Ecco le due ipotesi sul tavolo: quanto sarà rigida la prossima chiusura?

Tra una settimana sapremo a cosa andremo incontro: lockdown o coprifuoco alle 21

Ecco le due ipotesi sul tavolo: quanto sarà rigida la prossima chiusura?

Se i numeri non caleranno nella prossima settimana, il governo dovrà vagliare le ipotesi sul suo tavolo per cercare di frenare la curva epidemiologica: chiusura totale o coprifuoco. Palazzo Chigi dovrà decidere se far uscire di casa tutti o solo i lavoratori e gli studenti. Anche gli spostamenti tra regioni e le aperture di ristoranti, bar, palestre e piscine sono in forse. Nella giornata di oggi è previsto l’incontro con le regioni per fare il punto della situazione e decidere altre eventuali chiusure. Sembra che il governo stia pensando a nuove restrizioni. Si è capito che se entro sette giorni non ci saranno esiti positivi dagli ultimi provvedimenti presi, come l’obbligo di indossare la mascherina anche all’aperto, il coprifuoco potrebbe essere imposto a livello nazionale attraverso un nuovo Dpcm.

Il pericolo della chiusura totale: chi la vuole

Tra le ipotesi anche quella di una chiusura totale, nel quale verrebbe consentito di uscire dalla propria casa solo a coloro che devono raggiungere il posto di lavoro o la scuola. Le attività non essenziali verrebbero in questo modo limitate al massimo. Nella prossima settimana verranno osservati attentamente sia la curva di diffusione del virus, sia il numero di pazienti ricoverati nei reparti di terapia intensiva. In base a questi due parametri verranno prese le decisioni.

Il governo intanto starebbe pensando a un elenco di attività considerate non essenziali da fermare nel caso i contagi aumentassero in modo spropositato. A lavorare a stretto contatto con le regioni ci sono il ministro della Salute Roberto Speranza e Dario Franceschini, ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo. Entrambi si sono sempre dichiarati favorevoli a maggiori restrizioni, anche a un lockdown nazionale, con il primo che non ha escluso un reset di due settimane. Crisanti aveva parlato di tre. In disaccordo con il premier Conte che ha finora preferito una certa gradualità nelle scelte, mostrandosi contrario a una chiusura totale.

Quindi, Palazzo Chigi aspetta di vedere i numeri dei prossimi giorni per decidere tra le ipotesi sul tavolo. Intanto però si muove cercando di alleggerire le strutture ospedaliere. In che modo? Dotando i medici di base di strumenti per prendere in carico più velocemente i pazienti non affetti da coronavirus. In modo che gli ospedali non rischino il collasso. Il ministro Speranza ha avanzato l’idea di avviare una sperimentazione, come a Trento, con l’obiettivo di effettuare i test antigenici rapidi direttamente nelle farmacie. A questo proposito si starebbe lavorando a un bando per trovare 2mila operatori per fare tamponi e test e spiegare la procedura alle persone. Il ministro Boccia ha reso noto che tramite “un’ordinanza della Protezione civile si creerà un contingente per potenziare le reti sanitarie interne alle Asl e rafforzare le operazioni di tracciamento”.

Regioni e attività

Visto che fino a questo momento sono stati i governatori a decidere i provvedimenti da prendere, in alcune regioni i centri commerciali saranno aperti nei week-end, mentre in altre, come la Lombardia, saranno chiusi. Per alcune il coprifuoco è alle 23, per altre scatta a mezzanotte, qualcuna non l’ha neanche pensato. Forse già oggi qualche governatore deciderà di limitare gli spostamenti da una regione all’altra. Fermo restando che, se entro una settimana i numeri non miglioreranno, il coprifuoco verrà esteso a livello nazionale. Con conseguente chiusura di bar, locali e ristoranti. Opzione che Conte, sembra voglia evitare. Gli esperti, con la limitazione degli spostamenti, si augurano che non venga superata la soglia massima fissata a 2.300 terapie intensive, che vorrebbe dire lockdown.

Palestre e piscine lunedì sapranno cosa sarà del loro avvenire.

Nella giornata di ieri le categorie associazioni di categoria hanno fatto avere al ministro dello Sport Vincenzo Spadafora le linee guida, prima facoltative e adesso obbligatorie: misurazione temperatura corporea, percorsi negli spogliatoi e lezioni individuali negli spazi piccoli. Il ministro ha sottolineato nuovamente che i Nas controllano e che le norme vengono rispettate. Chi non ha seguito le regole è già stato chiuso. Alcune regioni hanno stabilito che le sale gioco devono chiudere alle 18.

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