È l'unica donna delle formazioni militarie volontarie, legionaria, a combattere contro i russi: si chiama Giulia Jasmine Schiff, ha soltanto 23 anni ed è partita in gran segreto, zaino in spalla, verso l'Ucraina. In poco tempo è riuscita a farsi i contatti giusti e oggi milita nell'"International Legion of Territorial Defense of Ukraine", unità militare creata da Zelenskyy che ha riunito migliaia di volontari contro l'invasione russa. La decisione di partire da sola, senza niente e nessuno, l'aveva comunicata durante l'intervista rilasciata alla trasmissione "Le Iene" alla giornalista che le stava chiedendo un po' di cose sul suo passato e l'attuale conflitto. "Domani parto", disse. E così ha fatto.
"L'Europa non reagisce come dovrebbe"
Gli ultimi contatti appena prima di partire sono rimasti impressi in un post sul suo profilo Facebook datato 25 febbraio, quasi un mese fa all'indomani dell'inizio del conflitto. Sotto i colori blu e gialli dell'Ucraina, la Schiff scrisse che non vedeva da parte dell'Europa "la reazione che meriterebbe lo scempio che sta subendo l’Ucraina da parte di Putin. Non ci sono giustificazioni per non reagire". Eravamo appena all'inizio, di acqua sotto i ponti ne sta passando, la reazione c'è stata eccome con lo zar che si trova di fronte l'intero mondo occidentali e sanzioni che piovono da tutte le parti. Sul momento, in pochi avrebbero pensato le reali intenzioni della giovane ragazza di Mira, Comune della città metropolitana di Venezia.
L'espulsione dall'Aeronautica
Come si apprende dal Corriere del Veneto, le sono bastati pochi giorni di addestramento ucraini per essere impiegata nelle prime missioni attorno a Kiev. Si sa che impugna il fucile, non si sa dove si trovi per ragioni di sicurezza: il suo cellulare è sempre irragiungibile. Quanto può, manda cenni di vita soltanto a Roberta Rei, giornalista delle Iene, che conosce ed è amica da alcuni anni quando venne a galla la vicenda della sua espulsione dall'Accademia Aeronautica con la causa giudiziaria (poi persa) per essere reintegrata. Nel 2018 faceva pare dell'Accademia di Pozzuoli, da cui fu espulsa per aver denunciato le violenze subìte dai commilitoni durante il rito del "battesimo del volo", quello che precede il combattimento al fronte.
L’organo supremo di giustizia amministrativa prese la decisione perché ritenne l’espulsione "conseguenza diretta dell’insufficiente voto in attitudine militare e professionale". Otto sergenti provarono a difenderla sottolineando le violenze subìte dalla legionaria provocandole "plurime escoriazioni". L'accusa dei sergenti parla di "violenti colpi sul fondoschiena" con fustelli di legno per poi urtare la sua testa con "la semiala di un aereo in mostra statica posta in prossimità di una piscina dove, infine, l’hanno gettata". Anche se il Consiglio di Stato non accolse la richiesta di reintegro, il giudice militare ha accolto la costituzione di parte civile del Partito dei militari che condanna ogni forma di violenza in ambito militare.
La partenza per l'Ucraina
Mettendo da parte le vicende del passato, torniamo all'attualità: la decisione di diventare legionaria è "perché sono nata per questo, per aiutare i nostri fratelli ucraini e per evitare che la guerra giunga fino a noi", avrebbe affermato alla giornalista. "Sono controcorrente: mentre tanti fuggono io mi dirigo verso le zone dei combattimenti".
Ogni tanto interagisce sulla sua pagina Instagram dove continua a definirsi legionaria: si mostra in divisa ma anche con una folla di giovani attorno durante un incontro all'Avio Club Montagnana con la Schiff intenta a spiegare la sua esperienza durante la giornata della donna. Davvero in gamba, Giulia, che non rientrerà prima della fine del conflitto: un tempo che, adesso, è impossibile da quantificare.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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