Cronache

L'orrore degli scafisti: migranti morti di sete e caldo

Costringevano i migranti alla fame e alla sete: arrestati i cinque scafisti del peschereccio lasciato alla deriva della Calabria. Lampedusa al collasso, Salvini annuncia un blitz. E la sinistra fa il gioco dei trafficanti

L'orrore degli scafisti: migranti morti di sete e caldo

Ammassati come bestie su un peschereccio alla deriva. Costretti alla fame e alla sete, picchiati con cinghie e bastoni. Il trattamento riservato dagli scafisti agli oltre 600 migranti soccorsi ieri al largo della Calabria non aveva nulla di umanitario. Nessuna compassione, nessuno slancio solidaristico: il traffico di esseri umani non lo prevede. La polizia italiana ha ricostruito le brutalità avvenute a bordo e per cinque egiziani, di età compresa tra i 21 e i 28 anni, sono scattate le manette. I giovani in questioni sono infatti ritenuti i presunti scafisti dell'imbarcazione che trasportava 674 persone, 179 delle quali arrivate ieri a Messina assieme a cinque cadaveri.

La procura ipotizza per loro i reati di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e morte come conseguenza di altro delitto. Secondo l'accusa, basata su testimoni che hanno detto di essere stati percossi durante la traversata, i decessi sarebbero avvenuti per disidratazione legata al forte caldo e alla mancanza di acqua potabile, fortemente razionata a bordo. Le indagini hanno permesso di ricostruire il percorso affettuato dai migranti, i quali - dopo circa un mese di permanenza in una connection house sulle coste libiche - erano stati portati sul peschereccio. Il loro viaggio, gestito dalle organizzazioni criminali, era iniziato la sera 19 luglio: una lunga peregrinazione nelle acqua, tra violenze e soprusi.

Secondo gli approfondimenti dalla polizia, durante la traversata i membri dell'equipaggio avevano improvvisamente spento i motori e chiesto soccorso con un dispositivo satellitare di cui si sono poi liberati, gettandolo in mare. I migranti hanno raccontato di essere stati malmenati a bordo, anche come reazione alla loro richiesta di cibo e acqua. Durante la navigazione, ricostruisce la procura di Messina, "le risorse idriche e di cibo sono state disumanamente razionate, al punto che i migranti erano costretti a spartirsi un bicchierino da caffè pieno d'acqua in dieci". A causa del forte caldo e della mancanza di acqua potabile, molti di loro "hanno accusato dei malori" e hanno detto di "aver visto morire i loro compagni di viaggio per il caldo e la disidratazione". In alcuni casi i migranti erano costretti a bere l'acqua del mare o quella sporca dei motori.

Stando a quanto riferito da un testimone, i membri dell'equipaggio del peschereccio avevano assegnato a un migrante il compito di gestire e razionare le scorte di acqua potabile e quando si rifiutava di svolgerla veniva picchiato. Se non era troppo parsimonioso, i migranti subivano un ulteriore e progressivo razionamento idrico. Una situazione incredibile, crudele: impossibile da accettare. Il paradosso, peraltro, è che le politiche dei porti aperti perseguite dalla sinistra di fatto mettono i trafficanti di uomini nelle condizioni di proseguire nelle loro attività illecite. Così, quello che alcuni interpretano come un atteggiamento pieno di compassione rischia di trasformarsi in un assist alla disumanità.

Intanto, l'ondata di sbarchi prosegue senza sosta. Nell'hotspot di Lampedusa si è raggiunta la cifra record di 1.871 migranti, a fronte dei 350 posti disponibili nella struttura. Dopo il trasferimento di 200 persone e l'arrivo di ulteriori 32 naufraghi, nel centro di contrada Imbriacola in questo momento si trovano quasi 1.700 migranti, molti dei quali minorenni. Fonti del Viminale fanno apere che entro domani mattina saranno trasferiti dall'hotspot di Lampedusa circa mille migranti, di cui 600 sono già in partenza questa sera con la nave "Diciotti". Le operazioni, a quanto si apprende, proseguiranno fino a mercoledì. Nel tardo pomeriggio la Ocean Viking ha inoltre soccorso altre 80 persone, erano su un gommone quasi sgonfio, a 40 miglia dalle coste libiche "e ora a bordo ci sono in totale 387 naufraghi".

Risponendo a un appello del vicesindaco di Lampedusa, il leghista Attilio Lucia, il leader del Carroccio Matteo Salvini ha annunciato una sua prossima visita sull'isola.

"Cambio l'agenda e arrivo da voi per portare soluzioni e idee che già avevamo messo in pratica con successo", ha comunicato l'ex ministro degli Interni, annunciando la sua presenza per il 4 e il 5 agosto prossimi con l'intenzione di verificare di persona la situazione.

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