Cronache

David Rossi, la "scena del crimine" prima e dopo: il video choc

Il video realizzato dal sovrintendente Livio Marini prima dell'arrivo dei pm nell'ufficio di David Rossi

David Rossi, la "scena del crimine" prima e dopo: le immagini choc

Un mistero ancora irrisolto. Una vicenda che a 8 anni dai fatti ancora regala colpi di scena e nuove rivelazioni. David Rossi, il Monte dei Paschi, le indagini sulla morte del capo della comunicazione della banca senese. L’attenzione sul “presunto suicidio” è tornata a salire dopo che il colonnello dei carabinieri Pasquale Aglieco, all’epoca comandante provinciale a Siena, audito dalla commissione d’inchiesta sul caso Mps, ha rivelato che la sera della morte di Rossi i pubblici ministeri accorsi sul luogo avrebbero in qualche modo inquinato la "scena del crimine". O comunque l’avrebbero alterata, rispondendo al telefono del defunto, rovesciando il secchio dell’immondizia sulla scrivania, spostando la sedia.

A mostrarlo ci sono le immagini di quegli istanti mostrate ieri sera a Quarta Repubblica. Torniamo a quel 6 marzo del 2013. Ufficio di Rossi a Rocca Salimbeni. Il primo ad arrivare sulla scena del presunto suicidio è Marini Livio, un poliziotto della volante inviato nella sede di Mps dopo la segnalazione di un avvenuto suicidio. Nessuno glielo ha chiesto, ma di sua iniziativa decide di riprendere con la videocamera del suo cellulare l’ufficio di David Rossi. Le immagini sono eloquenti: la stanza è ordinata, la scrivania anche, tutto sembra al suo posto. Il computer è spento. Ai piedi della finestra Rossi sta ancora lottando tra la vita e la morte, con i medici del soccorso che stanno cercando inutilmente di farlo rinvenire.

I 36 secondi di video sono importanti. E lo sono per capire il contesto delle rivelazioni rese in commissione d’inchiesta dal comandante locale dell’Arma. L’ufficio di Rossi, quando Marini arriva, è chiuso ma non a chiave. E così lo lascerà il poliziotto uscendo dalla possibile “scena del crimine”, senza toccare nulla. Allo stesso modo non si sarebbero comportati invece i tre sostituti procuratori arrivati sul posto: Nicola Marini, Antonino Nastasi e Aldo Natalini. Tre pm, quando in teoria ne basterebbe uno, quello di turno, che quel giorno è Nicola Marini. A colpire sono le immagini della scientifica, quelle classiche in stile film americano con le lettere a segnare i vari reperti. Confrontando le foto con il video realizzato dal poliziotto, si notano la sedia spostata, la scrivania disordinata con gli oggetti spostati, il cestino rovesciato sul pavimento, la finestra chiusa.

Dettagli importanti, forse passati inosservati in passato, ma che sono un fulmine a ciel sereno a fronte delle rivelazioni di Aglieco davanti ai parlamentari. Il pm Nastasi, dice il carabiniere, si sarebbe "seduto sulla sedia di Rossi" per inquadrare la scena. Uno dei tre magistrati presenti, poi, avrebbe preso il cestino e lo avrebbe svuotato sulla scrivania. Inoltre, i pm avrebbero “acceso il pc di Rossi”, “toccato e spostato il mouse” (con la penna) e oggetti vari. Infine, il telefono di Rossi sarebbe squillato ben due volte: a chiamarlo, prima un giornalista e poi Daniela Santanchè. Nulla di strano: nessuno, in quel momento, poteva sapere che il capo della comunicazione di Mps fosse già morto. Ma a sorprendere è il fatto che Nastasi avrebbe risposto al cellulare. È normale? “Francamente non lo so, perché non è previsto da nessuna parte. Né sì né no… - dice Aglieco - Il pubblico ministero è signore e padrone della scena del crimine. Non è che se decide di muovere una bottiglietta, o di rispondere al telefono, poi deve fare una relazione a se stesso.

Lui ne risponde poi al giudice quando farà richiesta di archiviazione o rinvio a giudizio”. E se la scientifica avesse voluto prendere le impronte digitali sul cellulare?

Commenti