoca, si schierò al fianco della docente. Tuttavia, le polemiche sarebbero state tali da indurre il dirigente scolastico a sospendere l'insegnante per tre giorni. Successivamente la 58enne - al tempo, in realtà, di anni ne aveva 51 - fu demansionata al ruolo di segretaria. "L’istituto non fece nulla per metterla in difficoltà – assicura il preside Francesco Ariot alla fine era una brava insegnante e questa era l’unica cosa che contava. Infatti continuammo a chiamarla come supplente anche in seguito, ma non tornò. C’è chi dice che fu demansionata e costretta a lasciare l’insegnamento. Non è vero".

Come ben ricorda il Corriere del Veneto, Cloe era iscritta alla graduatoria degli insegnanti e a quella del personale amministrativo. "Fu lei, in seguito, a rinunciare alle supplenze per accettare gli incarichi in amministrazione. - precisa il dirigente scolastico - Continuò a lavorare fino al 2019. Poi rifiutò ogni contratto e sparì". Ma le accuse contenute nel fascicolo aperto al tribunale del lavoro, a cui si rivolse Cloe, sono più circostanziate. Il preside avrebbe inviato la professoressa a "rinviare ogni azione" - scrive Open - in modo da prepare gli alunni a una "una preventiva e adeguata informazione e preparazione dell’ambiente scolastico".

L'insegnante si presentò a scuola con "Maglia lunga, calzamaglia, stivaletti con tacco, unghie lunghe, orecchini, parrucca… abbigliamento poco consono alla sobrietà e al decoro", fu la descrizione della vicepreside. Tale circostanza avrebbe avuto sugli studenti un "iniziale impatto traumatico". Un'alunna si sarebbe allontanata dall'aula in preda a "una crisi di pianto" mentre un prof sarebbe "rimasto impietrito".

Le indagini

In attesa dei risvolti investigativi sulle circostanze del decesso, il Ministero dell'Istruzione ha avviato un'indagine relativa alla faccenda del demansionamento. In particolare - riferiscono da Roma - si stanno "ricostruendo tutti i contorni della vicenda". Cloe Bianco è stata trovata senza vita lo scorso sabato: le fiamme dell'incendio che lei stessa avrebbe appiccato sul camper in cui viveva hanno travolto il corpo.

"Oggi la mia libera morte", sono state le sue ultime parole prima dell'estremo gesto.

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