"Godo della morte degli altri". E ancora "Non mi fermerò e ucciderò sempre più persone". Comicia così, con delle dichiarazioni a dir poco raggelanti il sangue, il diario di Antonio De Marco, lo studente di Infermieristica che, lo scorso 21 settembre, ha ucciso con 75 coltellate l'arbitro di calcio Daniele De Santis e la sua fidanzata Elonora Manta, funzionaria all'Inps di Brindisi. Domani, martedì 3 novembre, il 21enne incontrerà in carcere gli psichiatri forensi Felice Francesco Carabellese e Elio Serra: il primo passo verso una perizia psichiatrica.
Il diario dell'orrore
Aveva pianificato la mattanza nei minimi dettagli. Pizzini, appunti e "linea guida" per portare a compimento il suo terrificante piano criminale. In quei biglietti rinvenuti nell'appartamento di via Montello, dove Daniele e Eleonora sono stati brutalmente assassinati, De Marco aveva elaborato tutte le fasi dell'esecuzione omicidiaria senza mancare neanche una rifinitura relativa alla scena del crimine. Una sorta di vadecum che, a quasi due mesi dal delitto e sulla scia dei nuovi elementi repertati, assume una significanza ancor più lugubre e raccapricciante. C'è un diario che il 21enne, originario di Casarano e tirocinante di Scienze Infermieristiche presso l'ospedale Vito Fazzi di Lecce, avrebbe redatto prima di dare seguito all'inenarrabile scempio. Trentasei pagine dell'orrore in cui De Marco mette nero su bianco le sue torbide fantasie omicida dando vita ad un personaggio chiamato "Vendetta", un aspirante serial killer con inclinazione satanista. ''Vendetta non odia le persone in sé - scrive il 21enne nel dattiloscritto intolato Noi che non siamo mai stati amati - bensì la loro vita piena di esperienze che lui non ha mai avuto. E' stato proprio questo a spingerlo a commettere il suo primo omicidio''. Ma è nelle pagine successive che manifesta l'intenzione di uccidere Daniele De Santis e la fidanzata. "Ho accettato la stanza nella stessa casa di F. perché di questa ho le chiavi e quando andrò via potrò uccidere Daniele", racconta il 7 agosto.
L'ossessione per le donne e la "vendetta verso Dio"
Le donne per De Marco sono una vera e propria ossessione, un tarlo, un pensiero persecutorio. Le donne che lo ripudiano, le donne degli altri e tutte quelle che incontra per caso. Ha incassato un rifiuto da una compagnia di classe delle superiori e poi da una collega al secondo anno di corso. Eventi segnanti a cui attribuisce l'origine del suo rancore, di un malevolo desiderio di vendetta."Se Dio, se il destino non vuole che Daniele e altre persone muoiano, - scrive il 21 agosto -allora deve farmi incontrare una ragazza che voglia stare con me. Altrimenti non mi fermerò e ucciderò sempre più persone". Poi la chiosa da far accapponare la pelle: ''Ho deciso di intraprendere una vendetta contro Dio, il mondo e la mia vita. La vita che odio".
La grafia del diario
Il diario, fatto ritrovare nell'appartamento di via Flemming ai suoi avvocati, i legali Giovanni Bellisario e Andrea Starace, è stato sottoposto a perizia calligrafica. In diversi passaggi dello scritto, la grafia di De Marco appare vorticosa e indicativa dei suoi turbamenti. "Ho comprato qualche attrezzo, voglio uccidere qualcuno - riporta uno degli stralci pubblicati sull'edizione odierna de Il Messaggero -voglio farlo a pezzi". Seguono poi due pagine scritte in maiuscolo: "Ucciderò tutte le tro...di questo mondo, le ragazze sono solo delle tro...
Ma perché nessuna mi vuole?". Domani, martedì 3 novembre, il reoconfesso di Daniele e Eleonora incontrerà in carcere gli psichiatri forensi Carabellese e Serra. Il primo passo verso una perizia psichiatrica, l'ennesima pagina di un delitto torbido.
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