Cronache

Stordita coi farmaci, soffocata e sepolta: così è morta l'ex vigilessa

L'autopsia ha consentito di ricostruire la dinamica della morte di Laura Ziliani, l'ex vigilessa scomparsa a maggio e trovata cadavere ad agosto. In arcere da settembre due figlie e il genero accusati di omicidio e occultamento di cadavere

Laura Ziliani era scomparsa a maggio
Laura Ziliani era scomparsa a maggio

Soffocata durante il sonno profondo indotto con medicinali quindi sepolta per nascondere le prove del delitto. Il giallo della morte di Laura Ziliani, vigilessa bresciana scomparsa in alta Vallecamonica a maggio e ritrovata cadavere ad agosto, è arrivato a una svolta grazie all'autopsia eseguita dal professor Andrea Verzeletti, direttore della Medicina legale degli Spedali civili di Brescia. Nelle scorse ore Verzelletti avrebbe consegnato il risultato dell'esame autoptico alla pm Caty Bressanelli. La donna scomparve l'8 maggio a Temù, in alta val Camonica, durante una passeggiata e il suo corpo venne ritrovato 3 mesi più tardi. Dal 24 settembre, su ordine del gip di Brescia sono in carcere le due figlie di Ziliani, di 26 e 19 anni, e il fidanzato della sorella maggiore, ritenuto l'ispiratore del delitto. La donna sarebbe stata uccisa per ottenere l'eredità.

L'autopsia risolve la dinamica

Secondo quanto emerso dagli esami e poi ricostruito dagli stessi medici, la vittima prima sarebbe stata stordita con ansiolitici quindi soffocata in “modo non violento“ quando non era in grado di reagire e opporsi. A confermare l’ipotesi investigativa l’alta percentuale di "composto avente azione ansiolitica e ipnoinduttrice" trovato nel corpo della 55enne durante i primi esami autoptici. Non solo. I medici hanno confermato come “la quantità di farmaci, seppur estesa alla maggior parte degli organi, non era sufficiente a provocare la morte“. Tanto ha indotto i medici legali ad escludere che i farmaci da soli “possano avere avuto un ruolo diretto nel determinare l’arresto delle funzioni vitali di Laura Ziliani“. Sul corpo non sono stati evidenziati segni di violenza e neppure fratture e da qui si è ricostruito come la morte sia sopraggiunta per soffocamento.

Il mistero del cadavere conservato

Malgrado fossero passati tre mesi dalla scomparsa, quando il corpo della vittima è stato trovato lungo la pista ciclabile di Temù sepolto sotto un leggero strato di terra era ancora ben conservato. L’analisi dei tessuti prelevati in fase di autopsia ha stabilito, anche grazie ad accertamenti effettuati utilizzando delle larve, che il cadavere sia rimasto sepolto. Particolare che avrebbe contributo alla conservazione dei tessuti. L’omicidio sarebbe avvenuto nella notte tra il sette e l’otto maggio nell’abitazione di via Ballardini a Temù dove Laura Ziliani era arrivata da Brescia il venerdì sera.

Adesso, con il deposito della relazione dell’autopsia, i parenti hanno chiesto il dissequestro della salma per poterle dare una degna sepoltura mentre dal 24 settembre scorso due figlie e il genero sono in carcere e dovranno rispondere di omicidio e occultamento di cadavere.

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