"Inattendibile": così Grillo vuol screditare la ragazza che accusa Ciro & Co.

Il collegio difensivo di Ciro Grillo si affida a una perizia di parte per scagionarlo definitivamente dall'accusa di violenza sessuale di gruppo

"Inattendibile": così Grillo vuol screditare la ragazza che accusa Ciro & Co.

Ciro Grillo è stato rinviato a giudizio e il prossimo marzo andrà a processo con l'accusa di violenza sessuale di gruppo per quanto accaduto nel luglio 2019 in Costa Smeralda, nella residenza estiva di famiglia. Qui, stando al racconto della presunta vittima, Ciro Grillo, Edoardo Capitta, Francesco Corsiglia e Vittorio Lauria avrebbero perpetrato violenza di gruppo ai danni di Silvia (nome di fantasia) mentre la sua amica Roberta (altro nome di fantasia) avrebbe subito violenza sessuale.

Beppe Grillo ha deciso di non rimanere con le mani in mano e di fare il possibile per aiutare il figlio e i suoi amici a uscire puliti da questa vicenda. La Repubblica rivela che il garante del Movimento 5 Stelle avrebbe ingaggiato una psicologa forense "per screditare Silvia, demolire i suoi racconti e minare la sua attendibilità". La professionista ingaggiata da Beppe Grillo si chiama Lucia Tattoli ed è una delle massime esperte nel suo settore. Negli ultimi mesi, la psicologa forense ha stilato una perizia di parte, andando indietro nel tempo e indagando nel passato di Silvia per trarne un profilo spendibile in aula. Ha scavato tra le conoscenze della ragazza, tra le frequentazioni milanesi e fatto un quadro della sua personalità, definita fragile.

Lucia Tattoli ha studiato a fondo i video di quella sera, analizzando movimenti e comportamenti di Silvia dal materiale prodotto dai ragazzi durante la notte in cui sarebbe avvenuta la violenza di gruppo. Ci sono poi le chat, anche queste finite sotto l'attenta lente di ingrandimento della professionista, le singole frasi scritte da Silvia alla sua amica, il tutto con un unico obiettivo: screditare la sua versione per scagionare Ciro Grillo e i suoi amici. Il lavoro della psicologa è iniziato la scorsa primavera, forse nei giorni in cui poi Beppe Grillo ha prodotto l'ormai famoso video in cui difendeva a spada tratta il figlio.

La Repubblica riferisce che la perizia sarebbe ormai pronta per essere depositata a processo: sarebbe questo il vero asso nella manica del collegio difensivo per uscire indenni dal processo. Ovviamente, però, la perizia di parte chiesta da Beppe Grillo non sarà l'unica perché anche la difesa di Silvia ha prodotto la sua, affidata al professore Enrico Marinelli. Questa è già stata consegnata al gip e "arriva alla conclusione che imputa all'alcool la perdita di coscienza, ma non esclude l'uso della cosiddetta droga dello stupro", si legge su la Repubblica.

Nella perizia si legge che "il tasso era tale da compromettere fortemente le capacità cognitive e di autodeterminazione". L'ipotesi della droga dello stupro viene scartata dalle perizie richieste da Grillo, perché "non suffragata da nessuna prova". Ora sta al giudice mettere ordine in questa vicenda.

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