Cronache

L'Ong riparte per il Mediterraneo: ci porterà altri clandestini

L'Ocean Viking sta facendo rotta verso la Libia. Malta ha già detto che non sarà disponibile ad accogliere i migranti tratti in salvo. Toccherà all'Italia (come sempre)

L'Ong riparte per il Mediterraneo: ci porterà altri clandestini

La Ocean Viking ha ripreso il mare dal porto di Augusta. Stanno facendo rotta verso sud: l'obiettivo è arrivare in prossimità delle coste libiche per recuperare altri clandestini da portare nel Veccio Continente, quasi sicuramente in Italia visto che Malta ha già fatto sapere che non darà mai un porto sicuro alla nave di Sos Méditerranée. L'equipaggio dell'ong francese hanno, infatti, annunciato pubblicamente che continueranno la loro campagna a prescindere dalle norme internazionali.

Il blocco della Valletta

L'iniziativa, come riporta anche il Tempo, è sostenuta dalle autorità norvegesi che hanno conferito alla nave, la Ocean Viking, la propria bandiera. Costruita nel 1986, aveva ben altri scopi: fungere da robusta nave di supporto per le piattaforme petrolifere nel Mare del Nord. Questo spiega anche le sue dimensioni: 69 metri di lunghezza per 15 metri di larghezza. Viene gestita, inoltre, da circa 30 persone: nove membri dell'equipaggio, una squadra di ricerca e soccorso e del personale medico. Le sue capacità logistiche, teoricamente, permettono il trasporto di 200 migranti. L'operazione ha un costo di circa 14mila euro al giorno. Il governo di Malta ha già detto che non sarà possibile per l'ong fare rifornimento a La Valletta, ciò significa che molto probabilmente anche il prossimo sbarco di clandestini avverrà in Sicilia.

Le mosse dell'Italia

Il governo italiano può intervenire sullo Stato di Bandiera, la Novergia. A permetterglielo sono le convenzioni internazionali marittime che parlano chiar: per prima cosa può convocare l'ambasciatore norvegese a Roma e notificargli l'obbligo di assumersi le responsabilità previste dalle norme per la protezione internazionale di migranti eventualmente imbarcati sulla sua nave. Qualora la risposta non fosse delle migliori, l'Italia ha tutto il diritto di denunciare la Norvegia alla Corte europea per il mancato rispetto degli accordi internazionali della Convenzione di Vienna. Non solo. Lo Stato italiano ha anche il diritto di richiamare l'ambasciatore italiano a Oslo con la stessa motivazione, ricordando alla Ocean Viking di coordinare il posto di sbarco con lo Stato competente nell'area Sar, secondo quanto impone l'Onu. Qualora queste situazioni non si concretizzassero allora sarebbe più che legittimo considerarla una nave pirata che ha l'obbligo di dirigersi in Corsica dal momento che l'organizzazione Sos Mediterranée è di giurisdizione francese. Qualora anche questa condizione non si concretizzasse e l'imbarcazione si dirigesse verso le acque italiane, è necessario intercettarla con una nave militare, ispezionarla e, una volta appurato il mancato rispetto delle leggi del mare dell'Onu, confiscare e arrestare comandante ed equipaggio.

Come per altro farebbero tutti gli altri Paesi europei.

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