Cronache

"I taxi", "Ma che c... dici?!". E scoppia la rissa in tv

I toni si sono alzati tra Piero Sansonetti e Marco Lillo durante una discussione sull'inchiesta relativa alla fondazione Open di Matteo Renzi

"I taxi", "Ma che c... dici?!". E scoppia la rissa in tv

Duro scontro verbale a Quarta Repubblica tra il direttore de il Riformista e Marco Lillo, giornalista de il Fatto quotidiano, sull'inchiesta incentrata sulla fondazione Open e su Matteo Renzi. Il 19 ottobre la procura di Firenze ha chiuso l'indagine e chiesto il rinvio a giudizio per concorso in finanziamento illecito ai partiti per il leader di Italia viva e per altre persone, tra le quali anche Maria Elena Boschi e Marco Carrai. Secondo la procura ci sono stati finanziamenti illeciti alla fondazione, che faceva attività collaterali alla politica. Al centro dell'inchiesta ci sono 3.5 milioni di euro, che la fondazione ha incassato tra il 2014 e il 2018. Secondo Renzi ci sono state 4 violazioni della Costituzione e proprio sul contesto all'interno del quale si sta muovendo la procura si è accesa la discussione tra Piero Sansonetti e Marco Lillo.

Nicola Porro mette in evidenza che nella vicenda Open potrebbero esserci tutti gli elementi che Luca Palamara ha già ampiamente spiegato nel suo libro Il Sistema, scritto con Alessandro Sallusti. Matteo Renzi ha più volte reso noto che il pm che si sta occupando della vicenda è lo stesso che ha firmato per l'arresto dei suoi genitori, che il tribunale del riesame ha revocato, e che si è occupato del cognato del leader di Italia viva. Renzi accusa il pm di aver utilizzato conversazioni con terzi contro di lui.

"Ci sono diverse cose molto gravi. Una è questa, la violazione dei diritti del parlamentare, che non è una cosa formale", ha detto Piero Sansonetti, che ha aggiunto come aggravante la pubblicazione di "materiale che non era di interesse processuale e penale per sputtanare Renzi". Quindi, il direttore de il Riformista ha fatto l'esempio delle lettere di Rondolino per dimostrare come il leader di Italia viva sia vittima della macchina del fango. Poi, Sansonetti aggiunge: "Poi c'è una magistratura che decide cosa sia un partito politico. Ovviamente stabilisce che se i soldi vanno a Casaleggio, chi se ne frega. [...] Ma come fa la magistratura a stabilire chi è un partito politico? L'attacco alla Costituzione è impressionante".

Per Sansonetti tutto questo è un sopruso e una vessazione, "bisogna fermarli". Di diverso avviso Marco Lillo, che contesta a Renzi l'impianto con il quale professa la regolarità dell'attività della fondazione Open: "Cosa dice Renzi? Se io metto il cartello 'fondazione' su questa cosa che è Open, tu magistrato non ti devi permettere di andare a vere se questa roba è una fondazione o qualcosa di diverso, perché lo stabilisco io". Quindi, il giornalista de il Fatto prova a fare un esempio per spiegare meglio il suo concetto: "Oggi a Roma possono circolare solo io taxi e non le macchine private. Io ovviamente non ho un taxi, ho una macchina, ma ci metto sopra una bella scritta taxi. Esco di casa e vado in centro. Mi ferma il vigile e dice: 'Lillo scusi la ricordiamo come giornalista'. 'No, io sono un taxi. Non vi dovete permettere voi di stabilire se io sono un taxi'".

Ma l'esempio di Lillo fa saltare sulla sedia Piero Sansonetti: "Ma c'hai l'autorizzazione, ma che dici. Ma scusa Lillo c'hai l'autorizzazione per fare il taxi. Ma che cazzo dici? Devi avere l'autorizzazione per fare il taxi, se non ce l'hai non puoi fare il taxi. Renzi aveva l'autorizzazione per fare la fondazione, come ce l'avevano pure quelli del giornale tuo. Mi spieghi perché stabilisci te che non aveva il permesso?".

I toni si sono alzati ed è intervenuto Porro per calmare la situazione.

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