Coronavirus

È l'ora del "super Green pass": ecco come funziona

Spunta l'ipotesi di un super green pass per limitare la circolazione del virus in vista delle festività natalizie: Walter Ricciardi ha spiegato come funziona e perché sarà necessario

È l'ora del "super green pass": ecco come funziona

Il green pass così come è stato pensato, probabilmente, è arrivato alla frutta: visto il nuovo aumento dei contagi, il governo sta pensando ad alcuni cambiamenti in vista del periodo natalizio che rafforzino maggiormente i controlli e limitino il più possibile la circolazione del virus per non rischiare nuove chiusure o addirittura lockdown localizzati.

Cos'è il super green pass

Ecco perché Walter Ricciardi, consulente del ministro Speranza, in un'intervista al Foglio, ha sottolineato come il certificato verde in vigore adesso che consente di partecipare alle normali attività quotidiane e agli eventi abbia delle "forti vulnerabilità" ed è arrivato il momento di introdurre una "versione rafforzata", un super green pass. "Tutto parte dalla comprensione che questa quarta ondata è causata da un virus completamente diverso, molto più contagioso e anche un po' più letale - afferma - Se non si capisce che siamo di fronte a una battaglia completamente diversa, corriamo il rischio che hanno corso altri governi", alludendo a quanto sta avvenendo in gran parte d'Europa.

Ecco come funziona

Il certificato verde attualmente in vigore verrà "corretto": quello attuale non controlla più in maniera efficace ed incisiva la circolazione del Covid-19 ed i tamponi antigenici non bastano più perché lasciano scoperti "un 30% di falsi negativi. Che così sono liberi di circolare ed esporre troppi soggetti, magari fragili, al rischio di contagio", sottolinea Ricciardi che propone uno strumento più selettivo che distingua nel migliore dei modi chi ha completato il ciclo vaccinale (doppia dose o booster) da chi per spostarsi e lavorare effettua continuamente tamponi. Giustamente, come già avviene già in altri Paesi, verrebbero consentite alcune attività soltanto a coloro i quali avranno ricevuto le due o tre dosi del vaccino. "Penso ai luoghi della socialità, dove c'è un afflusso di massa. Negli stadi, nei locali e nei cinema, si può prevedere l'ingresso solo per chi ha completato il ciclo vaccinale. In Austria e in Germania ci sono già arrivati e credo che ci arriveremo anche noi. Io per quel che mi riguarda mi auguro che accada il prima possibile", ipotizza l'esperto al Foglio.

Per ottenere il super green pass, quindi, o ci si vaccina oppure si andrà incontro a restrizioni: è questa la strada che si va delineando ogni giorno che passa. Anche perché, dopo l'esperienza del lockdown, si vuole scongiurare in qualsiasi modo di ritornare all'incubo di un anno fa. L'ipotesi dell'obbligo, però, non è al momento ipotizzabile. "I non vaccinati sono o impauriti o male informati. Vanno accompagnati. L'obbligo sarebbe una misura estrema che in questo momento considero non necessaria". Il consulente del ministro prende in considerazione anche un tema proposto dall'assessore del Lazio, Alessio D'Amato, di cui ci siamo occupati poco tempo fa sul Giornale.it, il "cartellino giallo" sul certificato verde. "Ti arriva sul telefono un avvertimento che ti informa: la tua protezione sta scemando. E se non effettui il richiamo perdi il certificato verde. Semplice e funzionale".

Il tema delle terze dosi

Già tre milioni le terze dosi somministrate a fragili, personale sanitario, ospiti delle Rsa e, in genere, agli over 60. Troppo poche per pensare che il peggio sia passato perché tutti gli studi evidenziano come la protezione degli anticorpi cali inevitabilmente dopo sei mesi, ecco perché è fondamentale il richiamo, o dose booster che dir si voglia "per un dovere di protezione innanzitutto verso se stessi". Ecco perché, come abbiamo trattato sul Giornale, nelle prossime settimane si potrebbe fare un'ulteriore distinzione in termine di libertà tra chi ha scelto di sottoporsi alla terza dose e chi vuole rimandarla o non farla, esattamente per il famoso principio del cartellino giallo di cui sopra.

Perché non c'è ancora l'immunità di gregge

Variante Delta e Delta plus hanno cambiato le carte in tavola: d'altra parte, per una pandemia che ha sconvolto per la prima volta il mondo moderno, non si poteva avere certamente la sfera di cristallo e sapere al 100% come si sarebbe mosso ed evoluto il virus. In un primo momento si è ipotizzato che l'immunità di gregge potesse essere raggiunta con il 75-80%, poi con l'85% ma adesso, stiamo vedendo, che non basta più (con buona pace di chi si lamenta a priori, non è colpa di nessuno). "L'obiettivo del governo dovrebbe essere quello di vaccinare praticamente il 95-96% della popolazione, al pari di quel che accade per morbillo e varicella", aggiunge Ricciardi, che propone la radiazione per quei pochi medici che ancora non sono vaccinati.

La "previsione" per Natale

Natale in chiaro-scuro, allo stato attuale, per il consigliere di Speranza: non saremo chiusi in casa ma nemmeno a ballare in discoteca 'White Christmas' senza mascherine, è pura utopia.

"Non sarà un Natale sereno ma sicuramente controllato, se rispetteremo le prescrizioni di distanziamento e di igiene e la campagna di vaccinazione andrà avanti, avremo meno restrizioni dello scorso anno", conclude, ricordando agli italiani di trovarci in una condizione migliore degli altri paesi europei "ma non dobbiamo commettere l'errore di pensare che la pandemia sia acqua passata".

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