Cronache

Ddl Zan, Fedez a testa bassa contro il Vaticano

Fedez ci riprova e dopo il Concertone si accoda alla polemica contro il Vaticano per il ddl Zan ma i suoi fan gli danno lezioni di democrazia

Ddl Zan, Fedez a testa bassa contro il Vaticano

Dove c'è una polemica politica c'è Fedez. È quasi certo che quando si tratta di cavalcare l'onda di un argomento che fa minimamente presa sul sentimento social, il cantante interviene per dire la sua. Nessuno l'ha ancora sentito pronunciarsi in merito alle rimostranze dei lavoratori di Amazon, per esempio, e nemmeno si trovano suoi tweet su quanto accaduto a Novara pochi giorni fa, dove un sindacalista è stato investito da un camionista durante una protesta. Ma quando si tratta di cavalcare l'onda arcobaleno, che sui social garantisce like e consensi, il marito di Chiara Ferragni è sempre in prima linea.

Il 1 maggio ha catalizzato l'attenzione al Concertone, attaccando la Lega e sollevando un caso politico perché non ha dato seguito alle richieste di smorzare il suo intervento non nei contenuti ma nella forma. La tv di Stato, ben conoscendo i limiti di legge e gli obblighi ai quali è tenuta, aveva invitato il cantante a non fare nomi sul palco, perché in alternativa avrebbe dovuto dare diritto di replica, con le stesse modalità, a ogni persona da lui menzionata. Da questa richiesta legittima, Fedez ha montato un caso mediatico di dimensioni enormi, che è tutt'ora in discussione in commissione Vigilanza, accusando la Rai di averlo voluto censurare.

La questione sarà gestita ora nei tribunali ma, scemata una polemica, ecco che Fedez ne cavalca un'altra. È intervenuto sulla nota del Vaticano con la quale la Santa sede ha chiesto maggiore attenzione allo Stato italiano sul ddl Zan, perché nella forma attuale viola il Concordato. La Chiesa ha espresso forti dubbi su alcuni passaggi del disegno di legge presentato da Alessandro Zan, esprimendo timori per la libertà di pensiero.

Su Twitter Fedez ha scritto: "Riassumendo: il Vaticano che ha un debito stimato di 5 miliardi di euro su tasse immobiliari mai pagate dal 2005 ad oggi per le strutture a fini commerciali dice all’Italia 'guarda che con il ddl Zan stai violando il Concordato'". Inevitabile la valanga di like per il cantante, che fa presa sul target politicamente corretto che segue l'onda del populismo.

Ma qualcuno che riporta il rapper sulla Terra, anche nei commenti al suo tweet, esiste: "Attenzione a parlare del Concordato, perché è citato nella nostra Costituzione all'articolo 7 (Patti lateranensi". Ti supporto in tante battaglie, compreso il ddl Zan, ma parlare del Concordato vuol dire parlare della Costituzione. Occhio a non fare il passo più lungo della gamba".

E ancora, un'utente ricorda a Fedez il concetto di democrazia: "Premesso che non condivido la posizione del Vaticano, questo accostamento non ha molto senso. Che la Chiesa cattolica sia portavoce di una gande fetta della popolazione italiana è un dato di fatto, che ci piaccia o no, la democrazia è anche questo".

Anche l'associazione Pro vita è intervenuta sul Tweet del cantante: "Fedez non dia lezioni che di ingerenze è lui il maestro".

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