Cronache

Terremoto nella sinistra salentina: raffica di arresti, ai domiciliari pure il dalemiano Desantis

Sono sessanta gli indagati tra politici, funzionari e imprenditori salentini

Inchiesta a Lecce: arrestato Roberto Desantis, il braccio destro di D'alema

È stato arrestato questa mattina Roberto De Santis, noto imprenditore salentino da sempre braccio destra di Massimo D'Alema.

Con lui sessanta indagati tra imprenditori e politici della provincia di Lecce, coinvolti nell'inchiesta condotta dai carabinieri e dalla guardia di finanza insieme a funzionari della polizia provinciale, che ha portato all'esecuzione di dieci provvedimenti cautelari, due in carcere e otto ai domiciliari. Il reato contestato, nelle diverse vesti di amministratori, funzionari pubblici, imprenditori e liberi professionisti, è quello di associazione per delinquere finalizzata al compimento di delitti contro la pubblica amministrazione, la fede pubblica e l'amministrazione della giustizia, oltre che in materia di corruzione elettorale, per atti contrari ai doveri d'ufficio, frode in processo penale e depistaggio, turbata libertà degli incanti, truffa ai danni dello Stato e della Unione Europea ed altro.

In carcere il sindaco e l'ex sindaco di Otranto, rispettivamente i fratelli Pierpaolo e Luciano Cariddi, ai domiciliari altre otto persone: Roberto De Santis, l’ex responsabile dell'Ufficio tecnico del Comune di Otranto Emanuele Maria Maggiulli, l'istruttore tecnico comunale Roberto Aloisio, l'ex responsabile dell'ufficio paesaggistico Giuseppe Tondo, il progettista ritenuto prestanome di Luciano Cariddi, Marco Maggio, e gli impreditori Salvatore Giannetta, il presidente di Federalberghi Lecce Raffaele (detto "Mimmo") De Santis, e Luigi Bleve, che aveva appena acquistato da Invitalia il Country Club Alimini.

Dagli sviluppi delle indagini condotte fino alla primavera del 2022, emergerebbe un modo di agire dell'apparato pubblico che sarebbe stato ispirato, secondo gli investigatori, oltre che all'arricchimento personale, ad assicurarsi bacini di consenso elettorale attraverso una gestione personalistica di presidi di potere a livello sia locale sia a regionale.

Il provvedimento di questa mattina ha anche portato al sequestro preventivo di strutture turistico-ricettive, stabilimenti balneari, aziende agrituristiche, diverse unità immobiliari e numerose somme di denaro, per un valore stimato in diversi milioni di euro, "illecitamente autorizzati o realizzati - è detto in una nota - in violazione delle norme in materia edilizia e paesaggistica".

Secondo l'accusa si sarebbe formato a Otranto un consolidato sistema associativo di natura corruttiva politico - imprenditoriale, che da tempo avrebbe pervaso l'amministrazione comunale, coinvolgendone amministratori e funzionari "troppo vicini" ad alcuni imprenditori con interessi economici in quel centro, coltivati attraverso aggiudicazioni artefatte di appalti e rilasci di concessioni comunali offrendo utilità di diversa natura, fino ad assicurare un "bacino di voti" per il sostegno elettorale ricevuto da alcuni degli indagati, nonché vantaggi economico - patrimoniali per gli altri. Ad ispessire il quadro accusatorio tessuto dalla magistratura anche gli accertamenti, in particolare quelli in materia edilizia e paesaggistico-ambientale, condotti dalla Polizia Provinciale, connotati da copiose acquisizioni documentali e molteplici rilievi tecnici.

Pochi giorni fa il sindaco di Otranto Pierpalo Cariddi è stato condannato in primo grado dal tribunale di Lecce a tre anni e nove mesi di reclusione, come progettista dello stabilimento balneare Twiga in costruzione sul litorale nord della costa di Otranto prima di essere sequestrato a giugno 2017 quando Flavio Briatore ritirò il marchio.

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