Cronache

Il Nobel per la medicina va all'"archeologo" del Dna

Lo scienziato Svante Pääbo, che dirige il dipartimento di genetica del Max Planck Institute di Lipsia, ha sequenziato il genoma dell'uomo di Neanderthal

Il premio Nobel Svante Pääbo
Il premio Nobel Svante Pääbo

Il premio Nobel per la medicina 2022 è andato al biologo svedese 67enne Svante Pääbo, “per le sue scoperte sui genomi degli ominidi estinti e l'evoluzione umana”. L’annuncio è stato dato, come sempre, al Karolinska Institutet di Stoccolma in Svezia, e trasmesso in diretta via Internet e social network. Pääbo ha ottenuto il prestigioso riconoscimento per avere aperto un nuovo campo di ricerca, la paleogenomica. Lo studioso è considerato una sorta di archeologo del Dna poiché ha sequenziato il genoma dell'uomo di Neanderthal, “fornendo le basi per esplorare ciò che rende noi esseri umani così unici”, ha evidenziato la giuria del premio che, anche quest’anno, è pari a 10 milioni di corone svedesi, al cambio odierno circa 917mila euro.

Pääbo ha conseguito il dottorato di ricerca in biologia all'Università di Uppsala nel 1986. Dal 1997 dirige il dipartimento di genetica del Max Planck Institute di Lipsia, in Germania. Dopo aver studiato storia della scienza ed egittologia ad Uppsala, si è dedicato totalmente alla medicina. Il suo interesse per la biologia molecolare lo ha portato, nel corso del tempo, a esaminare per primo il Dna di mummie egizie, nonché, nel 1993, di Otzi l'uomo preistorico ritrovato in un ghiacciaio in Tirolo due anni prima. Il dipartimento diretto da Pääbo pubblicò nell'agosto 2002 un importante studio sul gene del linguaggio Foxp2, che si scoprì mancare o essere danneggiato in individui con disabilità linguistiche.

Nel 2006 annunciò di avere in programma la ricostruzione dell'intero patrimonio genetico dell'uomo di Neanderthal. Nel 2007, Pääbo fu nominato dalla rivista Time tra le cento persone più influenti al mondo. Nel febbraio 2009, all'incontro annuale della American Association for the Advancement of Science, fu annunciato che il Max Planck Institute aveva completato la prima versione del genoma dei Neanderthal. Oltre tre miliardi di coppie di geni erano state selezionate in collaborazione con la 454 Life Sciences. Questo progetto, coordinato da Pääbo, dovrebbe gettare nuova luce sull'evoluzione del genere umano.

Nel 2010, Pääbo e i suoi collaboratori pubblicarono i risultati delle loro ricerche su diverse riviste scientifiche, tra cui Science. Tra i tanti riconoscimenti ricevuti in passato spicca il premio Leibniz della Deutsche Forschungsgemeinschaft, ricevuto nel 1992. Si tratta, senza ombra di dubbio, della più importante onorificenza scientifica tedesca. "La ricostruzione dei genomi antichi è stata un'avventura affascinante che ci ha permesso di ricostruire la storia dell'umanità e dei rapporti con in nostri fratelli estinti, i Neandertaliani e i Denisovani.

Un premio Nobel meritatissimo a un grande scienziato che abbiamo l'onore di avere come socio straniero dell'Accademia dei Lincei", hanno sottolineato il presidente dell'Accademia dei Lincei, Roberto Antonelli e il vicepresidente Giorgio Parisi, commentando il premio Nobel 2022.

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