Cronache

David Rossi, la famiglia: "Vogliamo sapere chi cancellò la telefonata"

Di nuovo un "giallo" attorno al caso David Rossi: in commissione d'inchiesta spunta una telefonata "cancellata" che l'ex capo Comunicazione di Mps ha ricevuto dopo la sua morte

David Rossi, la famiglia: "Vogliamo sapere chi cancellò la telefonata"

L'audizione della Polizia postale in commissione d'inchiesta parlamentare apre un nuovo capitolo del caso David Rossi. Stefano Frisinghelli, uno degli esperti ascoltati, ha infatti parlato di una telefonata "cancellata dal registro delle chiamate una chiamata in entrata", aggiungendo che "non è specificato da che numero". Rossi avrebbe ricevuto quella telefonata alle 21.54 del giorno in cui è morto. E la novità, com'era pronosticabile, ha sollevato il coro scandalizzato della famiglia dell'ex capo Comunicazione di Mps.

"Vogliamo sapere chi e perché ha cancellato la telefonata ricevuta sul cellulare di David Rossi alle 21.54. Ne abbiamo diritto! Abbiamo diritto alle verità!", ha fatto subito presente l'avvocato Carmelo Miceli, che rappresenta sia la vedova Antonella Tognazzi sia la figlia, ossia Carolina Orlandi. Vale la pena specificare come, alle 21.54 - così come ripercorso dall'Adnkronos - David Rossi fosse già deceduto. Questa vicenda si tinge di nuovo di "giallo", quindi, con un altro elemento che rischia di far discutere anche rispetto alle modalità con cui sono state svolte le indagini.

Ma questo è soltanto uno degli aspetti che sono stati analizzati in commissione d'inchiesta. Nel corso di una recente audizione, il pm Nicola Marini aveva raccontato di come nel Pc del Rossi fossero presenti numerose ricerche legate alla parola "suicidio". Per gli investigatori della Polizia Postale, però, le cose non stanno proprio così. Un' altra delle persone sentite, ossia Augusto Vincenzo Ottaviani, ha infatti dichiarato che Rossi "era iscritto a numerose newsletter da cui riceveva costanti comunicazioni in mail. La parola "suicidio" o "suicida" compare molte volte nella e-mail ma può essere usata in contesti diversi dal significato di togliersi la vita, per esempio su notizie finanziarie si può leggere di 'suicidio bancario".

E ancora i "festini", quelli che sono balzati agli onori delle cronache in più circostanze durante le fasi inchiestistiche. L'ispettore Claudio Di Tursi ha fatto presente come "la ricerca sulla partecipazione a festini" abbia "dato esiti negativi". In estrema sintesi, David Rossi non avrebbe né cercato la parola "suicidio" né modalità per prendere parte a "festini". Il tutto - ovviamente - per quel che riguarda le ricerche compiute sul web.

Se la questione della diversificazione delle date della mail tramite cui David Rossi avrebbe chiesto aiuto sembrerebbe essere stata chiarita dalle motivaizoni fornite durante l'audizione, c'è anche un'altra questione che non può che tenere banco: "Inaccettabile - ha tuonato l'avvocato Miceli - che la Procura di Siena abbia lasciato che si rompesse un hard disk contenente la copia forense di uno dei portatili trovati nell'ufficio del Rossi. La Procura avrebbe dovuto garantire la catena di custodia di un reperto così importante. È chiaro che chiederemo nuove operazioni sui testi di questo hard disk". Un hard disk che la famiglia ritiene essenziale ai fini della comprensione della verità sul caso, insomma, si sarebbe rotto.

E l'avvocato se la prende con la Procura che non avrebbe garantito la sicurezza dell'oggetto.

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